Danza di marinai

 

Giungono marinai in folla

al suon dei tamburi

fuori dalle mura di Babilonia,

Cavallucci di legno

spumano, un torvo

cielo come un rinoceronte offeso

 

osservava il rollio dei frangenti sui loro cavalli a dondolo e con Glauco,

Madama Venere sul sofà del mare in lana di cavallo!

Proprio dove Lord Tennyson aveva scritto con l’alloro in capo un Gloria gratis,

a bordo di un iceberg boreale giunse Vittoria; ella

sapeva che la grande statua in memoria del Principe Alberto riflette i colori dei vivai fioriti

e dell’iceberg boreale; continuando a navigare vedono

appena nata dalle acque Madame Vénus per il cui amore di lontano

si mise in marcia l’Imperatore ciccione e a strisce zebrate di Zanzibar,

dove come tanti splendidi mazzi di fiori sorgono Asia, Africa e Catai,

tutti gettati ai piedi di quell’ambigua signora dal gottoso Scià.

Venne Capitan Fracassa, robusto e solido come una botte per l’acqua piovana, si accompagnò

a Ser Bacco nel tracannare coppe di nero sangue di negra uva

colta tra le vigne in tessuto scozzese

sotto un vento peloso il cui dolore la vecchiaia

non riusciva a disseccare – come scoiattolo con una noce d’oro.

La Regina Vittoria seduta scandalizzata sul cavalluccio

di un’onda, disse al poeta laureato: «Questo visone naturalmente

è furbo come una lince e più nero di quel vino e quasi

caldo come un ottentotto, senza esagerare!

 

«Davvero, il visone,

     ella disse,

e il vino,

     potete dirlo anche voi,

 

tengono caldi come un ottentotto e... via! non è roba per me!».

 

 

                                                                  Edith Sitwell   

                                      

                               (da Da Hardy a Davie – la moderna poesia inglese,

                               Edizioni Accademia 1976, a cura di Giorgio Miglior)

 

 

 

 

Hornpipe

 

Sailors come

To the drum

Out of Babylon;

Hobby-horses

Foam, the dumb

Sky rhinoceros-glum

 

Watched the courses of the breakers, rocking-horses and with Glaucis

Lady Venus on the settee of the horsehair sea!

Where Lord Tennyson in laurels wrote a gloria free

In a borealic iceberg came Victoria; she

Knew Prince Albert’s tall memorial took the colours of the floreal

And the borealic iceberg; floating on they see

New-arisen Madam Venus for whose sake from far

Came the fat and zebra’d emperor from Zanzibar

Where like golden bouquets lay fat Asia, Africa, Cathay,

All laid before that shady lady by the fibroid Shan.

Captain Fracasses stout as any water-butt came, stood

With Sir Bacchus both a-drinking the black tarr’d grape’s blood

Plucked among the tartan leafage

By the furry wind whose grief age

Could not wither – like a squirrel with a gold star-nut.

Queen Victoria sitting shocked upon the rocking-horse

Of a wave said to the Laureate, «This minx of course

Is as sharp as any lynx and blacker-deeper than the drinks and quite as

Hot as any hottentot, without remorse!

 

       «For the minx,»

            Said she,

       «And the drinks,

          You can see

 

Are hot as any hottentot and not the goods for me!»

 

 




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