Questo progetto di
e-publishing, sostenuto dalla FUIS (Federazione Unitaria Italiana
Scrittori), nasce come sinergia
culturale ed operativa tra la Onyx Editrice e la web-review del Sindacato
Nazionale Scrittori “Le Reti di Dedalus”, che dal 2006 è una delle più
apprezzate e seguite pubblicazioni digitali di letteratura e cultura in Italia.
Nella rivista una costante attenzione è stata rivolta alle tematiche di
internet e alle trasformazioni tecnologiche che il cyberworld ha indotto anche
nel mondo dell’editoria. Passaggio significativo di questo impegno di analisi e
di discussione è stata l’ideazione e la realizzazione del convegno
“Letteratronica” svoltosi a Roma nel marzo del 2011, a cui hanno partecipato
numerosi e qualificati esponenti della comunità ciber-culturale nazionale.
Questa premessa serve a far
comprendere il motivo dell’incontro con Onyx e la decisione di dare vita ad una
iniziativa di editoria elettronica articolata in quattro collane di e-book:
1) Narrativa; 2) Poesia;
3) Critica e Saggistica varia;
4) Teatro.
La nostra linea di lavoro
è consacrata, in primo luogo, alla pubblicazione di proposte di scrittura di
qualità e di autori votati alla ricerca artistica. In particolare, vogliamo
proporre autori nuovi, autori esordienti, testi inediti e scritture fuori dal
circuito commerciale.
Accanto a questo
intendiamo ripubblicare testi di autori importanti dimenticati, libri oggi
introvabili, opere significative che hanno segnato la modernità novecentesca e
ingiustamente cadute nell’oblio. Quindi, un recupero di autori e di opere per
varî motivi scomparsi dal mercato, non più considerati interessanti
dall’editoria cartacea, da riproporre in digitale in modi ragionati, al fine di
una riscoperta critico-culturale ed estetica.
In terzo luogo, vogliamo anche
promuovere opere poliartistiche ovvero capaci di utilizzare l’intera dimensione
multimediale (video, audio, musica e grafica) del digitale.
In tal senso la ‘mission’
di questo progetto di editoria digitale dovrebbe, in particolare, contenere
un’evoluzione della definizione di e-book
in quella di e-opus, cioè di opera
elettronica, proprio per sottolineare la dimensione tecnoliguistica e
sinestetica complessa della creatività letteraria ed artistica nel mondo
digitale.
L’e-publishing, si dice,
è il futuro dell’editoria, ma è anche già il presente di generazioni che nascono
come ‘connected people’. Abitare la rete significa, allora, stare dentro una
grande trasformazione antropologica, culturale e editoriale. L’avvenire è già
oggi.
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Ebook online nella
collana Teatro:
Un mitica quotidianità
– Una Trilogia
di
Cinzia Villari
Scenari e iconografie di
epoche lontane in questa trilogia, sono il punto di partenza. Il mito si fa
ancora una volta racconto. Ma l’arcaico e il moderno si alternano, qui gli
abitanti dell’Olimpo aprono il cancello, escono dal mito e diventano umani
corpo, senso sentimento.
Lo sfondo è dunque il
presente, la dimensione il quotidiano, le loro storie sono maledettamente
terrene tutt’altro che divine.
Era, moglie di Zeus,
diventa protagonista di un “pasticciaccio brutto” scoppiato nel quartiere
Olimpo di una grande città senza nome.
Arianna sorella del
Minotauro, con la minigonna e una sigaretta tra le labbra si aggira inquieta
nei corridoi della sua villa labirintica. Qui è la provincia, qui la ricchezza
è un fatto.
In “Un disadorno motel”
gli umani e i semidei della narrazione mitica scelgono gli abiti dei vagabondi,
degli emarginati, diventano personaggi erranti che a notte si coricano in un
anonimo centro sociale, dove il caffè è un miraggio e l’orzo esiste se qualcuno
si ricorda di mandarlo.
