LETTURE
VILMA COSTANTINI
      

La musica e il silenzio

 

Milano, Edizioni del Verri, 2014, pp. 186,
€ 20,00

    

      


di Mario Lunetta

 

 

Due sono, prevalentemente, le ragioni interne e i moods non esplicitati dell’agire narrativo di Vilma Costantini: la sospensione e la reticenza, Su queste due corde molto elastiche si snodano le vicende, sempre sommessamente proposte, di quel romanzo che nega se stesso intitolato La musica e il silenzio, nel quale la presenza dell’autrice è la stessa di chi narra, tranquillamente abolito il diaframma che separa, per antica convenzione, il Narratore dall’Autore.

Se la retta, come a suo tempo codificò Euclide, è la linea che giace allo stesso modo rispetto a tutti i suoi punti, Costantini mette in atto un procedimento esattamente contrario: la distanza più breve che mette in rapporto ogni personaggio della sua narrazione col proprio corrispettivo ripete la figura della divagazione durante la quale gli appuntamenti, o i contatti, sono scanditi su una sorta di principio di indeterminazione, da atomi che si scindono in continuazione e che, una volta precariamente ricomposti, mostrano un’altra e diversa reattività. Si tratta in realtà di personaggi rarefatti, la cui consistenza è costantemente sospesa, come accennavo poco sopra, tra un gioco di causa-effetto sempre molto aleatorio e una casualità che ambisce, in modi inesorabilmente fallimentari, a costruirsi un assetto di qualche consistenza.

Il romanzo di Costantini, quindi, mima semplicemente la dispersione irrimediabile dell’esistenza. La mima e la interpreta serenamente, si direbbe, quasi dando per scontato che ogni obiettivo raggiunto è solo il trampolino (volontario o involontario) per un’alea successiva. Del resto, a riprova dell’ineludibile esigenza poetica di certi procedimenti, basta pensare alla precedente fatica narrativa della scrittrice romana (Un colloquio impossibile, edizioni del verri, 2013), in cui la dialettica molto serrata si restringeva su un uomo e una donna (entrambi letterati di professione), per concludersi con la dolorosa inconclusione provocata dalla morte dell’uomo. È quindi nel segno delle possibilità non realizzate di questo o quel rapporto (sentimentale, o solo amicalmernte affettivo), che sembra procedere la ricerca dell’autrice la cui carriera, di proficuo e lungo corso, si dirama dall’esperienza di traduzioni di testi cinesi antichi e moderni alla saggistica (prevalentemente di ambito cinese prima e dopo Mao), dalla poesia alla narrativa, fino all’attività editoriale micron di cui resta non dimenticabile la cura, davvero di finissima oreficeria tipografica, dei volumi siglati Le Impronte degli Uccelli.

 

Nella nota di apertura di La musica e il silenzio si legge: “Il romanzo segue per una quindicina di anni, gli stessi occorsi per la sua stesura, le vicende di due donne, la narratrice e una giornalista americana, che periodicamente si incontrano e si perdono di vista a seconda delle vicende personali parallele e a volte coincidenti, nelle quali si intersecano quelle di altri sfuggenti personaggi”. Come dire: siamo all’interno di un labirinto psico-comportamentale entro le cui enigmatiche articolazioni i personaggi maschili e femminili compiono un’incessante lavoro di costruzione/decostruzione, di lettura/decrittazione dei codici sociali non scritti che loro, in quanto professionisti della comunicazione, sentono di dover onorare come trovandosi costantemente sotto osservazione. Questo stato di quasi impenetrabile opacità provoca in loro una continua tensione, che ovviamente si ripercuote anche sulla serenità dei rapporti interpersonali. L’autrice-narratrice muove le proprie pedine con accurata leggerezza, come obbligata a fungere da perno in un terreno alquanto scivoloso, e al tempo stesso da “terapeuta” involontaria a sostegno dei colleghi. Nel romanzo, il tema dello smarrimento e della difficoltà a comunicare è svolto con fine sapienza, senza mai far ricorso a colpi di scena o a sterzate-choc: il tono in realtà costeggia costantemente l’irreale, generando senza sforzo nel lettore un’attesa  non disgiunta da una strana sensazione di riposo artificiale. È ovviamente la lingua a produrre questi effetti mai clamorosi: una lingua al tempo stesso educata  e guardinga, padrona della generale strategia ma insieme capace di generare pacatamente  nel fruitore una sottile avidità di avventura, una curiosità a proposito dei destini intrecciati dell’americana Masha, del musicista inglese John e della narratrice: per cui il vissuto sospinto alla superficie dalla memoria involontaria viene a trasformarsi in scrittura dell’ora e qui, in un’eccitante osmosi tra epifania e riflessione.

 

La scena in cui si svolgono le vicende ri-vissute dall’autrice è quella del grandioso teatro della Pechino della seconda metà degli Ottanta, quando la scomparsa di Mao e la fine della rivoluzione culturale aprono la strada al nuovo corso epocale nella società cinese, ancora sottosviluppata e paralizzata da decenni di chiusura nei confronti del mondo esterno, sia sul piano socio-economico che su quello culturale.

In questo senso il vibrante e acuminato romanzo-vita di Costantini si snoda in parallelo alla vicenda dell’immensa città impegnata a svegliarsi da un lungo letargo attraverso un processo che darà luogo a quell’ibrido di comunismo ufficiale e di capitalismo neanche troppo sommesso di oggi: giusta quindi l’osservazione dell’autrice nella sua nota di apertura, che vede nella Pechino di quegli anni lontani “quasi una co-protagonista della storia narrata”. Pure, la scrittrice non cede mai alla tentazione pure fortissima di lasciarsi sedurre “turisticamente” dalle meraviglie architettoniche o artistiche che sono storia millenaria della capitale cinese (si vedano le pagine della visita alla Grande Muraglia, al monastero della Nuvola Bianca, alle antiche tombe Qing, l’ultima dinastia imperiale, al tempio chiamato Il Mare della Legge) per costruire piuttosto, con spirito assolutamente antibaedeker, un fitto reticolo di luoghi, usi, modi di essere della gente che abitava in quel tempo della memoria la sterminata capitale     




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