IMPROMPTU
Alla
radio uno cantava:
«Nella
via dei Tordi a Rüdesheim» -
ero
tramortito:
Tordi,
ma questo è proprio un giorno di primavera,
chissà
cosa pendeva dai muri,
zampillava,
cinguettava, forse era un verdechiaro -
nel
cuore un balzo in alto, non già il vecchio cuore di oggi,
ma
quello giovane ancora, dopo un giorno di passeggiata,
inebbriato
e stanco.
Anche
chi mai bevve vino,
qui
trovò cose d’oro al suo palato
si
batté la polvere dal vestito,
poi
su un giaciglio
col
tascapane sotto la testa,
l’uno
e l’altra non avevano nulla dentro,
se
non qualcosa per le evenienze
dell’indomani.
Un
paio di scarpe. Un figlio delle muse.
Allora
era Liliencron il mio dio,
gli
scrissi una cartolina illustrata.
Gottfried
Benn
(da
Aprèslude,
trad. di Ferruccio Masini,
Einaudi
– Torino, 1966)
* IMPROMPTU
Im
Radio sang einer
«In
der Drosselgaß zu Rüdesheim» -
ich
war erschlagen:
Drosseln,
das ist doch wohl ein Frühlingstag,
wer
weiß, was über die Mauern hing,
quoll,
zwitscherte, sicher Hellgrünes -
das
Herz stieg auf, noch nicht das alte jetz
das
junge noch, nach einem Wandertag,
berauscht
und müde.
Auch
wer nie Wein trank,
hier
gab man Goldenes an seinen Gaumen
schlug
sich den Staub vom Rock,
dann
auf ein Lager
den
Rucksack unter den Kopf,
die
beide nichts enthielten
als
für des nächsten Tags
Gelegenheiten.
Ein
Paar Schuhe. Ein Musensohn.
Damals
war Liliencron mein Gott,
ich
schrieb ihm eine Ansichtskarte.
Gottfried
Benn
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