Ma tutti gli abitanti di
questa trilogia forse per un naturale parallelo processo di umanizzazione e di
divinizzazione non perdono l’attitudine, che è degli umani quanto degli dei, di
oltrepassare i limiti del quotidiano per perdersi, confondersi e riconoscersi
in una ragione astratta, nella demenza, nella follia. In virtù anche di un
linguaggio-corpo brillante e ironico, musicale e drammaticamente coinvolgente,
sapientemente e integralmente teatrale.
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Quelli che si
alzano sulla punta dei piedi
(come se un giorno potessero
volare)
di Tiziana Lucattini
Undici testi teatrali per
una antologia che compendia un percorso drammaturgico trentennale di un’autrice
pluritradotta, premiata e rappresentata in Francia, Germania, Spagna, Belgio e
Stati Uniti.
“Ho scelto di raccontare
un’umanità ferita, piena di poveri mostri denigrati e arrabbiati … Ma alcuni di
loro tentano … oltre la soglia di chi vince e chi perde. Nei territori dell’equilibrio instabile,
vibrante di possibilità come una danza, un’acrobazia. Ecco, danzano, i miei
personaggi, potrei invitarli ad una festa, un po’ circense. E suonerebbero
anche: i loro dialoghi rotti, i loro dialetti mediterranei, le parole spurie o
da terre lontane, i loro silenzi di attese e mancanze, una madre, un padre, un nonno,
un bambino … che non c’è … o non viene
visto, come in un film di Buñuel … un’opera di Beckett …” (T. L.)
http://www.onyxebook.com/prodotto/quelli-che-si-alzano-sulla-punta-dei-piedi/
Ebook online nella
collana Narrativa:
Il divano non è un luogo comune
Blog
stracomunitario di Kamal
di Mohamed Malih
“Coso” a chi? Kamal non vuole appellativi selettivi. Ma rigetta aspro le
generalizzazioni. Kamal filtra il fumo delle relazioni umane e si scopre
annebbiato. Confuso ricettivo, fra confusi ciechi. Visita e registra sardonico
i compartimenti stagn(ant)i del melting-pot nostrano. Kamal è allergico alla
catalogazione identitaria. Al soliloquio posticcio dei mass media come al neo
umanesimo da “banco” dell’integrazione “chic”. Kamal passeggia o pedala per le
vie, scruta i monumenti decadenti, esplora i discount di frontiera, evita i
call-center, intasati di nostalgie e scarti di futuro. Kamal, alias Mohamed.
Alias. Marocchino dalla lingua ibrida e sfuggente, Kamal è un Io-nel-post. Deus
ex machina di un blog senza censure, un’anarchica curiosa prospettiva,
rovesciata e rovesciabile, che racconta Italia, italiani, stranieri, passeggeri
e controllori. Kamal testimonia frammentando provocatorio, consapevole e
sottilmente amaro i confini antropologici e sociali del proprio essere
“migrante”. Alter ego letterario dello “stracomuniario” veterano Mohamed Malih,
Kamal vive nella precarietà di una resistenza quotidiana tra esercizi di pseudo
civiltà. Trovando la “ribalta” nel web. Nel mezzo del fragore eppure al di là.
Dentro la “pagina” ma fuori dalle righe. Extra. Ex blog. Stra.
