Caro giovane, poeta e affamato
dici di gloria e ti dico di tutto,
poi verranno studiosi editori
critici recensori (se vorranno,
se verranno, la gloria è casuale)
e marmo in maiuscole: È STATO
UN POETA – IL TEMPO L’HA PROVATO
e in tuo nome mangeranno.
Sempre chi vive mastica chi è morto,
se ancora non è morto lo si aiuta
(vitelli selvaggina anatre santi
cristi poeti anarchici innocenti).
Chi vive bene fa mangiare male
chi muore male fa mangiare bene:
questa è la religione universale.
Ricorda quello che ti sto dicendo
ragazzo ansioso della gloria:
vivo non vali niente, appena morto sali
(se torna il conto ai venditor di scale)
nel paradiso dello sfruttamento.
Non ci piangere, tale
è la vita sociale, il resto è vento,
caro amico drogato dalla fame
Pietro Cimatti
(Assolutamente fuori, Silva editore, 1971)
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