Nel mar t’ha suo
e nelle sue parole
un sibilo lontano
che giunge arriva l’onda
cheto deliquio
in me sprofonda
com’ancora
(che mesta la deriva
del trepido vascello)
quandolcemente
nella sabbia
par ch’affonda
*
T’occhio
lontano
oltre il sipario
e aperto
fisso sguardo
ove nell’iride profonda
ed irrelato
nudo specchio
tant’è bellezza
e avita
che fugge
e non ti pensa
ma l’occhio
girotondo
serra la frangia bionda
e t’ha fagocitato
*
Blu della gocce
notte
al corso che suo sfugge
pioggia è che sferza
il vizzo della terra
... Diluviouniversa
D’io buio che ti
bracca
forastico e ti assalta...
disciolto in liquido
nullifica sopisce e assonna
che ogni vapore in nube
più si non ricompatta
*
Nero che suo
t’assorbe
fermo e ti trasporta
dall’una all’altra porta
diorama che dal cielo
alle pieghe degrada
d’una gonna
... non cerca ma conserva
refe che sottile
ti lega ad ogni terra
ferace trasloco
fin arde l’egemone pupilla
fuoco di non guerra
*
D’avermisembravisto
ugualetutto
nello spazio disteso
frammette
ch’occupa
il non tempo trascorso
e il sussurrato silenzio
in questa casa
raggiunta inospitale
dalla scala
che chiocciola
sopra lo stemma araldico
senza pontificare
nei suoi risolti se.
*
Ho mesi i miei
gatti passato a guardare
pensando ch’io possa non certo giocare
smagando carezze e capriole
ee altrove
lo spazio ho cercato infinito
senza con voi baloccare
senza dove tu fisso mi sguardi.
Dalla bellezza
tua m’io nascondo
vellicato ed imbelle
nel rosso chiomatuo tramonto
per tornare alla terrea dimora
vado tutto dove a bruciare.