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Il peto di Camone
di
Stefano Docimo
Uscito per la prima volta
con il titolo Tratto di scena (flugfly),
edito da Dismisuratesti nel lontano 1986, su progetto grafico di Giovanni
Fontana e con una prefazione di Mario Lunetta, il testo di Stefano Docimo si
muove perspicuamente, macroscopicamente dalle parti di Finnegans Wake di Joyce. Vale a dire in un territorio parallelo se
non prossimo al più sfrenato, titanico esperimento di metamorfosi stilistiche e
di invenzioni linguistiche del Novecento, come scriveva allora sulle pagine di Paese Sera Marco Palladini. Non a caso
lo stesso Mario Lunetta nella prefazione evidenziava come fosse proprio la lingua a farla da
padrona, in uno scenario a cambio rapido e in un’ambientazione brutalmente
diacronica, in un romance avvitato su
più assi, corso a tutto campo, senza mai una pausa cronologico-spaziale e
infinite pause di riflessione, ripensamenti, cancellature, rafforzamenti, dubbi
espressi o lasciati intuire: il tutto in una stupenda lingua circense, che non
contiene messaggi ed è, esiste grazie solo alla sua presenza, ai suoi suoni
cristallini e ai suoi orribili rumori. Questa nuova versione, dal titolo Il peto di Camone, a distanza di oltre
un quarto di secolo, accentua ancor più quei caratteri d’indisciplinato
manierismo e di acutezza barocca che caratterizzavano l’opera sin dalla sua
prima uscita.
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Nell’ora che è d’oro
di Katia Ippaso
Oriente e Occidente fanno
cortocircuito in una trama ricca di sparizioni, omicidi, parole enigmatiche,
segreti che affiorano dal passato.
Nell’ora d’oro: l’ora del
crepuscolo, il momento in cui le cose trapassano, la luce si spegne e arriva la
notte a illuminare le zone più profonde, i movimenti inconsci e terrifici delle
creature che vivono nella New York di dopo l’11 settembre, sulla metro, per
strada, nelle case provvisorie e nelle scuole per stranieri. Nel gergo
militare, l’ora d’oro è però anche l’ora di chi sopravvive, l’ora in cui si
gioca il destino di un ferito grave. Morire è la fine della vita; ma
sopravvivere può essere un incubo, se il passato torna a visitarci.
Dall’introduzione
di Paolo Di Paolo:
“Si può stringere un
romanzo di formazione in un paio di stagioni? Anziché farlo durare anni,
scegliere di chiuderlo entro i confini di una primavera e di un’estate? Katia
Ippaso, in questo romanzo, ci è riuscita. Ha costruito nel dettaglio un fondale
che fa dei cambiamenti rapidi il proprio marchio, e che anzi non è solo un
fondale, ma un personaggio almeno quanto Giorgia, Keido e gli altri. New York,
il fondale-personaggio, agisce sulle azioni di chi la attraversa, spesso le
determina: l’autrice le registra convinta che un luogo non è mai solo un luogo,
siamo noi che lo abitiamo”.
“Se un giorno si
compilerà un’antologia di narrativa italiana, composta con pagine con vista
sull’America sospesa in uno dei suoi frammenti evolutivi, questo romanzo di
Katia Ippaso, in tanti suoi brani, dovrà ottenere un diritto inconfutabile di
accesso. Penso alle pagine che ci hanno avvicinato all’America di lontane
stagioni, e comunque investita da differenti processi di transizione: le pagine
di Soldati, i taccuini di Calvino, le note di Guido Piovene.” (Maurizio Barletta)
http://www.onyxebook.com/prodotto/nellora-che-e-doro/
Geco
di
Gualberto Alvino
“Nel panorama ‘agnostico’ delle
lettere patrie, segnate perlopiù da merci aleatorie, inscritte in una lingua
affetta da piaggeria autoconsolatoria, quantomai inerme e inadatta ad
esautorare la piaga assai duttile della stupidità collettiva, cui ci ha del
resto abituato una odierna conduzione di programmi, non solo televisivi, ma
comunque ritmati dal mantra pubblicitario del costume, non solo italiota; in
una tale selva di scempiaggini, variamente costruite al solo scopo di far
cassa, l’apparizione d’un’opera, come Geco di
Gualberto Alvino, segnata invece da profonda contrarietà e ‘gnosticismo’
feroce, volto a ribaltare, con lucida quanto crudele spietatezza, quello che di
scontato sembrerebbe esserci ammannito, come per ammaestramento alla
mansuetudine di schemi e chiacchiere, buone soltanto a renderci convinti di
saperla lunga ‒ e quindi di non saperla affatto ‒ o per
accomodamento sintattico e logistico, viene da Geco ricondotto
al parolaio e alla pesantezza che merita”.
