LUOGO COMUNE
NOTE D’AUTORE (IN VERSI)
Il ritorno dell’aforisma
che ‘il bel tempo rimena’


      
Considerazioni e riflessioni e arguzie disparate e a strascico su personali disavventure editoriali, nonché su molti libri ricevuti di poesia e di motti aforistici e di puntigliosa critica. Crivellando i pensieri di immagini e ricordi tra Rascel e Malipiero, Gombrowicz e Ottiero Ottieri, Ruggero Zangrandi e Piero Flecchia. Soffrendo il clima di una primavera petulante e aggressiva, mentre la la tv si riempie di tenenti colonnelli in maniche di camicia che spropositano di far la guerra ai barconi libici.
      



      

di Marzio Pieri                     

 

 

VUOTO E RECENTE

 

 

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a m.c. che respinge un mio libro

 

In un mese fantastico

ho perduto i miei unici editori

mi mancheranno i loro piati

di esclusi dalle sovvenzioni pubbliche

dalla imago di sé che si son fatti

ora il mio tempo è poco

ferro e velen qui vedo

il cuore oltre l’ostacolo

non è che un pezzo di carnaccia

le regole d’ingaggio

che a detta di m.c. avrei violato

non mi riguardano se non fui chiamato

al tempo di fissarle

non firmo assegni in bianco

per questo da venti anni

esorto a non andare mai a votare

come a me piace fare

è l’unico dovere che ci resta

da esercitare

per il resto

un collega cui avrei

voluto voler bene

navigato nell’arte del lecchino

me lo disse (e sono passati

qualcosa come 35 anni)

tu che non chiedi nulla

sei per le istituzioni

il più grande pericolo

ma si sbagliava io chiedevo tutto

l’impossibile

che ciascuno scordasse se stesso

una volta salito agl’“immortali

vertici” leadershipper presidente rettore proboviro

ah questi poi!

in questo solo ero futurista

ebbero losca vista

ma più d’uno di loro volle arrivare in fondo

non per firmati ingaggi

(ne firmeremo, firmeranno i giovani

esclusi dalla leva ma arrolandosi

per viver qualche giorno senza la pancia vuota)

né per avere molti frutti dal mondo

solo perché la parola data

durasse

marinetti che va a schiantarsi il cuore

nelle nevi di Russia

a sessantasei anni

vale per me dipiù di chi s’era imboscato

a prepararsi un avvenire

passata la bufera

come cantava all’incontrario Rascele

 

 

IL PICCOLO CORAZZIERE/È ARRIVATA LA BUFERA

 

 

o si rifece vivo dalla Svizzera

in calzoncini da boy-scout

gridando: Abbiamo vinto!

come seppi de visu dalla camena gurgandina

e si fece poi Proteo della sinistra

che ancora se lo cova

nelle sue catacombe

incredula di come

vi sia calata dentro

nessuno ancora però s’è suicidato

stanno studiando nuovi

patti d’ingaggio

(come le frasi fatte

dolci alla bocca

più che caramelle!)

e se potran salvare i cavoli e la carpa

 

 

http://www.nautica.patentati.it/notizie/foto/pesca-alla-carpa-amur-foto-profilo.jpg http://static.buttalapasta.it/buttalapasta/fotogallery/625X0/41563/cavolo-verza-bianco.jpg

 

 

Con chi trattai da amico ora mi sbatte

le porte in faccia

il pretesto fu grave mia la colpa

pretendevo che un libro

al cui centro è lacerba

uscisse corredato di poche immagini

volti vignette alcune dilavate

fotografie nel testo e in bianco-e-nero

a dar l’aria del tempo

a un lettore diverso che non le ha viste

mai (mi si obietta che ci sono atlanti

anzi! figurativi, fotografici

locupletissimi

[ma stanno in biblioteche

di difficile accesso 

reso anche più sgradevole da norme burocratiche complicatissime, ostili

son libroni pesanti]

e io ostinato a dire: è un contrappunto,

gioco di sponda, pochi fili d’erba,

va bene le intenzioni dell’editore

ma quelle dell’autore proprio non contan nulla?)

