I libri italiani più censurati di sempre: politica, sesso e religione nel mirino della storia

I libri italiani più censurati di sempre

Oggi chi decide cosa si può leggere? - www.retidedalus.it

Luca Antonelli

7 Agosto 2025

Dalla monarchia alla tv di Stato, fino al web: ecco come e perché alcuni libri sono stati oscurati

C’è un’Italia letteraria che non ha mai smesso di finire nel mirino. Romanzi banditi, testi spariti dalle biblioteche pubbliche, titoli rimossi dai programmi scolastici. In certi casi si trattava di attacchi espliciti, in altri bastava un silenzio istituzionale per far sparire un libro. La censura in Italia ha colpito in ogni epoca, per motivi politici, morali o religiosi. I bersagli sono cambiati nel tempo, ma il meccanismo resta simile: quando un libro “disturba”, trova qualcuno pronto a limitarlo, oscurarlo o ridurlo al silenzio. Eppure, molti di quei testi oggi sono studiati, rivalutati o cercati proprio perché censurati. La loro esclusione li ha resi più visibili. Ma in certi casi le conseguenze sono durate anni.

Dal regime fascista alla RAI: la censura prima del web

Durante il ventennio fascista, interi cataloghi editoriali vennero riscritti. I romanzi che parlavano di rivoluzione, dissenso, erotismo, femminilità libera o religione alternativa venivano tagliati, modificati o ritirati dal commercio. Alcuni autori finirono sotto sorveglianza. Altri pubblicarono all’estero. Ma la censura non si è fermata con la caduta del regime. Negli anni ’50 e ’60, alcuni titoli italiani venivano ancora vietati ai minori o esclusi da spazi pubblici per motivi morali. Certi libri non si trovavano più nelle biblioteche comunali. Altri non potevano essere letti in pubblico. Le tematiche scomode cambiavano, ma il filtro restava. In epoca di RAI unica, bastava una parola troppo diretta o una scena allusiva per far saltare l’intervista a uno scrittore.

I libri italiani più censurati di sempre
Da erotismo a politica, i romanzi italiani che hanno fatto tremare la censura. – www.retidedalus.it

Anche la scuola ha avuto un ruolo. Alcuni libri italiani, nonostante il valore letterario, sono stati tenuti fuori dai programmi. Non c’erano divieti ufficiali, ma il messaggio era chiaro: meglio evitarli. In altri casi, romanzi tradotti e pubblicati in altri paesi non arrivavano mai in Italia. O arrivavano con tagli evidenti, pagine riscritte, interi capitoli saltati. L’idea era quella di proteggere il lettore. Ma spesso si trattava solo di evitare fastidi politici o ecclesiastici. E così, molte voci sono rimaste ai margini per decenni.

Censura invisibile e nuovi bersagli: oggi chi decide cosa si può leggere

Oggi è difficile immaginare un libro censurato come lo era negli anni ‘30. Ma la censura non è sparita. Si è fatta più sottile. Alcuni titoli vengono esclusi dalle fiere, altri subiscono pressioni sociali o politiche. Ci sono romanzi che non ottengono spazio nei media, autori che faticano a trovare una libreria disposta a ospitarli. Il caso più frequente riguarda le tematiche di genere, il sesso, la religione, l’identità. Anche la politica resta un campo minato. Quando un testo mette in discussione equilibri delicati, le reazioni arrivano prima online che in Parlamento. Ci sono richieste di ritiro, campagne di boicottaggio, segnalazioni di contenuto inappropriato. Non sempre vincono, ma il messaggio si fa sentire.

La censura oggi non ha più l’aspetto del divieto ufficiale. Ma esiste. Vive nelle scelte editoriali, nelle strategie di marketing, nei filtri algoritmici delle piattaforme. Alcuni autori, anche italiani, vengono declassati negli store digitali per il contenuto del loro libro. Alcuni generi non ricevono promozione. E anche se tutto è pubblicabile, non tutto è leggibile con la stessa facilità. Per questo si torna spesso ai libri censurati del passato: per ricordare quanto fragile può essere la libertà di scrivere. E quanto veloce può essere la mano che la toglie.

Change privacy settings
×