Da Oltre la ferita, postfazione di
Stefano
Docimo al romanzo di Gualberto Alvino
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Lettere in trappola –
confessione in pubblico
di
Nevio Gàmbula
Lettere
in trappola è una raccolta di lettere scritte da Nevio Gambula e indirizzate a
un amico immaginario, dentro le quali sono inseriti, volta per volta, commenti
sugli eventi politici tra gli anni 2010 e 2013, brevi note teoriche sul lavoro
dell’attore, frammenti di narrazioni, composizioni in versi e note filosofiche.
Un modo di fare interagire la vita di tutti i giorni con la scrittura, in un
cortocircuito dove il “dentro” del soggetto è immediatamente anche il “fuori”
del mondo (e viceversa), in un continuo rinfrangersi della parola sui suoi
infiniti doppi. Lettere in trappola è parte del monumentale Libro della
sparizione, che raccoglie tutte le opere di Nevio Gambula; ne rappresenta, per
così dire, la nuda esposizione delle sue verità più intime.
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Ebook online nella
collana Poesia:
Vita
zero – 1962
di Lamberto Pignotti
Dalla Prefazione di Marco Palladini:
“Vita
zero fu originariamente pubblicato nel 1962. Una data a cavallo tra il
1961 in cui uscì l’antologia dei Novissimi che segna l’apparizione
della neo-avanguardia poetica e l’anno successivo che vide la nascita del
Gruppo 63, a cui Lamberto Pignotti partecipò, anche se da una postazione
laterale. Perché in quello stesso 1963 lui aveva creato con Eugenio Miccini,
Lucia Marcucci e Giuseppe Chiari il Gruppo 70, portabandiera in
Italia della ricerca verbovisiva. […]
Siamo nell’Italia del Boom economico, ovvero nel cuore dell’avvento del Moderno
in un paese che si sta tumultuosamente (e con innumeri contraddizioni)
trasformando da società rurale-contadina in una società
industriale-commerciale. È in questo clima neo-capitalistico che anche la
sonnacchiosa letteratura italiana incomincia a reagire […]
Rileggere
oggi Vita zero significa, allora, riguardare con le armi della poesia
intelligente quel passaggio storico, cruciale della vicenda italiana, dopo il
quale nulla fu più eguale a prima. Uno spaziotempo storicamente determinato
dove il dissenso artistico era, comunque, gravido di futuro e lo ‘zero’ della
vita era come il prolegomeno di una ‘numerazione’ e significazione del mondo
ancora tutta da fare e/o da battagliare. Ovvero l’esatto contrario della
situazione presente dove parrebbe che la ‘conta’ sia finita e nessun conto
torna e che stiamo propriamente ‘a zero’, ossia davanti a un letale deficit di
futuro e di speranza poeto-politica.
Ma forse,
anche oggi, il vecchio ragazzo Lamberto Pignotti col suo indomabile spirito
ludico-eversivo non sarebbe d’accordo.”
