CHECKPOINT POETRY
SIMONETTA RUGGERI
 

 

 

Dalla silloge Sporgenze romane

 

 

La montagna sacra

 

Stanotte Vega

ha occhi di gatto

e i lupi

hanno sempre più coraggio.

All’alba si muore

ma la Madre

tesse racconti che dobbiamo capire.

Ha così tanto da rivelare

il silenzio

della luna turca

dentro un cielo che diventa turchese.

Veniamo

dalle stelle e dai boschi

nuotiamo nell’oceano

del dubbio.

Una stella

è caduta dal cielo

e tra gocce di pioggia calda

si è fissata

tra i capelli nel vento.

Allungo la mano.

Tocco qualcosa.

È la punta della stella caduta.

La polvere umida della sabbia nel mare.

Forse,

è il senso stesso, intatto,

della nostra natura.

 

 

***

 

 

Le nostre ali

 

Metteremo le ali nel sogno

ma avremmo volato

su codici urbani

di città disboscate,

di pareti rigonfie di bile

che ci chiedevano morbide considerazioni

e pratiche visioni d’insieme.

 

Le nostre ali funzionano

con poche parole

ma corde e catene

le trasformano ormai in braccia inermi

pesanti come ciocchi di legno.

 

Mettemmo le ali nel sogno

ma avremmo volato

su magiche brecce sbordate

in attesa dei voli più grandi,

acuti

sui mondi schiacciati.


 

***

 

 

Le sere di tutti

 

Luci d’aprile,

a Roma,

primaverili serate

d’un autunno della vita

che non trascina più

malvage attitudini.

 

Sono le sere di tutti

trasportate da un vento leggero.

 

Non si possono rubare

né bussare invano

ma solo leggermente ascoltare.

Le sere di tutti

son fatte di

solitudine soave che irrora luce,

lampo terrestre

di prore e occasioni.

Sono i colori di antiche seggioline

dove ogni anziano

tramanda la sua artritica verità.

 

 




Scarica in formato pdf  


 
Sommario
Checkpoint Poetry

Il contatore dei visitatori Shiny Stat è attivo da dicembre 2006