LETTERATURE MONDO
SGUARDO DAL SUD (25)
Marcella Continanza:
una scrittrice lucana
in Germania

      
Un ritratto critico dell’autrice di Roccanova che si è stabilita in terra tedesca, a Francoforte sul Meno alla fine degli anni Ottanta. Ricevendo nuovi impulsi letterari, ma continuando a comporre versi nella lingua madre e riunendo attorno a sé le emigrate italiane, dando loro ruoli di protagoniste, organizzando anche il Festival della Poesia Europea (‘Frankfurter Europäsches Poesiefestival’). In coda cinque suoi testi in esclusiva per Le Reti di Dedalus.
      




   

 

di Anna Santoliquido

 

 

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La giornalista e scrittrice Marcella Continanza

(Foto Antoski)

 

 

L’emigrazione interessa da secoli il Sud d’Italia. I nostri conterranei hanno raggiunto paesi lontani, portando con sé l’estro e la nostalgia. Nel 1971, di ritorno da un viaggio di studio a Londra, ho visitato per la prima volta la Germania, soffermandomi soprattutto a Emmendingen, nei pressi di Friburgo, dove risiedevano i miei fratelli. Ho incontrato famiglie provenienti da tutte le regioni del Meridione. Rimasi stupita dalla vivacità dei loro dialetti, dal culto del Santo Patrono e dall’attaccamento alle tradizioni delle zone di provenienza. Alla vigilia di Natale assaporai persino i dolci e le pietanze tipiche delle nostre contrade. Elementi che avevo ravvisato anche nella comunità lucana della capitale britannica.

Tra gli intellettuali italiani residenti nella terra di Goethe vi è la giornalista e scrittrice Marcella Continanza. Nativa di Roccanova, in provincia di Potenza, ha vissuto a Castellammare di Stabia, Como e Venezia. Ha diretto la rivista “Vietato fumare – Tutto cinema e dintorni” (Milano 1984-1986) ed è stata redattrice dei quotidiani “La Provincia di Como” e “Il Diario di Venezia”.

Nel 1986, decisa a concedersi un anno sabatico, raggiunse il fratello Francesco a Francoforte sul Meno. A poco a poco ha subito il fascino della metropoli (e del suo fiume), scegliendo di restarci. La città fieristica è il centro finanziario della Germania e uno dei principali in Europa. La Continanza ha ricevuto nuovi impulsi nel luogo dove confluiscono poeti e scrittori da ogni angolo del globo. Si pensi alla Fiera Internazionale del libro considerata tra le più importanti al mondo.

Marcella all’inizio della permanenza in Germania inviava delle corrispondenze al giornale “La Provincia di Como” e alla stampa femminile italiana. Il suo sguardo sull’emigrazione si è posato particolarmente sui soggetti deboli: i bambini e le donne per i quali ha organizzato eventi culturali miranti a valorizzarne la fantasia. Difatti, dal 1989, per quattro anni, ha allestito nelle biblioteche tedesche la mostra sul libro italiano per ragazzi. Frequentando l’ambiente dei connazionali è approdata al settimanale “Corriere d’Italia” dove ha ricoperto la carica di redattrice per un decennio. 

L’Autrice roccanovese ha riunito intorno a sé le emigrate italiane, conferendo loro ruoli di protagoniste. L’utilizzo dell’idioma di origine ha dato la stura a varie iniziative. I laboratori di poesia e gli incontri con gli autori hanno alimentato un dibattito che è giovato alla promozione della lingua di Dante. Tra gli scrittori ospitati a Francoforte si menzionano Gina Lagorio, Gianluigi Nespoli, Dante Maffia, Marisa Fenoglio, etc.

