Mi hanno prestato una villa
(…)
V
Levati, sposa, dolce corpo nelle tenebre,
socchiudi gli occhi, riconosci l’alta mensolatura
della villa prestata
e sulle pareti l’insolito biancore.
Cominciamo il nostro anno
affrontando il tramontano
che ruzza con la sua nevicata.
Andiamo a snidarlo nel covo, appena nato,
tra i due sommoli rosa incanalato!
Come soffia serrato,
e buca con mille aghi di gelo
nei lunghi bastioni che ha trincerato.
Deve spoltrir nuvole vecchie, ostinate,
sbandare la timida mantra che scirocco a tappe notturne tenta
insinuare
trecento miglia da monte a monte spazzare
per compor senza sbagli il tenuissimo cielo invernale.
E noi, sposa, ogni giorno crearci nell’amore
risollevare segnale di casa
riascoltarci, diversi, nella verità del dolore.
Bambini nostri, vi offriamo
questi ghiaccioli canditi,
la mano nella mano
i nostri cuori uniti.
*
Monte Morello, capodanno 1914
Piero Jahier
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