Centenario Futurista (1909-2009)
LO SPECCHIO
Là,
in un angolo della mia stanza
è un
sudicio vecchissimo specchio
ovale, una
luce oscena che riflette
male
abbastanza.
Cosa
mi guardi, brutto sfacciato d’uno specchio?
Cosa
mi guardi? Cosa ti credi,
ch’io
abbia paura di te,
sudicissimo
indumento vecchio?
Un
dí o l’altro ti faccio in mille pezzi, vedi!
Sfacciato!
Ti credi di prender
la mia
faccia, perché la tua
ti manca,
la mia poverina
è bianca,
ma la tua, che non hai,
è quella
d’un piú sudicio
stagno vecchio.
Là
sempre quella faccia
impassibile,
uguale, nell’angolo
della mia
stanza quella luce
che
riflette male.
La
mia è uguale sempre,
la tua è
sempre uguale,
qual è la
nostra, quale?
Lo
sai tu? Lo so io?
T’odio?
e talora, ahimé, t’amo,
con tutto
l’odio mio!
E
t’avvicino, vincendo
la
stomachevole ripugnanza
della
presenza oscena
che vuoi
tenere dentro la mia stanza.
Bianco
sei tu, bianco son io.
M’avvicino
impassibile, e tu
impassibile
ti fai avvicinare.
Di’,
mi rifletti o mi rigetti?
Tu
mi fai vedere un uomo
che mi fa
pietà!
Che
faccia bianca!
Tutto
uguale il volto!
Se
chiudo gli occhi
quell’uomo
costà
mi sembra
morto.
Che
uniformità di bianco
su quella
faccia!
tutta
impastata e infarinata,
come
quella d’un piccolo pagliaccio
inconscio
della sua vestitura
e della
sua truccatura
messagli
per necessità.
Sotto
l’occhio sinistro
il
palpito si vede
d’una
stella rossa,
che per la
sua vivacità
sembra
continuamente mossa.
È
strano un pochino
veramente
vedere
in un
cielo di biacca
una
stella di rubino.
Quei
capelli rossi,
rossi e
ricciuti!
L’attaccatura
alla fronte
non potrebbe
essere piú bella,
ogni
ciocca si parte
per una
via a capriccio
e finisce
in un anello
o in un
riccio.
Quell’enorme
mantello
rosso mi
abbaglia gli occhi -
Ho
paura... t’odio, specchio vile,
cosa mi
fai vedere?
Un
uomo che mi fa
paura, un
uomo
tutto
rosso, che orrore!
Via
quell’uomo, via quell’uomo,
specchiaccio
maledetto!
No,
guarda:
voglio
riavvicinarmi a te,
voglio
vincere l’orrore…
Guarda:
ci ritorno,
forse
nuove e lunghe ore,
forse
tutto un giorno
con te, mio
strano compagno.
Dimmi,
che vita vivi tu?
Che
vita vivo io?
Strane
vite tutte e due!
Perché
mi fai vedere un uomo
che mi
mette paura?
Perché
lo fai?
Io
non ti guardo per veder me, sai?
Io
guardo perché t’odio,
e perché t’amo,
ahimé!
Io
t’odio perché ti guardo,
t’odio perché
se ti guardo non ti vedo,
t’odio perché
non ti credo.
Perché
non mi dici allora
se quello
che tu mi fai vedere
son veramente
io?
Aldo
Palazzeschi
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