LUCE RESIDUA
Ma sì, ma sì, anch’io sono qua, fra quelli
che resistono. È persino facile,
a paragone di Katowice o Montevideo.
Qua e là resti di campagna,
binari arrugginiti, calabroni.
Un fiumiciattolo, noccioli e ontani,
perché non sono bastati i fondi
per far piazza pulita. Sopra l’acqua lurida
il ronzio dei fili ad alta tensione
non mi disturba. Mi vuol convincere
che potrei leggere ancora un po’,
prima che faccia buio.
E se mi voglio annoiare,
ho la televisione, l’ovatta colorata
sugli occhi, mentre di fuori
i ragazzini suicidi sulle Honda
sgommano in tondo sulla piazza bagnata. Anche il fracasso,
anche la sete di vendetta sono pur un segno di vita.
In questa fioca luce prima del sonno
niente coliche, nessun vero dolore.
Come un lieve crampo nei muscoli
sentiamo, loro e io, sbadigliando,
di minuto in minuto il tempo
farsi più piccolo.
Hans Magnus Enzensberger
(da “Nuovi poeti tedeschi”
a
cura di Anna Chiarloni,
Einaudi, 1994)
RESTLICHT
Doch doch, ich gehöre auch zu denen,
die es hier aushalten. Leicht
sogar,
im
Vergleich zu Kattowitz oder Montevideo.
Hie und da Reste von
Landschaft,
rostende Eisenbahnschienen,
Hummeln.
Ein kleiner Fluß, Erlen und Haselnüsse,
weil das Geld
nicht gereicht hat
zur
Begradigung. Uber dem trüben Wasser
das Summen
der Hochspannungsmasten
stört mich nicht. Es redet mir
ein,
daß ich noch eine Weile lang
lesen könnte, bevor es dunkel wird.
Und wenn ich mich
langweilen will,
ist das
Fernsehen da, der farbige Wattebausch
auf den
Augen, während draußen
die
kindlichen Selbstmörder auf ihren Hondas
um den nassen Platz heulen. Auch der Krach.
auch die
Rachsucht ist noch ein Lebenszeichen.
Im halben Licht vor dem
Einschlafen
keine Kolik,
kein wahrer Schmerz.
Wie einen leichten
Muskelkater
spüren wir gähnend, sie und ich,
die von Minute zu Minute
kleiner werdende Zeit.
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