Un risucchiare l’essere dal nulla
Un risucchiare l’essere dal nulla,
Un ricupero affannoso
E vano delle perdute cose,
Un fidare a fidente fanciulla
La nostra eternità amorosa.
Un costringere nel supposto vero
La nostra realtà sempre di ieri,
Un balbettare insoddisfatto
Dei nostri spiriti vitali,
Un venir meno al patto
Di Dio con noi mortali,
Un fare esplodere d’un tratto
La nostra vita larvale,
La nostra ipocrisia giacente
Nel cilindro delle apparenze,
Il bestemmiare la vita,
Il levar carmi ad un’impresa ardita
Che glorifica il mondo
E lascia nudi noi nel nostro fondo…
Orsù, lettore, non ti aspetterai
Che questa frase si concluda mai.
Tommaso
Landolfi
(Viola di morte, Adelphi, 2011)
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