di
Anna Santoliquido

La
giornalista e scrittrice Marcella
Continanza
(Foto
Antoski)
L’emigrazione interessa
da secoli il Sud d’Italia. I nostri conterranei hanno raggiunto paesi lontani,
portando con sé l’estro e la nostalgia. Nel 1971, di ritorno da un viaggio di
studio a Londra, ho visitato per la prima volta la Germania, soffermandomi
soprattutto a Emmendingen, nei pressi di Friburgo, dove risiedevano i miei
fratelli. Ho incontrato famiglie provenienti da tutte le regioni del Meridione.
Rimasi stupita dalla vivacità dei loro dialetti, dal culto del Santo Patrono e
dall’attaccamento alle tradizioni delle zone di provenienza. Alla vigilia di
Natale assaporai persino i dolci e le pietanze tipiche delle nostre contrade. Elementi
che avevo ravvisato anche nella comunità lucana della capitale britannica.
Tra gli intellettuali
italiani residenti nella terra di Goethe vi è la giornalista e scrittrice
Marcella Continanza. Nativa di Roccanova, in provincia di Potenza, ha vissuto a
Castellammare di Stabia, Como e Venezia. Ha diretto la rivista “Vietato fumare
– Tutto cinema e dintorni” (Milano 1984-1986) ed è stata redattrice dei
quotidiani “La Provincia di Como” e “Il Diario di Venezia”.
Nel 1986, decisa a
concedersi un anno sabatico, raggiunse il fratello Francesco a Francoforte sul
Meno. A poco a poco ha subito il fascino della metropoli (e del suo fiume), scegliendo
di restarci. La città fieristica è il centro finanziario della Germania e uno
dei principali in Europa. La Continanza ha ricevuto nuovi impulsi nel luogo
dove confluiscono poeti e scrittori da ogni angolo del globo. Si pensi alla
Fiera Internazionale del libro considerata tra le più importanti al mondo.
Marcella all’inizio della permanenza in
Germania inviava delle corrispondenze al giornale “La Provincia di Como” e alla
stampa femminile italiana. Il suo sguardo sull’emigrazione si è posato particolarmente sui soggetti deboli: i
bambini e le donne per i quali ha organizzato eventi culturali miranti a
valorizzarne la fantasia. Difatti, dal 1989, per quattro anni, ha allestito nelle
biblioteche tedesche la mostra sul libro italiano per ragazzi. Frequentando
l’ambiente dei connazionali è approdata al settimanale “Corriere d’Italia” dove
ha ricoperto la carica di redattrice per un decennio.
L’Autrice roccanovese ha riunito intorno a sé le
emigrate italiane, conferendo loro ruoli di protagoniste. L’utilizzo
dell’idioma di origine ha dato la stura a varie iniziative. I laboratori di
poesia e gli incontri con gli autori hanno alimentato un dibattito che è
giovato alla promozione della lingua di Dante. Tra gli scrittori ospitati a
Francoforte si menzionano Gina Lagorio, Gianluigi Nespoli, Dante Maffia, Marisa
Fenoglio, etc.
La poesia
è stata l’amalgama della operatività culturale della Continanza che nel 1991 ha
ideato la rassegna “Donne e poesia”, dedicata alle italiane che continuano a
comporre nella lingua madre (tra esse la siciliana Rosa Spitaleri residente a
Colonia). Nel 1993 ha costituito l’Associazione Donne e Poesia “Isabella Morra”
che dal 1997 edita anche il giornale “Clic-Donne 2000”, fondato e diretto dalla
stessa Continanza.
Il
periodico è un ottimo raccordo tra le donne volitive che operano in Italia e
quante lavorano nella nazione teutonica. Si occupa di integrazione, riportando spesso storie autentiche come quella di
Lidia Stella, un’emigrata di Stio, in provincia di Salerno, che si è realizzata
a Rheinfelden (“città industriale, fredda, sconosciuta”), passando dalla
comunicazione “a gesti” a quella in tedesco.
Tra
le attività culturali della Continanza vi è il Festival della Poesia Europea (Frankfurter Europäsches
Poesiefestival) ideato
nel 2008 e del quale ha assunto la direzione artistica. Nel 2011 il Festival ha
ricevuto la medaglia del Presidente della Repubblica Italiana Giorgio
Napolitano e la targa del Sindaco di Napoli.
L’ottava
kermesse, presieduta come di consueto
dal noto poeta greco Titos Patrikios, si svolgerà dal 22 al 25 maggio 2015 e
coinvolgerà nomi affermati di varie città d’Europa che declameranno i loro
versi nelle location più accreditate
della città.

Marcella
Continanza è una apprezzata scrittrice di versi e di prosa. Per la narrativa ha
pubblicato: Le
oblique magie, Il Falco Editore, Milano 1980, Il giorno pellegrino, ivi 1982, Io e Isabella, Zambon Verlag, Frankfurt
a. M. 2007.
In poesia ha dato alle stampe:
Piume d’angeli. Poesie, Zambon Editore, Frankfurt a. M.
