di Massimo Mori
Un barcone di migranti nel Mediterraneo
Benché vessati e
grassati da gabelle e balzelli milioni di italiani,
una volta fratelli, generosamente contribuiscono ad associazioni ed istituzioni
votate ad aiutare i meno fortunati. Ci sono due valori che tendono allo stesso
risultato, la carità e la solidarietà. La prima emana da uno spirito religioso
senza condizioni, la seconda da un impegno laico tra eguali.
Dalla Caritas ad
Emergency una miriade di meritevoli iniziative che operano nell’assistenza e
nella ricerca attendono una generosità che non vogliamo mancare. Generosità più
alta delle onde oscure d’un malaffare che inonda e tracima nei meccanismi
corrotti di gestione del denaro corrente. Uno dei registi del malaffare non
molto tempo fa per lucrare sulla generosità italiana, augurava che l’anno seguente
portasse cataclismi e soprattutto schiere di migranti irregolari che solcano
mare dove un tempo le sirene attiravano Ulisse.
Mani levate per la solidarietà
mondiale
L’anno da poco
terminato portava invece a Firenze nella giornata mondiale della poesia indetta
dell’UNESCO, la manifestazione ‘Morte per
acqua’, come il titolo della poesia di T.S. Eliot, organizzata dall’associazione
Papini e da Multimedia 91. In Palazzo Vecchio nella sala dei 200 erano premiati
alcuni ragazzi per i loro componimenti, tra questi Claudio Corradi un ragazzo di quindici
anni dell’ITIS ‘Buzzi’ di Prato che non conosco, aveva scritto “…La speranza mi sta lasciando. Non mi
riscalda più. / Tremo. / Timore e freddo. / L’azzurro adesso non mi circonda
soltanto. / è dentro di me. / L’acqua
del Mediterraneo avvolge il mio corpo. / Il mio ultimo desiderio è che lo
trasporti laddove sono nato. / L’ultimo colore del Mediterraneo è il
nero.”
Veniva proiettato
il filmato ‘Disoriente’ che con l’artista tunisino Ahmed Ben
Diab avevamo realizzato ante litteram tra Firenze e Tunisi negli anni ’80. Tra
altri invitati ero chiamato nel salone a portare un contributo e mi presentavo impugnando
un megafono a pile di quelli che il crescente popolo dei manifestanti porta in
corteo. Pigiando un pulsante emette l’acuto suono d’una sirena e la feci urlare
tra una strofa e l’altra: “… Questa non è una poesia e il canto delle
sirene chiama ad altre urgenze… Illusi da una falsa promessa sfidano con
improbabili scafi incolmabili abissi… Le tasche degli scafisti si colmano dei
ricavi d’una interessata soldidarietà… Questa non è una poesia e il canto delle
sirene chiama ad altre urgenze…’
Il Guercino, Ulisse e le
sirene, Fondazione Zeri
In quel mare le
reti dei pescatori recuperano ancora cadaveri ma‘Le Reti di Dedalus’, come il sindacato
degli scrittori, raccoglie il valore della poesia. Una poesia in azione che
permea il fare quotidiano per dar senso con qualunque mezzo all’operare
solidale di molti.
***
Morte per acqua (da “La terra
desolata”)
Phlebas il Fenicio, da quindici giorni morto,
Dimenticò il grido dei gabbiani, e il profondo gorgo del mare,
E il profitto e la perdita.
Una corrente sottomarina
Gli spolpò l’ossa in sussurri. Mentre affiorava e
affondava
traversò gli stadi della maturità e della giovinezza
Entrando nei flutti.
Gentile o Giudeo
O tu che volgi la ruota e guardi sopravvento,
Considera Phlebas, che un tempo fu bello e ben
fatto al pari di te.
Thomas
Stern Eliot
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