Mi hanno prestato una villa

 

(…)

 

V

 

Levati, sposa, dolce corpo nelle tenebre,

socchiudi gli occhi, riconosci l’alta mensolatura

della villa prestata

e sulle pareti l’insolito biancore.

Cominciamo il nostro anno

affrontando il tramontano

che ruzza con la sua nevicata.

Andiamo a snidarlo nel covo, appena nato,

tra i due sommoli rosa incanalato!

Come soffia serrato,

e buca con mille aghi di gelo

nei lunghi bastioni che ha trincerato.

Deve spoltrir nuvole vecchie, ostinate,

sbandare la timida mantra che scirocco a tappe notturne tenta insinuare

trecento miglia da monte a monte spazzare

per compor senza sbagli il tenuissimo cielo invernale.

E noi, sposa, ogni giorno crearci nell’amore

risollevare segnale di casa

riascoltarci, diversi, nella verità del dolore.

Bambini nostri, vi offriamo

questi ghiaccioli canditi,

la mano nella mano

i nostri cuori uniti.

 

 

*  Monte Morello, capodanno 1914 

 

 

 

                                                    Piero Jahier

 

                                    




Il contatore dei visitatori Shiny Stat è attivo da dicembre 2006