 

guàrdati dalle fusa

del teschio di medusa

 

 

II

 

Un mese fausto, per molti altri versi:

una lettrice quasi misteriosa

mi contatta di Francia per notizie

per uno scambio di idee su Gianfrancesco

Malipiero

chiaro che dopo poco

siamo venuti a parlare di fosfèni

dell’orto-cimitero del pipistrello

di asolo, acrocoro di morti

 

 

http://www.rodoni.ch/busoni/cdducale/immagini/malip2.jpg

 

 

mi ha svelato d’avere avuto contatti

occulti con l’Ombra sempre scontenta

(era calata nebbia sulla laguna

sull’entroterra i treni ritardavano i vaporetti

non si azzardavano in quella cèca corte di laniccio

la tavola rotonda della Cini

rischiava di saltare

anche quella mattina Malipiero

dava l’indicazione più giusta peggio per noi

che non volemmo stare ai primi danni)

 

 

http://image.anobii.com/anobi/image_book.php?item_id=01d42faf44b9fe5eb6&time=&type=4 

 

 

dice Palladini che è guasto il giorno

in un suo nuovo libro di poesia

che marcellocarlino giustamente

legge come ‘reimpiego in controtendenza

della scrittura’ (Palladini viola

anche lui qualche regola d’ingaggio?)

solo, se posso dissentire in parte

da una premessa molto acuta e vigile,

lascio da parte Brecht, per me, e i tamburi

di notte dell’Expressionismus,

questo poeta o è tutto vero o non è

per niente ‒ ormai nemmeno un dio

può salvarci ma un uomo vero sì

“si cerca solo di dire (Gombrowicz

adversus Poetas)

ciò che si prova e si pensa sul serio”

(Buenos Aires, 28 agosto 1947)

 

 

http://www.wydawnictwoliterackie.pl/resources/1/Gombrowicz_Ferdydurke-jubileusz_m__.jpg

 

 

La poesia di Palladini può parlare anche a chi non se ne intende

 

“Mi stanca il loro canto

monotono

costantemente elevato

mi addormentano il ritmo e la rima

mi stupisce

nel vocabolario poetico certa

‘povertà all’interno della nobiltà’

(rose amore notte gigli)

e a volte sospetto perfino che questo tipo di espressione

e il contesto sociale cui si riferisce

soffrano un qualche difetto di base”

(ancora lo scrittore di Ferdydurke,

un polacco in Argentina… 70 anni fa!)

e dovrebbero farci un pensiero

soprattutto le poetesse,

sacerdotesse sterili del poetese

amazzoni dell’emozione e della confessione e del pelle-a-pelle,

perennemente in cymbalis

(quanto si amano!)

e certi pur simpatici dilettanti

che poco o nulla leggono

tenendosi aggiornati sulle pagine

culturali nuovo orto d’arcadia

 

Mi piacque Wilcock mi piacque Catàbasi

di quello zolfanello geniale, Beniamino

Dal Fabbro (Musica e verità),

mi piace immensamente Ottiero Ottieri.

 

 

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Non vi fate sfuggire la ristampa

prodotta di recente dalla ‘voce

bianca’ dei poeti einaudiani;

qualche cosa chi in tempi favolosi

fece il grande editore

un gioco di potere come un altro

‒ il primo uomo d’indiscusso potere che conobbi

nella infanzia che gli anni non detergono

fu un borghese impiegato del gas

presidente degli ‘uomini cattolici’ della parrocchia

se ne stava all’altare, imbottito

nel suo vestito per le feste

dovevi alzare gli occhi per scorgerne la testa

sopra il collo taurino, [avevo scritto

colle],

imponente in colloquio alla pari con Dio

 

http://www.omm.de/veranstaltungen/musiktheater20072008/bilder/LIE-tosca3.jpg

 

un ex-grande editore, dal passato

questo dovrebbe almeno aver pur imparato:

fra cento fedelissimi

che vanno in fila indiana

ogni tanto un eretico

sollevi la sottana.

Quanto ci fece ridere

dopo tanta quaresima

quel Volcazio Penella

pittor novecentista

mostrandoci le Ande!

(Quello è Gadda! lo si sa.

Una voce poco fa

[era Walter Pedullà]

rievocò che nei Sessanta

rifiorì l’età del Riso;

mesti e nudi paonazzi i maestri più grandi

messi in difficoltà dallo Zangrandi

 

 

Il lungo viaggiohttps://encrypted-tbn2.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcQQcdxrrruKzzB7R64XFxuDVoXB1YlPEJvmf55WZPTYw2nM_nv5Pw

 

 

[c’era poco da ridere]).

