Donna di 77 anni uccisa a San Gavino: arrestato il figlio

Una donna di 77 anni è stata uccisa a San Gavino, per il delitto è stato arrestato il figlio: i Carabinieri indagano sulla vicenda.

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Omicidio a San Gavino, in manette il figlio della 77enne assassinata – Retididedalus.it

In un piccolo paese della Sardegna, San Gavino, si è consumata una tragedia che ha scosso l’intera comunità. Una donna di 77 anni, Maria Atzeni, è stata trovata senza vita nella sua casa, un luogo che avrebbe dovuto essere il suo rifugio sicuro. La scoperta ha sollevato un velo di dolore e incredulità tra i vicini e conoscenti, sconvolti da un evento così drammatico in una città solitamente tranquilla e in cui non accadono fatti di questa gravità.

Maria Atzeni, una signora di 77 anni, è stata trovata morta in casa: arrestato il figlio 43enne

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Volante dell’Arma dei Carabinieri – Retididedalus.it

Il figlio della donna, Simone Uras, di 43 anni, è stato arrestato con l’accusa di omicidio volontario. Secondo quanto emerso dalle indagini dei Carabinieri, Uras, che da tempo lottava con problemi psichiatrici, avrebbe avuto un ruolo diretto e decisivo nella morte della madre. La dinamica dei fatti suggerisce che un litigio tra i due possa essere degenerato fino al tragico epilogo con l’uccisione dell’anziana signora.

Il corpo di Maria Atzeni presentava segni evidenti di violenza, con lividi e ferite che indicano una lotta disperata nel tentativo di difendersi. Dopo il fatto, il figlio della donna ha tentato di fuggire, ma la sua assenza non è durata a lungo. I Carabinieri, pronti nell’intervento, lo hanno rintracciato e arrestato a Pabillonis, un paese non lontano dal luogo dell’accaduto.

La comunità di San Gavino, ora, si trova a fare i conti con questa perdita, cercando di trovare conforto nella solidarietà e nella vicinanza reciproca, pur nel dolore che degli eventi così tragici inevitabilmente lasciano.

Questo episodio riaccende il dibattito sulla salute mentale e sulla necessità di un supporto adeguato per chi ne soffre, per prevenire che le crisi degenerino in tragedie. La speranza è che, dalla sofferenza, possa nascere un rinnovato impegno a favore del sostegno psicologico e dell’assistenza a chi si trova in difficoltà, per proteggere le vite più vulnerabili nel nostro Paese.

Impossibile non trovare analogie con il caso di Alice Scagni, uccisa dal fratello Alberto, il 1 maggio 2022 a Quinto. L’uomo, nelle settimane precedenti all’omicidio, aveva dato segnali di aggressività molto importanti, tanto che i genitori dei due avevano richiesto più volte l’intervento delle Forze dell’Ordine, che però non sono intervenute. Ora Alberto è in carcere ed è stata richiesta una perizia psichiatrica in cui si spiega che l’uomo sarebbe affetto da un grave disturbo di personalità di tipo antisociale, narcisistico e borderline.

È quindi fondamentale che gli enti e lo Stato si attivino per trovare una soluzione prima che questi atti efferati e tragici accadano. Non è raro che le richieste di aiuto da parte dei cittadini siano inascoltate o non adeguatamente soppesate.

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