1996,
Rosas nocturnas
- Rose notturne,
Ediciones Nadereau, Santiago de Cuba
1999, Graffiti
per
Santiago di Cuba. Poesie,
Il Torrione Verlag, Frankfurt a. M. 2001, Passo
a due voci. Poesia d’amore, Libro Press, Castelfranco Veneto 2002, Sotto lo scialle, Associazione Isabella
Morra, Frankfurt a. M. 2005.
Ha curato le antologie: Venezia come (1981), Immagini d’Italia (1994), Viaggio nel nuovo cinema
italiano
(1997), Donne e poesia (1998), Ricordando De Sica (2000), il saggio: Totò dopo Totò (1998) e la guida
turistica Cartolina da Francoforte (1992).
Sue poesie sono state tradotte in tedesco e in spagnolo e pubblicate su riviste
letterarie e in antologie: Agenda-libro.
2003-2008, a cura del Comitato internazionale 8 marzo, Perugia 2009, Es gab einmal die Alpen, Thelem Verlag, Dresden
2005, Als Dichter in Deutschland,
Thelem Verlag, 2011.
Riguardo alla Continanza il
critico letterario Gino Carmine Chiellino ha scritto: “Nei suoi Taccuini irrompe, più che la poesia colta e cosmopolita,
quell’universo metaforico e immaginifico che appartiene a un nomade poeta
mediterraneo finito a Francoforte, città che “è una lettera d’amore che non si
apre”.
La poesia della Continanza è
essenziale. Lei ricama parole impastate di terra e di acqua, includendo il
vissuto nella natia Lucania e il periodo trascorso a Castellammare di Stabia
dove si è trasferita con la famiglia all’età di otto anni. La dimensione
europea del suo segno creativo è una conquista dolorosa e lieve. L’erranza
dell’anima, lo scontro tra la realtà e la fantasia la logorano e la sublimano.
Nella silloge Graffiti per Santiago di Cuba il viaggio
è conoscenza e ricerca di sé. La bellezza dei luoghi, il richiamo dei simboli
(il Che ad esempio), il calore dell’amicizia, l’incontro con i poeti attivano
il dialogo con l’Io. L’Autrice si scopre bambina e in perfetta sintonia con il
mare, la luce, le rose. Il desiderio d’amore la pervade fino a farle scoprire
quel sorriso che “dorme nel cuore”.
Il poeta Nespoli nell’Introduzione
ha dichiarato: “in pochissime poesie, in pochi libri, ho ritrovato la tensione,
il sentimento d’amore di Marcella per la “Perla del Caribe”. (…) Marcella
possiede un raro dono: l’arte di creare, con rapide, fuggevoli immagini, la
poesia dell’anima”.

Passo a due voci ha una struttura poematica
che ricorda il Cantico dei Cantici. Il
volume, diviso in tre parti, è impregnato di sentimento e di eros, di mito e di
realtà. L’amore è il nucleo intorno
al quale girano tutti i pianeti: “il mio e il tuo nome / s’attorcigliano come
riccioli / ai fili del telefono”. E poi: “pelle e sangue fusi nell’incontro /
il seno mostra i suoi ventagli / partono dalle ginocchia singhiozzi di / piacere
e mettono nei ventri carminio / amore”. Già nella seconda parte il “passo a due voci” scricchiola e secerne dolore.
L’abbandono e la gelosia diventano i tiranni della pagina. La scrittura accampa
diritti e “una sillaba di raso / si avvolge viva bianca attorno alla caviglia”.
La terza parte, introdotta
dai versi di Mario Luzi, contiene l’amarezza della perdita e lo struggimento
del cuore. I ricordi sanguinano, poiché la vertigine dei baci ha ceduto il
posto a una parola nera: “separazione”. La ferita dell’inganno mina
l’ostinazione “e la felicità muore”. La notte, non più complice degli amanti, è
diventata ombra maligna. Restano le domande, la solitudine e “la vita così
com’è…”. La verità vacilla e solo il sogno conta le orme, i versi e il
desiderio della poeta di farsi “viaggio - abitare il vento”. Marcella,
purificata dal silenzio e dalla sofferenza, si sveglia alla vita “senz’armi / -
leggera”.
L’altrove e la leggerezza
ricompaiono nel volumetto In viaggio con
la Sibilla (Tipografia Cotticelli, Castellammare di Stabia 2011) curato
dalla Continanza a seguito del recital omonimo
organizzato nel Palazzo Reale di Quisisana il 22 settembre 2011. Le notizie
sulla Sibilla sono accompagnate dai versi di autori classici (tra cui Plutarco,
Virgilio, Ovidio, Dante, etc.) e dai componimenti di sette autori contemporanei.
La Nostra, suggestionata
dalle rappresentazioni iconiche della profetessa (attraverso i quadri del
Guercino, Michelangelo, Cerrini ed altri) si specchia nel mito e viaggia nelle
parole e nel tempo. Rivede il suo passato, scrive su foglie che sono linfa e
vento. Un cammino dentro e fuori di sé che richiede energia e abnegazione.