Il ritorno d’Ottiero

resta da andarne fieri,

dopo che il sindacato

lo pose in iudicato

per lesa società

chi dietro a iura e chi ad aforismi 

(Ippocrate) o seguendo sacerdozio

civil negozio e furti e carne ed ozio.

 

 

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T

orna aforismo e il bel tempo rimena:

come in battaglia battere il nemico

con un gambo di fiore sul chepì.

Uno di Velio Carratoni: “Troppi

decantatori della sacralità

a devastare regole elementari

della natura”. Désirée

Massaroni (una giovane, un’“opera

prima”)

Aforismi del vento contrario.

Di Stasi ne loda la ruvida lingua,

a me piace un parlato fresco come l’ortica.

Un librino da tre

lire ne vale un mucchio.

Perfino i Meridiani, senza lena

di solito, toccarono il bersaglio

coi due tomi fittissimi di ruozzi

a giosafat staranno alla destra del padre

con la bibbia del diodati

esemplarmente edita dal grande Michele Ranchetti.

la bella versione aggiornata del Mann

ohne Eigenschaften

il monumentale pasolini di siti

non v’illudete poi vi sia tant’altro:

sembrano bare o stecche di cioccolato nero.

Umoristi, calvinisti

è meglio il fermentino o la lachrimachristi?

 

 

Salvo L'Obliquo

 

 

Il caso vuole, proprio in questi giorni,

ch’io abbia ricevuto

in dono un altro volumetto aforistico

 

 

http://www.ilgiornalaccio.net/immagini/copert_dorna_aforismi.jpghttp://www.mondadoristore.it/img/Amate-opere-prime-Novecento-Sandro-Dorna/ea978889584434/BL/BL/12/NZO/?tit=Amate+opere+prime.+Il+Novecento+su+charta&aut=Sandro+Dorna

 

 

la ristampa recente di una edizione credo privatissima

(del 1998, per L’Obliquo di Brescia)

di un giornalista e bibliofilo curiosissimo

di dettagli infinitesimali

quello che resta è poco altro che ganga

informe

straordinario Sandro Dorna

ucciso troppo a sproposito dal morbo di Carreras

(il celebre tenore riuscito invece a salvarsi

dalla leucemia che ne azzoppò

la carriera, è quello palliduccio

 

 

http://www.frassoni.com/carreras-domingo-pavarotti.jpg

 

 

che si lascia cullare con imbarazzo

dalla panza bombée di Pavarotti

dalla machoaitanza del Domingo)

 

Dorna gran collezionista di libri pregiati

prime edizioni rare stampe copie

controfirmate da penne privilegiate

cultore di anagrammi ed epigrammi

caro ad Eco a Pontiggia a Saverio Vertone

a Dossena

j’ai des mots [/jeux de mots]

tutte le strade portano al Cavalier Marino

e il principio motore è lo stesso:

deprimere il potere inibitorio degli onnipotenti,

dissolvere in scintille festevoli

le mummie, le mutrie

‒ ‘è difficile perdere la malafede’,

‘Nessuno può riparare

una perdita di tempo’ ‒

e (degni della Galeria

dove il Marino scioglie la storia in scambietti onomastici la pittura in calligrammi)

‘Il Lotto, un pittore con dei numeri’

‘Per certe cose Ovidio aveva naso…’

come un Bing Crosby volteggiando in punta

di lingua…

 

http://songbook1.files.wordpress.com/2010/05/fred-astaire-bing-crosby-possibly-during-blue-skies-1946.jpg

 

[lettore se m.c. si trovi a passar di costì

digli che oggi un libro

si fa anche così (vedi che non s’arrabbî)]

 

 

E

 d’altro volevo parlare

d’altro dico volevo azzardarmi

mostrare incompetenza

in senso contrario:

vanno crescendo degli scrittori

che inventano un riflettere convulso

tutto a spirali e convolvoli

duramente gergale

quasi facendo sgocciolare un loro sangue

nero

di vino che mai avrà da esser mero

dalla vena alla pagina…

Non è filosofia, sebbene non sia mai assente

l’eco del rombo carsico del professor Heidegger

del mago giocoliere Derrida;

come un andar per nodi per non volerli sciogliere

un tentare un pensiero che deve prima di tutto

reinventar le parole

(il primo uso è già falsificazione)

io mi ricordo Bruno, Michelstaedter

la loro lotta con le braccia ignude

d’un angiolone michelangiolesco…

Nel libro rifiutato (vedi la dedica)

se ne incontra di gente così.

