L’acqua
infetta le sponde dell’oblio
che
sempre cerco – come viandante –
sulla
strada senza riposo
come
una mèta già sorpassata
silenzio
aria
di pini
vertigini
di
fronte all’uscita
troppa
luce
ricorda
disperatamente invece
brilla
la
mia materia si fonde
in
esplosione violenta e violetta
che
sia la prima vibrazione sana?
l’aura
e l’aureola e l’aurora
tempo
congiungiti con le mie diramazioni
non
sorpassarmi
non
avanzarmi
sii
uno col mio spazio unico
e
il senso interno che mi guida a tracciato
dall’esterno
–
fonditi.
Patrizia Vicinelli
(da Non sempre ricordano,
a cura di C. Bello Minciacchi, Le Lettere, 2009)
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