Striscia di Gaza, Israele è al lavoro su un nuovo corridoio militare

Le implicazioni a lungo termine di questa iniziativa, presentata come una misura temporanea e operativa, preoccupano gli analisti e i cittadini palestinesi

Negli ultimi mesi, la situazione nella Striscia di Gaza ha conosciuto un’accelerazione drammatica, con Israele che intensifica la sua presenza militare attraverso la costruzione di nuove infrastrutture. Una delle più significative è la creazione di un corridoio militare che isola la parte settentrionale della Striscia. Questa iniziativa, come indicato dall’esercito israeliano, è presentata come una misura temporanea e operativa, ma le implicazioni a lungo termine suscitano preoccupazioni e dubbi tra gli analisti e i cittadini palestinesi.

Dettagli sul nuovo corridoio militare

Secondo le informazioni emerse e le indagini condotte dalla BBC, il nuovo corridoio militare di Israele si estende per nove chilometri, collegando la costa del Mediterraneo al confine israeliano, attraversando la Striscia da ovest a est. Questa nuova struttura, che si aggiunge ad altri corridoi già esistenti come il “Philadelphi” e il “Netzarim”, ha un’importanza strategica fondamentale per il controllo militare della regione. Le immagini satellitari mostrano chiaramente i lavori in corso, che hanno portato anche alla distruzione di edifici e alla liberazione di terreni agricoli, creando una sorta di cuscinetto tra le zone militari e le aree civili.

L’isolamento delle comunità palestinesi

Le nuove infrastrutture non servono solo a facilitare le operazioni delle forze armate israeliane, ma hanno l’effetto collaterale di isolare completamente le comunità palestinesi nel nord della Striscia, come quella del campo profughi di Jabalia e le città circostanti di Beit Hanoun e Beit Lahia. Gli oltre 100.000 palestinesi che avevano ricevuto ordini di evacuazione non possono fare ritorno alle loro case, mentre l’ONU denuncia l’impossibilità di fornire aiuti umanitari essenziali, come cibo e materiali medici, a una popolazione già sotto pressione.

Motivazioni e conseguenze della costruzione del corridoio

Questa situazione ha sollevato interrogativi sulla reale motivazione dietro la costruzione del corridoio militare. L’esercito israeliano afferma che la nuova via serve a limitare i movimenti dei militanti di Hamas, ma in realtà sembra impedire ogni forma di passaggio, compresi quelli umanitari, creando un vero e proprio assedio per chi vive in quella zona. Le stime indicano che ancora 60.000 palestinesi si trovano nel nord della Striscia, incapaci di accedere a beni di prima necessità e in una condizione di crescente vulnerabilità.

Un piano di divisione della Striscia di Gaza?

In questo contesto, molti analisti ritengono che la costruzione del corridoio militare faccia parte di un piano più ampio di divisione della Striscia di Gaza, che mira a garantire un controllo duraturo da parte di Israele. Questa analisi si allinea con le posizioni espresse da alcuni membri del governo di Benjamin Netanyahu, i quali non nascondono l’intenzione di annettere la parte settentrionale della Striscia. L’idea di una divisione territoriale trova supporto anche nei cosiddetti “piani dei generali”, tra cui il noto piano Eiland, che prevede il controllo del nord della Striscia e l’allontanamento forzato della popolazione civile.

Le polemiche sul piano Eiland

Il piano Eiland, presentato a settembre 2023, ha suscitato polemiche, poiché prevede azioni che potrebbero essere classificate come crimini di guerra. Secondo il suo ideatore, il generale in pensione Giora Eiland, l’obiettivo è quello di neutralizzare la minaccia di Hamas attraverso misure drastiche, tra cui l’uso della fame come strumento di pressione. Questa proposta ha portato a indagini internazionali nei confronti del governo israeliano, già accusato di genocidio dalla Corte internazionale di giustizia.

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