 

Faccio dei nomi: Adriano Accattino,

coi suoi 32 libri progettati (‘Un salto

nell’alto’) (‘dalla scrittura all’evoluzione’),

certe riflessioni di Tiziano Salari

del quale non riuscii a restare amico

(riapro un suo libro col quale mi si volle

presentare, Il fruscio dell’Essere,

diviso in prose e poesie severe,

bene intese da Mario Fresa,

son trascorsi dieci anni ed è trascorso

anche Salari, dopo Mesa

un altro che mirava a una poesia di pensiero

un eros difficile, casto e rimorso)

la militanza, poi, di roberto bertoldo

via de gasperi 16 burolo

(perfetto endecasillabo soccorso di memoria)

che da venti anni vi dirige Hebenon

‘rivista internazionale di letteratura’

e ora mi manda i primi volumetti

Morris William C Owen Paquale Villari

 

 

Arte e socialismohttp://giotto.ibs.it/cop/copj170.asp?f=9788857526911

 

 

di una collezione

nuova di “testi controcorrente” (Mimesis/

Sisifo)

la dirige un mio amico di breve vista

Piero Flecchia, viaggiammo e ci piacemmo

da Ivrea alle porte di Torino…

uno scrittore anarchico, geniale

che mi sento fraterno,

anche se son di quelli che si senton lontani

appena scese le scale di casa

‒ non sarà un caso che ami,

Flecchia, Vittorio Imbriani

che abbia raccontato il sessantotto

in modi da secchia rapita

le prodezze rabelaisiane di un donnone

che coi suoi 100 chili va alla carica

contro la polizia per un suo sogno

come un colpo di fame di giustizia

“Madama Caterina Casalegno nata Verlasca”

eroina gigante di Saluzzo

 

http://www.365film.it/wp-content/uploads/2011/02/la-grande-bouffe-andrea-ferreol-and-philippe-noire1.jpg

 

in un romanzo che nessun critico ‘ufficiale’

a quanto io sappia

gli ha battezzato benché fosse edito

da un ‘editore importante’, bompiani

nel mille-novecen-settanta-quattro

La Battaglia della pigna dorata

che pure s’ebbe uno dei Premî Sila

con delle relazioni di professori di liceo

lo Scientifico di Castrovillari

più libere e accurate di quello che altrimenti

ci si potesse attendere da pennivendoli

o professori d’università

che si chiedono sempre: mi conviene?

 

Risultati immagini per la battaglia della pigna dorata flecchiaRisultati immagini per la battaglia della pigna dorata flecchia

 

Di tutti i pensatori che ho nominato

Bertoldo mi è sempre stato il più arduo di tutti

ma lui deve saperlo infatti alterna

queste acque di tenebre fanghigliose

con libri di poesia

Il calvario delle gru L’archivio

delle bestemmie Pergamena dei ribelli

che meno offenderebbero Gombrowicz

e soprattutto stupendi ed addiaccianti romanzi

il più bello dei quali

che pur ammiro gli altri

è per me Ladyboy.

Al lettore non letterato

(ad esempio, il postino Savino

ch’è appena appena andato in pensione

che si vantava aver provato a leggere

Das Kapital

e con cuore di leone

affrontava sistematicamente tutti gli Adelphi delle vetrine

gialli francesi e shoah per piatto forte

contorno di scrittrici e cioccolata

a colazione a pranzo merenda cena

e lo spuntino di mezzanotte)

a un lettore così potrebbe anche sembrare

solo un capitolo apocrifo di Gomorra

bassifondi di periferia spaccio alla grande

di droga puntualmente recapitata

 

 

http://2.bp.blogspot.com/-GqtApVKFFZI/U5b_g6vXAnI/AAAAAAAAFt8/qJ9l_Ayc7FM/s1600/Gomorra01.jpg

 

