Classe energetica delle case: cosa significa davvero e perché sarà cruciale nel futuro dell’edilizia

Classe energetica

Un immobile ad alta efficienza energetica si vende o si affitta più facilmente

Luca Antonelli

4 Agosto 2025

Non è solo una sigla in etichetta: la classe energetica determina consumi, valore di mercato e impatto ambientale dell’abitazione

Chi acquista, affitta o ristruttura un immobile si imbatte prima o poi in una lettera: A4, B, C, D, fino alla G. È la classe energetica, un indicatore che riassume in una sola sigla quanto un edificio consuma per riscaldarsi, raffreddarsi e vivere. Ma dietro quelle lettere c’è molto di più. Con l’attenzione crescente all’efficienza e alle emissioni, questo parametro sta diventando una delle chiavi principali del mercato immobiliare e dell’edilizia del futuro. E non è solo questione di bollette: la classe energetica può determinare incentivi, valore di rivendita, obblighi di adeguamento.

Cosa rappresenta e perché incide sul valore delle abitazioni

La classe energetica si basa sul consumo annuo di energia primaria, espresso in kilowattora per metro quadro. Una casa in classe A4 consuma pochissimo, è ben isolata e spesso dotata di impianti moderni, come pannelli solari o pompe di calore. Una casa in classe G, invece, è energivora, disperde calore e comporta costi elevati.

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Se la tua casa è in classe F potresti avere problemi entro il 2030

Nel mercato immobiliare questo elemento è diventato determinante. Un immobile ad alta efficienza energetica si vende o si affitta più facilmente, spesso a un prezzo più alto. Chi compra una casa nuova guarda la classe come uno dei primi criteri. In alcuni casi, la differenza tra una casa in classe C e una in classe F può valere decine di migliaia di euro. Anche i mutui green, offerti da molte banche, prevedono condizioni agevolate per chi acquista immobili in classi elevate.

Ma non si tratta solo di convenienza. Avere una buona classe energetica significa anche vivere meglio: meno spifferi, temperatura più stabile, aria più pulita e consumi sotto controllo. In un periodo in cui l’energia ha costi instabili, poter contare su una casa efficiente diventa una garanzia concreta. E per chi possiede immobili da ristrutturare, investire in isolamento, infissi e impianti efficienti è spesso l’unico modo per adeguarsi ai requisiti di domani.

Le direttive europee e l’orizzonte della riqualificazione

Il tema si inserisce in un quadro normativo più ampio. L’Unione Europea ha fissato obiettivi chiari: neutralità climatica entro il 2050 e riduzione delle emissioni nel settore edilizio. Questo significa che molte abitazioni, soprattutto quelle più vecchie, dovranno essere riqualificate nei prossimi anni.

Già oggi, per usufruire di bonus fiscali come l’Ecobonus o il Superbonus, è obbligatorio migliorare di almeno due classi energetiche. E i nuovi edifici devono rispettare standard sempre più stringenti. In prospettiva, è possibile che dal 2030 in poi gli immobili in classe G o F non potranno più essere venduti o affittati senza interventi.

La transizione energetica passa anche da qui. Si prevede una spinta importante alla riqualificazione, con incentivi, ma anche vincoli. Per i proprietari, questo significa che rimandare gli adeguamenti energetici potrebbe tradursi in svalutazioni e difficoltà burocratiche. Alcuni Comuni stanno già introducendo obblighi locali per gli edifici pubblici, e nel medio periodo potrebbero toccare anche il settore residenziale.

Il futuro dell’edilizia italiana sarà sempre più legato all’efficienza. E la classe energetica sarà uno strumento centrale, non solo tecnico ma economico e strategico. Chi lo capisce oggi potrà trovarsi in vantaggio domani, sia in termini di risparmio che di opportunità sul mercato.

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