I
RAGAZZI DI VIA DELLA VETRINA
E il
mondo, grande femmina, che si dà con una risata
al succubo che serra tra le
ginocchia per stritolarlo,
gli diede estasi nuova, che lui
ama,
ma non moriva Baal: guardava e
nient’altro.
(B. Brecht)
I
ragazzi di Via della Vetrina, un po’ troppo accademici, forse o troppo poco,
prestano
servizio in questa via fluviale leggermente esposta sull’asse occidentale
sulla
rive gauche, tanto per non sbagliare.
I
ragazzi di Via della Vetrina sono l’ultima spiaggia, omphalos mundi,
allegoria
di questa fine, o di quest’inizio.
I ragazzi di Via della Vetrina
scrivono sui Quaderni di critica
e
sono gli stessi Quaderni su cui scrivono.
I
ragazzi di Via della Vetrina sono Dialettici & Informali, sono ragazzi
che
fanno tremare il mondo, o almeno ci provano, senza tramare.
I
ragazzi di Via della Vetrina sono al Vetriolo, di punta sottile, Loici
& Speculanti,
sono
anche eleganti, qualche volta.
I ragazzi di Via della Vetrina
portano occhiali, allegorie d’occhi poco lontani.
I
ragazzi di Via della Vetrina sono poetanti, sono Tornanti & Torrenti in
piena.
I
ragazzi di Via della Vetrina destano sospetti perché son troppo svegli, o
troppo poco.
I
ragazzi di Via della Vetrina trangugiano cibo, imbrattano di carte e carne
l’inchiostro
del mondo.
I
ragazzi di Via della Vetrina sono sagome poliedriche, un poco astratte,
forse
attratte dal mistero laico, autori in fieri, fumanti ma non fumosi,
Autocritici
& Automobili, di Vecchio & Nuovo conio, Pianoforti Indistruttibili,
truccati
da Limousine.
I
ragazzi di Via della Vetrina sono scribi un poco ebbri vivacchiano alla meglio,
o
alla meno peggio.
I
ragazzi di Via della Vetrina hanno Vigore & Rigore hanno Sostanza & Forma,
hanno
fretta e sono lenti.
I
ragazzi di Via della Vetrina se la spassano come possono, più spesso s’inarcano,
e
scoccano dardi, e simulano prede, s’inalberano, e trapassano cuori, e fiori e
picche
e quadri, squadrano feroci gli abissi del senso collegando tropi, ai troppi
bastioni
del Nuovo Capitale, al giovane vecchio Bertolt, compagno di cordata.
I
ragazzi di Via della Vetrina sono Bislacchi & Bivacchi stanno al bar o
giocano
a
biliardo o a Baal.
I
ragazzi di via della Vetrina spaccano laudi e adombrano fauci, dove riposano
antiche vestali fraseggiano anche a dismisura,
occhieggiano acclarati,
come
se il mondo fosse una palla di vetro svuotata, come se dal vetro si vedesse
il
mondo esposto in mille salse o ricamato a mano da volubili volute, da voluttà
profonde,
veicolato in abisso, proprio alla fine, di questa strada, di questa via
lastricata
da innesti spuri di fumanti rovine.
Assiettaquattro, giugno
1991
* In ricordo di Filippo
Bettini (1950-2012)