11 .
Un tempo la città bianca era colma dei suoi passi
come un canto nelle finestre moriva
il suo sguardo rispecchiato e davanti a lui celava
il giorno l’occhio nel mezzo di cieli intorpiditi
che infocati gravavano sopra l’antico parco
dove nell’onda di suppliche esaudite
un sopore lo avvolse il cui verde flutto sfuggì
alla fonte dei soli quando con forza prodigiosa
angeli lo rapirono nei paesi più remoti
di montagne innevate donde il respiro dell’amica
fin quaggiù spirava vesti di lino
il fanciullo avvolsero cespuglio di granate
scintillanti si piegò sul capo stanco
la fronte coronata dal raggio dell’eterna luna.
Walter Benjamin
(Da Sonetti e poesie sparse, Einaudi, 2010,
a cura di Rolf Tiedemann)
11.
Einst
war die weiße Stadt von seinen Schritten
Wie
Sane erfüllt in ihren Fenstern starb
Sein
Blick gespiegelt und das Aug verbarg
Vor
ihm der Tag in stumpfer Himmel Mitten
Die
sengend hingen über altem Park
Wo
ihn im Wellenschlag gewährter Bitten
Schlummer
umfloß des grüne Flut entglitten
Dem
Born der Sonnen als ihn heimlich stark
Engel
entrückten in die fernsten Länder
Verschneiter
Berge wo der Freundin Atem
Hernieder
wehte linnene Gewänder
Den
Knaben hüllten schimmernder Granaten
Gebüsch
sich beugte übers müde Haupt
Vom
Strahle ewsen Monds die Stirn umlaubt.
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