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Tutti i versi
di
Gianni Toti
a cura e con introduzione
di Francesco Muzzioli
con un saggio di Silvia Moretti
“Lavorando a questo progetto reso possibile dalle nuove
modalità dell’e-book, ho avuto la sensazione di partecipare a una impresa di
grandi dimensioni, sia per la mole del materiale che si è andato raccogliendo,
ma soprattutto per il netto contrasto che questa, per quanto parziale, totalità
viene a rappresentare di contro al nulla, ossia rispetto alla mancanza di
qualsiasi pubblicazione totiana sul mercato attuale dei libri di poesia. Il
mercato si riempie la bocca con il verdetto della concorrenza: ma la
concorrenza, quella vera, presupporrebbe la compresenza e le pari opportunità,
perché poi ci si potesse confrontare secondo le qualità proprie di ognuno. Come
si concorre se si è stati esclusi dalla gara? Di fronte alla cancellazione non
restava altro da fare che rimettere in corso (o in corsa, visto che si parla di
gare) i versi di Toti. E già che ci si era, dato che l’e-book non presenta
limiti di spazio, offrirlo per intero, almeno entro i limiti di cui sopra.
Anche perché mi è sembrato un bel rovesciamento passare dal nulla al tutto, uno
di quei rovesciamenti, come si vedrà, che costituiscono il fulcro della
dialettica anche in casa Toti, quella sua dialettica della totalità o TOTIlità,
come lui avrebbe detto”.
Dalla
Prefazione di Francesco Muzzioli, “Tutti i versi di Toti, Toti in tutti i versi”.
http://www.onyxebook.com/prodotto/455/
Poema dello Schermo
di Marco Buzzi Maresca
con due note
critiche di Francesco Muzzioli e Marco
Palladini
“Se si
escludono la casualità delle occasioni editoriali e della generosità e
disponibilità dei proponenti, nonché i miei personali rigiri nevrotici, c’è
qualcosa di più strutturale che ha impedito a questa mia opera di vedere la
luce prima e per tempo (la composizione va dal 1994 al 2006). La
scrittura che la informa si basa infatti su una processualità di inabissamento
dialettico corporeo, di decostruzione ricostruzione dell’identità che, pur
escludendo il falso fantasma totalitario della totalità, mira comunque alla
riconquista del percetto di unità e integrità (diversi dalla totalità, e
aperti, aperti all’altro), ad una riconquistata uscita nel ‘mondo’, previo
scardinamento della selva delle ‘immagini-prigione’ , sociali, personali,
consce e inconsce. Oltre e a latere dell’alienazione e dell’inautentico, prima
e dopo le ferite e il tragico.
Tuttavia,
nel suo farsi, l’esplorazione si è rivelata sempre più un viaggio
costituzionalmente ‘aperto’, ‘non finito’. E’ dunque un poema
intrinsecamente ‘in fieri’, incompiuto, e suscettibile di ulteriori stazioni.
E’ l’espressione di un mondo pulsatorio, il diario di una congrega di scatti e
contro scatti, il sotterraneo della quotidiana esistenza. E’ dunque un
parto postumo e prematuro, ed è giusto che sia così. Non c’è una conclusione, e
non si può dire se l’inautentico sia stato, se non sconfitto, almeno
debilitato, o se sia una forzata convivenza al dialogo.
Forse il
lettore prenderà la sua decisione…”
Dalla Nota
dell’Autore al Poema dello schermo
http://www.onyxebook.com/prodotto/466/
Labiale
di Antonio Amendola
«Nel suo stringato Labiale Amendola è sedotto dal materico cantare che
gli frulla nella testa e nelle orecchie. Aperte all’esterno e verso l’interno.
Per progetti sonori e ipotesi di ascolti. Un canto stringato. Dicevamo. Non
solo perché succinto. Addensato intorno a pochi grumi di testo. Ma perché di
brevi stringhe è composto. Stringhe in vibrazione. Com’è nella teoria. Un
poema partitura para-permutazionale dove le parole scherzano di verso in verso
scambiandosi di posizione. Un gioco di allineamenti e di riallineamenti brevi.
In mostra per offrirsi alla pronuncia quasi a caso. Dove la permutazione non
esaurisce il campo delle possibilità. Come per Brion Gysin. Ma coglie solo
talune opportunità. Occasioni parafunzionali.
Musica testuale. Le parole della musica a venire. Perché si punta
sull’azione. Sulla parola che verrà. “La voce spinge”. Annota Antonio Amendola.