La poesia è stata l’amalgama della operatività culturale della Continanza che nel 1991 ha ideato la rassegna “Donne e poesia”, dedicata alle italiane che continuano a comporre nella lingua madre (tra esse la siciliana Rosa Spitaleri residente a Colonia). Nel 1993 ha costituito l’Associazione Donne e Poesia “Isabella Morra” che dal 1997 edita anche il giornale “Clic-Donne 2000”, fondato e diretto dalla stessa Continanza.

Il periodico è un ottimo raccordo tra le donne volitive che operano in Italia e quante lavorano nella nazione teutonica. Si occupa di integrazione, riportando spesso storie autentiche come quella di Lidia Stella, un’emigrata di Stio, in provincia di Salerno, che si è realizzata a Rheinfelden (“città industriale, fredda, sconosciuta”), passando dalla comunicazione “a gesti” a quella in tedesco.

Tra le attività culturali della Continanza vi è il Festival della Poesia Europea (Frankfurter Europäsches Poesiefestival) ideato nel 2008 e del quale ha assunto la direzione artistica. Nel 2011 il Festival ha ricevuto la medaglia del Presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano e la targa del Sindaco di Napoli.

L’ottava kermesse, presieduta come di consueto dal noto poeta greco Titos Patrikios, si svolgerà dal 22 al 25 maggio 2015 e coinvolgerà nomi affermati di varie città d’Europa che declameranno i loro versi nelle location più accreditate della città.

 

 

 

Marcella Continanza è una apprezzata scrittrice di versi e di prosa. Per la narrativa ha pubblicato: Le oblique magie, Il Falco Editore, Milano 1980, Il giorno pellegrino, ivi 1982, Io e Isabella, Zambon Verlag, Frankfurt a. M. 2007.

In poesia ha  dato  alle  stampe: Piume  d’angeli. Poesie, Zambon  Editore, Frankfurt  a.  M. 1996,

Rosas  nocturnas - Rose  notturne, Ediciones  Nadereau, Santiago  de  Cuba  1999,   Graffiti  per

Santiago di Cuba.  Poesie, Il Torrione Verlag, Frankfurt a. M. 2001, Passo a due voci. Poesia d’amore, Libro Press, Castelfranco Veneto 2002, Sotto lo scialle, Associazione Isabella Morra, Frankfurt a. M. 2005.

Ha curato le antologie: Venezia come (1981), Immagini d’Italia (1994), Viaggio nel nuovo cinema

italiano (1997), Donne e poesia (1998), Ricordando De Sica (2000), il saggio: Totò dopo Totò (1998) e la guida turistica Cartolina da Francoforte (1992). Sue poesie sono state tradotte in tedesco e in spagnolo e pubblicate su riviste letterarie e in antologie: Agenda-libro. 2003-2008, a cura del Comitato internazionale 8 marzo, Perugia 2009, Es gab einmal die Alpen, Thelem Verlag, Dresden 2005, Als Dichter in Deutschland, Thelem Verlag, 2011.

Riguardo alla Continanza il critico letterario Gino Carmine Chiellino ha scritto: “Nei suoi Taccuini irrompe, più che la poesia colta e cosmopolita, quell’universo metaforico e immaginifico che appartiene a un nomade poeta mediterraneo finito a Francoforte, città che “è una lettera d’amore che non si apre”.

La poesia della Continanza è essenziale. Lei ricama parole impastate di terra e di acqua, includendo il vissuto nella natia Lucania e il periodo trascorso a Castellammare di Stabia dove si è trasferita con la famiglia all’età di otto anni. La dimensione europea del suo segno creativo è una conquista dolorosa e lieve. L’erranza dell’anima, lo scontro tra la realtà e la fantasia la logorano e la sublimano.

Nella silloge Graffiti per Santiago di Cuba il viaggio è conoscenza e ricerca di sé. La bellezza dei luoghi, il richiamo dei simboli (il Che ad esempio), il calore dell’amicizia, l’incontro con i poeti attivano il dialogo con l’Io. L’Autrice si scopre bambina e in perfetta sintonia con il mare, la luce, le rose. Il desiderio d’amore la pervade fino a farle scoprire quel sorriso che “dorme nel cuore”.

