Centenario Futurista (1909-2009)

 

 

 

DOVE STANNO BENE I FIORI

 

I ciclami, nei chiostri di marmo.

Le ortensie, nelle rosse Certose.

Le margherite, nei prati.

Le viole, tra le foglie secche lungo i fossi.

La malva, nelle pentole dei poveri, alle finestre.

Gli oleandri, nei vestiboli dei ricchi.

Le rose, dentro gli orti di campagna.

I tuberosi, nei giardini dei collegi.

Le aquilegie, nei cortili dei castelli antichi.

Le ninfče, come bianche lavandaie, sotto i ponti.

Gli edelvai, vicino ai nidi delle aquile.

I convolvoli, nelle siepi delle strade.

I glicini, sui ruderi.

L’edera, come una decorazione verde

intorno agli alberi veterani.

I gigli, sugli altari e in processione.

Le orchidee, simili ad aborti, nei bicchieri.

Le azalče, nelle chiese protestanti.

Le camelie, nei vasi di maiolica sulle scale.

I narcisi, davanti agli specchi.

I garofani rossi, nella bocca delle amanti.

I crisantemi, sulle tombe e nelle tavole.

I pensč, come maschere curiose alle finestre.

I papaveri, nel frumento.

I begliuomini dai fiori ascellari

simili ad arlecchini, negli orti delle zitelle.

Le violacciocche, lungo i viali delle passeggiate.

I semprevivi, nelle camere dei malati e davanti ai santi.

I gelsomini, alle finestre degli ospedali.

I funghi, nei boschi umidi

nelle travi marcite

e nell’anima mia.

 

 

                                                  Corrado Govoni

 

                                                 (da Gli aborti, 1907)

 

 




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