Il tempo ci rapisce, e il cielo è
solo
anche di queste rondini che il volo
intrecciano, pericolosamente,
come chi va cercando nella mente
qualche nome perduto…
e il ritrovarlo
nemmeno conta, poiché ormai è già
sera.
Eh sì! s’invecchia, e ritorna più
vera
la vita che già fu, rosa da un tarlo…
un tarlo che la monda. E vien la
sera.
E i pensieri s’intrecciano, e le
rondini.
E non siamo più noi; siamo i
profondi
cieli dell’esistenza, ahi come
intera
e profondissima, cupa, nel suo
indaco.
Carlo Betocchi
(da L’estate di San Martino, 1961)
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