AGLI STUDENTI

Studenti, studenti, il vostro futuro è instabile come una fila di denti finti.
L'ottanta per cento di voi sarà merce di scarto, non richiesta.
Il capitale si poggerà sempre più sugli squadroni di polizia.
La crescita economica si esprimerà nell'abbondanza di uniformi, azzurre, verdi e nere.
Lo sapevate che l'America investe nella pubblica istruzione meno che
in picchiatori e in nuove prigioni?
In una famiglia media con tre figli anche qui fra un po'
la ragazza sarà puttana o commessa, il ragazzo carceriere o agente dei servizi segreti,
e suo fratello carcerato o poeta.
Aprite gli occhi, guardate i cittadini trascinati come una mandria di vacche
ammaestrate, cullate nell'illusione di farsi branco di lupi!
E perciò, studenti, con me ripetete il mantra
che gratis imparerete dal vostro maestro:
"Ogni bambino arabo la cui casa è stata bombardata appartiene al mio popolo
e mi è più caro del ministro del tesoro con in capo la papalina
che salta e capriola vacuo davanti al vitello d'oro!"


Aharon Shabtai

Dall'antologia Poeti israeliani (Einaudi, 2007)
a cura di Ariel Rathaus



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