Lungo la via gli squarci di luce illuminano il “sogno di ragazza”, la casa
sulla collina, “i fianchi del Vesuvio”. Lei cerca “l’oracolo nascosto”, si
districa nel “labirinto di foglie / sparse”. Viaggio e vagabondaggio si
intersecano. La lotta con il “dio padrone-predone” è all’ultimo sangue. Lei cammina
sola “immigrata fra tanti” sotto un “cielo straniero”. Si avvita alle parole,
ne fa casa.
Il viaggio svela l’immagine
vera della Sibilla: “una / di noi / indifesa”. Un “corpo di donna / rubato dal
mare”. Un “corpo che odorava / di mirto / di giglio”. Ciò che rimane “fra le
pietre del tempo “ è “un nudo canto / di cicala / ubriaca di luce”. Il canto e
la luce sono obiettivi preziosi: rappresentano la meta perseguita a costo della
vita.
Per l’attenzione prestata
all’emigrazione femminile in Germania
Marcella Continanza ha ricevuto una medaglia d’argento dal Presidente della
Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, mentre per l’impegno civile profuso dal suo
giornale e per la qualità della sua scrittura e della sua poesia ha ottenuto
l’onorificenza di Cavaliere al Merito della Repubblica da parte del Presidente
Giorgio Napolitano.
Per “Le reti di Dedalus” ha
inviato cinque liriche inedite composte in periodi differenti, ma che
sostanzialmente ripropongono le tematiche a lei care: l’amore, la nostalgia, il
credo nei sogni, lo scorrere del tempo, la solitudine, l’anelito alla pace, la
“storia tradita”. Nel cuore e nella mente vibrano i ricordi e gli affetti. I
colori e le atmosfere della patria lontana si uniscono a quelli della terra di
elezione, giacché la Continanza accoglie il nuovo e la speranza. La curiosità,
la ricerca e l’apertura al futuro sono tra le componenti più interessanti del
suo viaggio umano e culturale. I pensieri e i sentimenti trasmigrano di
continuo. I versi si accendono di passione
e di pathos espressi con un
linguaggio terso, denso di metafore, rime interne e assonanze. Un lirismo
neoclassico che odora di Magna Grecia e di postmoderno.
Seguono i testi: “Invece di
una lettera d’amore”, “Scorre il tempo
sopra le stagioni”, “Dietro il muro”, “Taccuino”, “Ho sete di papaveri
lucani”.

******
INVECE DI UNA
LETTERA D’AMORE
per Carlos
Roberto
Ti vedo come cercatore d’oro
con tamburo di stelle.
Nello zaino la lingua dei tuoi avi.
Affoghiamo la nostalgia
nel vino del Reno
in bicchieri tintinnanti brindisi
per sogni in arrivo.
Chiedo per te un salvacondotto
invece di una lettera d’amore
***
Scorre il tempo sopra le stagioni
l’odore del gelsomino mi avvicina
alle notti d’estate
quando lo specchio della spada
non si era infranto
e la stella Polare era guida.
Ora il silenzio succhia le date
degli arrivi e partenze
degli incontri
mentre mi si sfila dalle dita
l´anello della Musa
e sono sola
nell’alleluia della festa
DIETRO IL MURO
Come in un film
da pellicola consumata
la pace bloccata
si aggira in delirio.
Smorfie di morte
cristallizzate
alzano il respiro
danzano
ghermiscono.
Non ci sono lapidi
né nomi dietro il muro
ma sogni
sogni bruciati
raggomitolati in fili ribollenti
di storia tradita.
E la parola del Profeta
come polvere
TACCUINO
La betulla indossa la mia nostalgia
così posso entrare
nel giorno
accogliere la cantilena della città
la memoria del fiume
cercare il cappello di Goethe
la casa di Anna
e dell’apfelwein
la storia
chi mi presterà la curiosità
e la leggerezza dell’incontro?
non mi specchierò nei grattacieli
ma nel piede
di Carlo
come figlia che cerca il padre
o lo sposo
perché ho ceduto l’azzurro
e la fotografia di me bambina
per bere vino nuovo
sono scarpe i miei sogni
e la veste ha colori liberi
abitata dal sole
la mia casa
- porto d’inverno.
Frankfurt am Main
ottobre 1986
HO SETE DI PAPAVERI
LUCANI
Si china la luna
sul fiume
e - semina ricordi odor di grano sull’aia
la festa copre la tavola
suona la fisarmonica la
ragazza di Craco e canta
“dove sei perduto amore
ti cercherò, ti troverò”
mia madre
accompagna il canto
con il riso sulla fronte
beve malvasia mio padre
tra amici e contadini
e accese girandole
io li guardo
sono i miei primi amori
lui, una virgola di cielo libero
lei, un punto fermo nel sole
“ti cercherò, ti troverò”
spia l’assenza la luna
si spande la sua estiva
nel fiume
e io
ho sete di papaveri lucani
20.8.1998
