AMINA
Ordini la birra al telefono
con la sicurezza di una donna che parla tre lingue
e che spinge le parole in contesti sorprendenti.
Dove trovi tutta questa serenità?
È come se tu non avessi mai lasciato la casa paterna
perché in tua presenza questa devastazione
involontaria
questa veemenza
che libera i miei sensi dalla loro oscurità?
Che cosa devo fare
quando la stanza d'albergo mi offre
un'amica decisamente perfetta
senonché le colpisco il viso
con una volgarità di cui sono degna
e una grossolanità ben scelta.
Stupisciti allora!
Sono onesta
ti lascio più della metà dell'aria della stanza
e in cambio tu mi vedrai unica
tu che hai vent'anni più di mia madre
indossi colori vivaci
e non invecchierai mai.
Amica mia infinitamente perfetta
perché non esci adesso?
Potrei accoglierti entrando nei grigi bauli
provando i tuoi abiti troppo eleganti.
Perché non esci lasciandomi tutto l'ossigeno?
Forse il vuoto dietro di te mi spingerebbe
a mordermi le labbra pentita
guardando il tuo spazzolino da denti
familiare e… bagnato.
Iman Mersal (Egitto - 1966)
(da Non ho peccato abbastanza, antologia di poetesse
arabe contemporanee, a cura di Valentina Colombo,
Oscar Mondadori 2007)
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