Il poeta Nespoli nell’Introduzione ha dichiarato: “in pochissime poesie, in pochi libri, ho ritrovato la tensione, il sentimento d’amore di Marcella per la “Perla del Caribe”. (…) Marcella possiede un raro dono: l’arte di creare, con rapide, fuggevoli immagini, la poesia dell’anima”.

 

 

 

Passo a due voci ha una struttura poematica che ricorda il Cantico dei Cantici. Il volume, diviso in tre parti, è impregnato di sentimento e di eros, di mito e di realtà. L’amore è il nucleo intorno al quale girano tutti i pianeti: “il mio e il tuo nome / s’attorcigliano come riccioli / ai fili del telefono”. E poi: “pelle e sangue fusi nell’incontro / il seno mostra i suoi ventagli / partono dalle ginocchia singhiozzi di / piacere e mettono nei ventri carminio / amore”. Già nella seconda parte il “passo a due voci” scricchiola e secerne dolore. L’abbandono e la gelosia diventano i tiranni della pagina. La scrittura accampa diritti e “una sillaba di raso / si avvolge viva bianca attorno alla caviglia”.

La terza parte, introdotta dai versi di Mario Luzi, contiene l’amarezza della perdita e lo struggimento del cuore. I ricordi sanguinano, poiché la vertigine dei baci ha ceduto il posto a una parola nera: “separazione”. La ferita dell’inganno mina l’ostinazione “e la felicità muore”. La notte, non più complice degli amanti, è diventata ombra maligna. Restano le domande, la solitudine e “la vita così com’è…”. La verità vacilla e solo il sogno conta le orme, i versi e il desiderio della poeta di farsi “viaggio - abitare il vento”. Marcella, purificata dal silenzio e dalla sofferenza, si sveglia alla vita “senz’armi / - leggera”.

L’altrove e la leggerezza ricompaiono nel volumetto In viaggio con la Sibilla (Tipografia Cotticelli, Castellammare di Stabia 2011) curato dalla Continanza a seguito del recital omonimo organizzato nel Palazzo Reale di Quisisana il 22 settembre 2011. Le notizie sulla Sibilla sono accompagnate dai versi di autori classici (tra cui Plutarco, Virgilio, Ovidio, Dante, etc.) e dai componimenti di sette autori contemporanei.

La Nostra, suggestionata dalle rappresentazioni iconiche della profetessa (attraverso i quadri del Guercino, Michelangelo, Cerrini ed altri) si specchia nel mito e viaggia nelle parole e nel tempo. Rivede il suo passato, scrive su foglie che sono linfa e vento. Un cammino dentro e fuori di sé che richiede energia e abnegazione. Lungo la via gli squarci di luce illuminano il “sogno di ragazza”, la casa sulla collina, “i fianchi del Vesuvio”. Lei cerca “l’oracolo nascosto”, si districa nel “labirinto di foglie / sparse”. Viaggio e vagabondaggio si intersecano. La lotta con il “dio padrone-predone” è all’ultimo sangue. Lei cammina sola “immigrata fra tanti” sotto un “cielo straniero”. Si avvita alle parole, ne fa casa.

Il viaggio svela l’immagine vera della Sibilla: “una / di noi / indifesa”. Un “corpo di donna / rubato dal mare”. Un “corpo che odorava / di mirto / di giglio”. Ciò che rimane “fra le pietre del tempo “ è “un nudo canto / di cicala / ubriaca di luce”. Il canto e la luce sono obiettivi preziosi: rappresentano la meta perseguita a costo della vita.

 

Per l’attenzione prestata all’emigrazione femminile in Germania Marcella Continanza ha ricevuto una medaglia d’argento dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, mentre per l’impegno civile profuso dal suo giornale e per la qualità della sua scrittura e della sua poesia ha ottenuto l’onorificenza di Cavaliere al Merito della Repubblica da parte del Presidente Giorgio Napolitano.

