CORAGGIO DEL POETA (seconda stesura)
Non sei forse congiunto a tutto ciò che vive?
La stessa Parca non ti nutre come ancella?
E allora va! va pure inerme
Lungo la vita e non temere nulla!
Ciò che accade sia per te sempre benedetto,
 Si tramuti in gioia! e cosa potrebbe
Offenderti, cuore! cosa
Accaderti, là dove tu devi?
Da quando con un soffio di pace sgorga
Il canto da labbra mortali, e utile in gioia e dolore
La nostra melodia rallegra
Il cuore degli uomini, anche noi,
Noi, i cantori del popolo, amiamo stare tra chi vive
In molta compagnia, lieti e a ognuno inclini,
A ognuno aperti; così è pure
Il nostro avo, il Dio del sole,
Che a poveri e ricchi concede la gioia del giorno
Che nel tempo fugace noi, effimeri,
Regge dritti nelle dande
Dorate, come fanciulli.
Lo aspetta, e lo accoglie, quando l’ora giunge,
Il suo flutto purpureo; guarda! e la nobile luce
Discende, esperta del passaggio,
Lungo il sentiero, imperturbabile.
Finisca allora, quando sarà il tempo
E lo spirito avrà ovunque i suoi diritti, muoia allora
Nel fervore della vita
La nostra gioia, ma di una morte bella!
Friedrich Hörderlin
(Tutte le liriche, a cura di Luigi Reitani, Mondadori, 2001)
Dichtermuth (Zweite Niederschrift)
Sind denn dir nicht verwand alle Lebendigen,
Nährt die Parze denn nicht selber im Dienste dich?
Drum, so wandle nur wehrlos
Fort durchs Leben, und fürchte nichts!
Was geschiehet, es sei alles gesegnet dir,
Sei zur Freude gewandt! oder was könnte denn
Dich belaidigen , Herz! was
Da begegnen, wohin du sollst?
Denn, seitdem der Gesang sterblichen Lippen sich
Friedenathmend entwand, frommend in Laid und Glück
Unsre Weise der Menschen
Herz erfreute, so waren auch
Wir, die Sänger des Volks, gerne bei Lebenden
Wo sich vieles gesellt, freudig und jedem hold,
Jedem offen; so ist ja
Unser Ahne, der Sonnengott,
Der den fröhlichen Tag Armen und Reichen gönnt,
Der in flüchtiger Zeit uns, die Vergänglichen,
Aufgerichtet an goldnen
Gängelbanden, wie Kinder, hält.
Ihn erwartet, auch ihn nimmt, wo die Stunde kömmt,
Seine purpurne Fluth; sieh! und das edle Licht
Gehet, kundig des Wandels,
Gleichgesinnet hinab den Pfad.
So vergehe denn auch, wenn es die Zeit einst ist
Und dem Geiste sein Recht nirgend gebricht, so sterb’
Einst im Ernste des Lebens
Unsre Freude, doch schönen Tod!
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