Si va verso lo spazio”. È là che “La scrittura prende forma”. Divenendo corpo.
Poesia come macchina corporea. Dove tutto fluisce e sfuma. Insomma. E poi da
capo. Dove conta solo la garanzia della ciclicità del dire inutile.»
(dalla prefazione di Giovanni Fontana)
http://www.onyxebook.com/prodotto/labiale/
326
poesie dal mondo per una storia d’amore
di Maria Gabriella Bruni,
Isabella Nicchiarelli
“Un esperimento riuscito il percorso intrapreso da Maria Gabriella
Bruni e Isabella Nicchiarelli, che con arte hanno saputo coniugare prosa e
poesia, dando vita a una storia coinvolgente. L’idea innovativa di inserire
un’antologia della poesia mondiale nella cornice di una storia d’amore ha in
realtà radici lontane. Un tale affondo nella tradizione nulla toglie
all’originalità dell’operazione, che assume, ovviamente, tutt’altro carattere.
Due appassionati professionisti delle humanae litterae, Zoé e Gordon, ci guidano nel ricchissimo viaggio
e ci aiutano ad attraversare il vasto campo della poesia mondiale. Il cammino
del lettore, accompagnato dai suoi anomali Virgili, si fa piacevole,
alleggerito dal vivace parapiglia amoroso dei due personaggi, ma allo stesso
tempo non rinuncia a soste di riflessione, analisi, affinamento degli strumenti
critici. […]
Le due autrici mostrano, sia nella scelta dei testi che nella
caratterizzazione di Gordon e Zoé, capacità di mimesi e conoscenza delle
dialettiche umane. Il racconto è tenuto vivo da numerosi cambi di ritmo e da un
fantasioso susseguirsi di situazioni in cui la poesia, che permea la vita dei
personaggi, affiora e diviene protagonista […] poetesse e poeti che è un
piacere leggere e conoscere, rileggere e riconoscere, perché meticolosa e
instancabile è stata l’opera di ricerca e di scrittura di Maria Gabriella Bruni
e Isabella Nicchiarelli, lascio però ai lettori la curiosità e il desiderio di
immergersi in queste acque imprevedibili e avvolgenti, nelle innumerevoli
declinazioni dell’amore”.
Dalla Prefazione di Dacia Maraini
http://www.onyxebook.com/prodotto/326-poesie-dal-mondo-per-una-storia-damore/
La poesia
greca oggi – La generazione del ’70 e dell’’80
Antologia
a cura di Crescenzio Sangiglio
Una importante e preziosa antologia della poesia greca
contemporanea di autori, inediti in Italia, che riguarda due generazioni di
poeti: quelli nati tra il 1940 e il 1952, che hanno
cominciato a pubblicare le loro opere dal 1970 in poi e quella dell’80, cioè
gli autori nati tra il 1950 e il 1962 che pubblicano dal 1980 sino adesso.
«Zafirìu rileva un fatto che si definirebbe “strano”, anche
se in verità potrebbe essere “un brutto e cattivo segno”, e cioè che la poesia
è l’unica arte rimasta fuori dal campo delle professioni: “teatro, musica,
pittura, scultura, danza, cinema… arti-professioni, arti per vivere, arti per
profitti… arti che hanno le loro azioni nell’economia internazionale. E nessuno
dubita della qualità. Nessuno contesta i creatori”. La poesia è la sola a non essere un’arte-professione!