 

Per “Le reti di Dedalus” ha inviato cinque liriche inedite composte in periodi differenti, ma che sostanzialmente ripropongono le tematiche a lei care: l’amore, la nostalgia, il credo nei sogni, lo scorrere del tempo, la solitudine, l’anelito alla pace, la “storia tradita”. Nel cuore e nella mente vibrano i ricordi e gli affetti. I colori e le atmosfere della patria lontana si uniscono a quelli della terra di elezione, giacché la Continanza accoglie il nuovo e la speranza. La curiosità, la ricerca e l’apertura al futuro sono tra le componenti più interessanti del suo viaggio umano e culturale. I pensieri e i sentimenti trasmigrano di continuo. I versi si accendono di passione e di pathos espressi con un linguaggio terso, denso di metafore, rime interne e assonanze. Un lirismo neoclassico che odora di Magna Grecia e di postmoderno.

 

Seguono i testi: “Invece di una lettera d’amore”, “Scorre il tempo sopra le stagioni”, “Dietro il muro”, “Taccuino”, “Ho sete di papaveri lucani”.

 

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******

 

 

INVECE DI UNA LETTERA D’AMORE

 

                                               per Carlos Roberto

   

Ti vedo come cercatore d’oro

con tamburo di stelle.

Nello zaino la lingua dei tuoi avi.

Affoghiamo la nostalgia 

nel vino del Reno

in bicchieri tintinnanti brindisi 

per sogni in arrivo.

Chiedo per te un salvacondotto

invece di una lettera d’amore

 

 

***

 

 

Scorre il tempo sopra le stagioni

l’odore del gelsomino mi avvicina 

alle notti d’estate

quando lo specchio della spada

non si era infranto

e la stella Polare era guida.

Ora il silenzio succhia le date

degli arrivi e partenze

degli incontri

mentre mi si sfila dalle dita 

l´anello della Musa

e sono sola 

nell’alleluia della festa

    

 

 

DIETRO IL MURO

 

Come in un film

da pellicola consumata

la pace bloccata

si aggira in delirio.

Smorfie di morte 

cristallizzate

alzano il respiro

danzano

ghermiscono.

Non ci sono lapidi

né nomi dietro il muro

ma sogni

sogni bruciati 

raggomitolati in fili ribollenti 

di storia tradita.

E la parola del Profeta

come polvere

 

 

 

TACCUINO

 

La betulla indossa la mia nostalgia

così posso entrare

nel giorno

 

accogliere la cantilena della città

la memoria del fiume

 

cercare il cappello di Goethe

la casa di Anna

e dell’apfelwein la storia

 

chi mi presterà la curiosità

e la leggerezza dell’incontro?

 

non mi specchierò nei grattacieli

ma  nel piede di Carlo

come figlia che cerca il padre

o lo sposo

perché ho ceduto l’azzurro

e la fotografia di me bambina

per bere vino nuovo

 

sono scarpe i miei sogni

e la veste ha colori liberi

abitata dal sole

la mia casa

- porto d’inverno.

   

Frankfurt am Main  ottobre 1986

 

 

 

HO SETE DI PAPAVERI LUCANI

 

Si china la luna

sul fiume

e - semina ricordi odor di grano sull’aia

la festa copre la tavola

suona la fisarmonica la

ragazza di Craco e canta

“dove sei perduto amore

ti cercherò, ti troverò”

mia madre

accompagna il canto

con il riso sulla fronte

beve malvasia mio padre

tra amici e contadini

e accese girandole

io li guardo

sono i miei primi amori

lui, una virgola di cielo libero

lei, un punto fermo nel sole

“ti cercherò, ti troverò”

spia l’assenza la luna

si spande la sua estiva

nel fiume

e io

ho sete di papaveri lucani

 

 

20.8.1998

 

 

 

                  

 




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