- I -
Non ci vuole
quasi niente
a restare
alle volte
di una porta
che sbatte.
Lo scivolio
sui cardini,
botticelle
piene di cilindrica
possibilità,
‒ avrei certo
diffidato
di altra geometria ‒,
la cedevole cromatura
della maniglia,
il sussulto del legno
che rintrona,
il vetro
che trema e che sviene.
Non ci vuole
quasi niente:
ti siedi ti alzi
ti vesti ti spogli
cammini ti fermi
ti lavi e ti perdi
mentre,
il compasso della porta,
compie,
con sacro puntiglio,
l'inesorato arco
che la conduce
allo stipite della fine.
- II -
Non è la prima volta
che non inviti
le mie braccia
a ballare:
io c’ero,
seggiolante
ebete,
quando,
spenta
la musica,
sei sceso
per strada,
con le strofe
sulla lingua,
rumbando
al ritmo nocchiuto
della notte.
Non è la prima volta
‒ ma è l’ultima,
il tempo, si sa,
è prodigo di fato,
ma più spesso
alternativo ‒
che non ti allacci
con me,
spargendo
il broglio
di voto fedele
e di volteggio,
in un’ouverture
vorticante e derviscia,
sguainata
come verdetto divino.
Non è la prima volta
non è l’ultima
in cui sto
invalida di te
e delle tue gambe.
- III -
A chi volgi
discosto
la voce
quando
io sono
a perderla.
Se ne va in giro
non siede,
riempie
le stanze,
diviene suono
e senso
dovuto.
Si nasconde
tra lo sciupio
e l’abitudine
degli atri
domestici,
turbati
dalla luce
e abitati
dalla sera.
Si tace,
fuori e dentro
rimane,
senza il resto
del cuore,
viticchio
di filo lungo
che trapunta
il silenzio imbastito,
tessile il ricordo
e il suo reclamo.
A chi volgi
il vulno
della tua voce
che torna,
io remota
e vana.
- IV -
Uno scippo di luce
è la notte
che aggiorna,
rea
di sogno
e perversa
di ombra.
Un refuso
d’alba
segreta,
un solco
claustro
di stelle,
un’umida
bava
di lustro.
Si sversa
nel tuo
malgrado.
Dura un tempo
stanco
e ritroso.
Eppure
non duole.
* Marilina
Giaquinta è nata a Catania l’8 aprile 1959,
sposata, tre figli. Due lauree, una in giurisprudenza, una in scienze
politiche. Liceo classico. Tutto col massimo dei voti. È stata borsista presso
la cattedra di diritto del Lavoro con il prof. Massimo Dantona,
in seguito trucidato dalle BR. Nel 1986 ha superato il concorso per
vicecommissario e ora è dirigente della Polizia di Stato e presta servizio
presso la questura di Catania. Dal 1996 ad oggi è stata invitata come relatrice a parlare di
immigrazione, asilo e razzismo in convegni organizzati anche dall’Università di
Catania (giurisprudenza e Scienze Politiche). Ha studiato arabo, tedesco,
francese e inglese, lingue che però non ha avuto modo di praticare e che, nel
corso del tempo, ha perduto. Il 21 marzo 2014 ha pubblicato il suo primo libro
di poesie, presso le edizioni Le Farfalle (Valverde - Catania), che si intitola
Il Passo svelto dell’amore e che ha
venduto tutte le 500 copie stampate e che è andato in ristampa in un’edizione
ampliata con dieci nuove poesie e la prefazione della prof. Rosaria Sardo,
insegnante di Linguistica presso il Dipartimento di Scienze Umanistiche
dell’Università di Catania.