“Perchè mai nessuna società ha sponsorizzato l’edizione di un libro di poesie?”
si chiede ancora Zafirìu. Giusto il suo rilievo. E la sua sorpresa. Com’è
giusta anche la sua domanda (che è pure risposta): “Finalmente forse è meglio
così?, e in effetti non si può non riflettere sul fatto che la poesia non
professionalizzandosi, ha forse potuto mantenere, in tempi venali come questi
ultimi trent’anni, la propria autonomia espressiva, la propria libertà di
coscienza e la propria protezione da contaminazioni e compromessi di lucro.» (C. S.)
http://www.onyxebook.com/prodotto/la-poesia-greca-oggi/
Ebook online nella
collana Saggistica:
Gli eretici dell’infanzia
di Domenico Donatone
L’eresia
di Domenico Donatone è una sfida lanciata al centro dalla periferia: un
percorso che dal meridione giunge fino ai centri del potere culturale per
mostrarne, sempre con discrezione, l’inconsistenza. Attraverso l’opera di
scrittori che (alle volte) si studiano a scuola, egli ci mostra un percorso
personale attraverso la sua infanzia e giovinezza. Dentro questo motivo
scaturisce un libro quale Gli eretici
dell’infanzia: divulgativo, mnemonautico e mai accademico. Un libro che è
un metalibro, un libro che vuole marcare un territorio senza abitazione, in cui
il lettore apprende che la letteratura è ragione di vita per chi vuole
anzitutto determinare spazi di reazione e di sfida.
http://www.onyxebook.com/prodotto/gli-eretici-dellinfanzia-2/
Patrizia Vicinelli. La poesia e l’azione
di
Jonida Prifti
Questo
libro è uno studio sulla poetessa Patrizia Vicinelli. Osservare la sua poesia
multidisciplinare, caratteristica peculiare del suo lavoro, significa
volgere la propria attenzione al carattere integralmente “fisico” di
quest’ultima: un aspetto che la contraddistingue nel panorama della letteratura
italiana del suo tempo. E vuol dire interrogarsi, anche, sui motivi della
marginalità che continua tutt’oggi ad oscurare un’opera, come la sua, accesa da
irripetibili esecuzioni vocali, che fanno da sceneggiatura alla sua vita, alla
sua autenticità, ai dolori, assenze, vuoti, che contrappuntano il suo esistere:
contenuti pulsionali espressi in una formula che, benché espressa dalla
protagonista di un’esperienza-limite, ha un carattere universale. Una presenza
scenica, la sua, che non è semplicemente teatrale (come pure qualcuno ha
sostenuto), ma incontra direttamente la vita: una forma di sofferenza e
d’insofferenza che pulsa dentro la parola detta; come Loredana Magazzeni
afferma: “Scrittura e vita coincidono, di più, scrittura e vita coincidono in
modo universale…”.
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Aforismi del vento contrario
di
Désirée Massaroni
Aforismi del vento contrario è un’opera prima, una breve raccolta di aforismi scritti
da Désirée Massaroni e suddivisi in varie sezioni in cui si denuncia:
l’ipocrisia massimalista veterofemminista, la morta classicità dell’istituto
familiare ed educativo, la fine dell’Eros, lo svuotamento e il disagio
psico-culturale delle giovane generazioni, coloro che sotto l’etichetta di
intellettuali (pseudo-anti-capitalisti) realizzano il discorso del capitalista accalcandosi in serate
finto-letterarie alla ricerca dei quindici minuti di celebrità warholiana,
lottando per ‘esclusive’ tribù scrittorie.
“Désirée Massaroni assomma diverse qualità, la più
singolare concerne la sua lingua, coperta per natura da una membrana così
ruvida che non vi è differenza con una lima, infatti scortica, sbuccia con
violenza tutto quello che diventa oggetto della sua attenzione. Con questa
stessa lingua batte sulle carie dei nostri sperdimenti storici: riecheggia ma
non ripete, taglia ma non lacera, lasciando intatti i labbri delle attuali
ferite antropologiche (….). Désirée Massaroni si trova all’esterno del Sistema
delle Lettere e lancia la sua sfida antagonistica. Se ne avvertiva il bisogno”.
(dalla prefazione di Donato
di Stasi)
http://www.onyxebook.com/prodotto/aforismi-del-vento-contrario/
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