CHECKPOINT POETRY
FABIANA GRASSO
 

 

Almeno un giorno almeno un giorno
l’abitudine del dire,

del dire sii invadente

di conseguenza

per finire nel distacco
non un contatto di occhi
nella strettoia del petto
c’è un mondo tutto curvo
che sta come un indizio

originario.
Poi si invecchia.

 

 

***

 

 

Molti sono i brusii ibridi di sillabe,
profusione di punti e virgole.
Esistono persone ai confini

della superbia e servirebbero più risate

per tenere le proporzioni.

Come un esercizio di stile
un pensiero non casuale
con qualche nesso in caduta libera.
Io proseguo.

 

 

***

 

 

Certe intimità inattese si indossano
non lasciano entrare
che una ferrosa rotaia in parallelo


si abbraccia
tra gli angoli
nel risveglio rumoroso e scivolato
e tu riparti da qui
a mezz’aria

mi accartoccio nel freddo
e l’acqua fa alzare gli occhi
vorrei fermarti senza andare o venire
mi prendo la stagione come capita
questo limite è il mio bordo


lo farò con probabile affetto
indossando un cappotto nuovo

è successo
succederà ancora.

 

 

***

 

 

Credevo a una giornata senza ombre

tra i conflitti

sarà la distanza a soffocare

l’inattesa nudità

potrei anche non amarti.

Potresti anche non accorgertene.

 

 

***

 

 

Dopo un ritardo di anni

riprendi il tuo senso

in un attimo chiede la voce

dove sarò

mille volte nella nuova voglia

nell’abbraccio memoria da venire

quello per violentare la volontà

che chiede di essere onesti

 

ora

che abbiamo del tempo andato

la notte si inoltra, tra le mani.

 

 

***

 

 

E sei come un mattino sparso

tenuto insieme dalle linee composte

che uniremo

nel movimento in ombra dell’alba annunciata

fino alle vene abitate, qui

dove tutta la materia è condivisa

a saziarci

nel tramestio di luci

a racchiudermi nella tua bocca

piovuta dai fianchi

 

riconducimi, verso ore di rifugio

dove si confessa il vento

nella sera per tremare e fremere

antico segreto di giugno.

 

 

***

 

 

È meglio non insistere con le risposte

che poi si torna

questa sarà la volta dei corpi e dell’istante.

 

 

 

 

*  Fabiana Grasso: Ho un ritardo di anni, sarà questo il titolo del mio libro dove sono riunite alcune mie poesie, scritte in ritardo a causa di un lungo ed inattivo periodo dovuto principalmente alla cura della mia famiglia, con intervalli lavorativi molto sporadici; ho ripreso in mano la mia vita dopo la separazione e da single ho ritrovato nel cassetto il famoso sogno, trascurato, ma mai abbandonato. Mi sono inventata un lavoro di sopravvivenza, mi occupo di Home-Cooking, organizzo cene pranzi eventi culturali in casa di persone a cui interessa avere una scelta di incontro diversa. Interessante scoprire quanto ancora la cultura si sposi molto bene con il cibo, alcuni presidi famosi, penso a Slow-food, ne fanno un indicatore molto efficace. Amo poter condividere la mia natura artistica che passa attraverso la Poesia e si unisce al tempo di una cena e di un ritiro tra amici.

La mia biografia è lunga cinquantadue anni, un ex marito, due figli meravigliosi già grandi, una casa, un cane, due gatti e i miei quaderni pieni di me, delle mie poesie, delle mie note di tutte le ricette e tanti numeri di telefono che puntualmente smarrisco; sono una donna in divenire, che non aspetta, devo assolutamente vivere, tutto e di tutto.

 




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