 

un prete che s’innamora con vera, assoluta passione

per una donna-uomo

un ragazzino

che si sdoppia fra i sessi e la propria persona

(in prima o in terza senza soluzione

di frase senza distinzioni grafiche

come d’un fotogramma ch’esce dalle rotaie)

la sospensione a divinis l’assassinio

la condanna del falso ma irrecusabile

colpevole)

magari qualcuno che ha letto tutti i libri

nulla di male se pensa anche a un Graham Greene possibile

o meglio al più lacerante (e più scrittore)

Còccioli

altro votato a non aver restauro

solo voti di stima

 

 

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O

ggi fa caldo e insieme tira vento

ha strappato il telone della mia terrazza

oltre le finestre di qua dalle quali scrivo

è una primavera petulante

aggressiva, mentre sempre dipiù

i grandi parlano di attaccare la libia

lo faranno ormai è certo

la tv è piena di tenenti colonnelli in maniche di camicia

attorno a una ministra che sa di guerra

quanto io di cibernetica o di semiologia

ora ch’è notte arrivano voci

di passanti lungo le antiche mura

della città dell’Ariosto

sotto la galleria che passa lungo i due corpi del condominio

parlano a voci alte letti li aspettano

per le scene notturne dei più giovani

e acces ‒ dunque è ora di concludere

la pappolata e stendermi sulla sdraio

verrà la gatta ad osservarmi mogia

e stupefatta mia moglie avrà preso sonno

o lo spero finché caldo o gelo tosse o sete

o paura o dissociazione dall’hic et nunc

come accade nell’Incubo

non la risvegli e mi chiami ora soltanto

con la voce d’un tempo, solo flebile

e non più fiduciosa

Penso ancora a Gualberto Alvino

 

 

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che proietta sul muro della mia mente

un profilo assai simile a quello di Bertoldo

tutti e due scrittori severi attivissimi

solo che il pensatore di Burolo

fa leva sul pensiero ontologico ed etico-politico

l’editore perfetto di Pizzuto

accampa sulle rive di Grammatica

“il filologo il critico il linguista

fanno tutt’uno [in lui] con la figura

dello scrittore” (sic Mario Lunetta)

e Gualvino, come a volte lo chiamo

per brevità, butta in faccia a una critica stracciona

l’impossibilità di poter giudicare

di scrittura chi scrive a frasi fatte

 

per chi non altro chiede che frasi fatte

e concetti strausati e scopi vili

lascio il gusto a scoprire gli obiettivi

sui quali lo scrittore tira colpi

dai quali chi è ferito non si rialza

 

 

http://www.webalice.it/gualbertoalvino/Scritti%20diversi%20Copertina.jpg

 

 

(Scritti diversi e dispersi, raccolti da “fermenti”,

dando aria pulita ai primi quindici

anni di questo fetido millennio)

Ma cos’è ora quel bianco che si leva

dal Jonio, sul golfo di Squillace

dominato dalle tre colline

dell’antica città di Cassiodoro?

“Guarda il Sole quando

spunta sull’orizzonte,

senza bisogno che l’Aurora lo annunci :

ché non appena vibra i primi raggi

mostra intero di sùbito

il suo lucente disco.

Essa rimira Febo rallegrarsi

della sua chiarità che sopravanza

quella di Rodi, sì che più ragione

ha d’ appellarsi la patria del Sole...”

 

È il nuovo libro, atteso

ed inatteso di Luigi Bianco

(77, il titolo ‒ sono anni,

come il 75 che torreggia

sul mio computer con una candela

mini, celeste,  resto della torta

donatami per il mio compleanno)

il medicante fuggito in cerca d’uomini

 

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più veri in vista del mare

calabro

quello che accese il rogo delle sue opere

fra pochi amici dolenti

di non capire il perché

di quell’autodafè innanzi tempo

(di chi è il tempo?)

poi, come resi incinti

d’uno spirito che non li capiva

che non li conteneva finché uomini

semplici e loschi,

videro e furono partecipi.

77 fu scritto di getto, dall’Autore

e completato fra il Natale scorso

e il giorno misterioso dell’epifanìa.

 

 

http://www.settemuse.it/pittori_scultori_europei/dali/1956_001_natura_morta_vivente.jpg

 

 

 

 

*  Il libro ricusato di Marzio Pieri verrà prossimamente pubblicato come ebook da Onyx Editrice – Reti di Dedalus.




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