Tetra, umida e colma d’echi è
l’aria;
dolce è il bosco e non pauroso. La
croce
leggera di passeggiate solitarie
in spalla porterò di nuovo, docile.
E verso la patria indifferente
s’alza
di nuovo – anitra selvatica – un rimbrotto:
ad un vivere oscuro prendo parte
e del mio star qui solo non ho
colpa.
Rintrona uno sparo. Sopra il lago
Sonnolento è greve adesso il volo
delle anatre,e si specchiano
nell’acqua
pini che il doppio essere
frastorna.
Cielo opaco dallo strano riverbero
–
nebbioso dolore universale –
oh, lascia che rimanga anch’io
nebbioso
e lascia che per te non provi
amore.
1911,
28 agosto 1935
Osip Mandel’štam
(da Ottanta
poesie,
trad.
di Remo Faccani,
Einaudi, 2009)
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