LVII

 

 

Chi è la donna che dimora nel mio cuore.

quella per sempre sepolta?

La corteggiai e non la conquistai.

Le offrii ghirlande e cantai le sue lodi.

Un fugace sorriso brillò fugacemente

sul suo viso, poi svanì.

«Non trovo alcuna gioia in te» sospirò lei,

piena di tristezza.

 

Le comperai anelli preziosi e le feci vento

con un ventaglio intarsiato di gemme,

le donai un letto dal telaio d’oro.

Nei suoi occhi rifulse un raggio d’allegria

e poi si spense.

«Non trovo alcuna gioia in queste cose»

gemette lei, piena di tristezza.

 

La feci salire su un carro trionfale

e la condussi da un capo all’altro del mondo.

Cuori conquistati si prostrarono ai suoi piedi,

scrosci d’applausi salirono al cielo.

L’orgoglio le accese gli occhi per un istante,

poi glieli velò di lacrime.

«Non trovo alcuna gioía nelle conquiste»

gridò lei, piena di tristezza.

 

Le chiesi: «Dimmi, chi cerchi?».

«Cerco uno sconosciuto» rispose.

Passarono i giorni e lei sospirava:

«Quando giungerà il mio amore,

lo sconosciuto, affinché possa conoscerlo per sempre?».

 

 

 

                                              Rabindranath Tagore 

                                          

                                       (da Il paniere di frutta, SE 1992,

                                           trad. di Brunilde Neroni)

 




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