Sognavo che ero morta e camminavo
l'ignoto scandiva impeti e campane
l'ignoto, quando tutti seguono la legge
dà la vertigine, una macchia il sole
all'improvviso, ricordava tracce di ideali:
penitenti bagnati sull'asfalto
accarezzano aria.
Seguitemi - dissi - ho mani divise
cerco un insensato forte luogo
di alghe e sesso
dove lo scenario ha puri battiti sfrenati
coperte nuziali ricamate di cielo.
Giovanna Sicari
(da Sigillo, Crocetti Editore, 1989)
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