CHECKPOINT POETRY
SERGIO D’AMARO
 

 

 

Ceneri e braci

 

 

Fine di giornata

 

Arso ha l’estate spalle e petto

Arso tutto è il corpo dell’anno

E più non rimane che l’osso.

Allarghi cenere e brace

E segni sorprendi del tempo.

È l’ora che a sera s’attarda

E sfocia nell’anima inerte.

Ascolti da fuori salire

Il passo affannoso del giorno.

Arriva alla porta, si ferma,

Bisbiglia qualcosa alle orecchie

Svanisce allo schiuso balcone.

L’hai preso per vento sottile

Veloce tra le ultime ore.

È passato, è tutto passato,

E il fuoco spento ti gela.

La stanza silente ti parla

Con le sue bocche murate

Ti parla di un ieri, di un sempre,

Di un quando lontano e perduto.

Anche la sveglia ora è muta

La vita s’è fatta più dura.

E mentre ti dondoli al sonno

Una languida eco ti arriva

Di come il tuo passo si svolse

Sul breve cammino terreno.

 

 

[25 dicembre 2014]

 

 

 

I falò di San Benedetto

 

1.

 

Ai falò di San Benedetto

Dicevi “Che bella la vita!”

Negli umidi occhi era accesa

La luce di nuovi mattini.

Brillava la fede bambina

L’amore dei semplici cuori

Narrava la nonna ai nipoti

Il viaggio fatto agli antipodi

Brooklyn Melbourne Argentina.

Il fuoco bruciando mandava

Segnali di fumo ingrigito

Sostava la fiamma al carbone

Sprizzava scintille improvvise.

Gioivano gli occhi lucenti

Al rapido caldo arrivato.

 

Ai falò di San Benedetto

Le croci sembravano sciolte

L’inverno sembrava lontano.

Bussò alla porta un omino

“Vi porto felice un sospiro

Lasciate le cure riposte

Le stupide ansie marcite.

Correte a riprendere tutti

I giochi lasciati in soffitta”.

 

2.

 

E andai pur io a cantare

Le lodi di un dio sconosciuto

Provai anch’io a salire

Sul carro dorato dell’alba

A cogliere segni raggianti

Di un forte sicuro domani.

Mi avvinse una voce suadente

Una calda promessa di vita

Non sempre l’ebbi ad amica

A volte la persi ferita

A volte l’udii ridiscesa

Nel fondo catino dell’io.

 

3.

 

Quel fuoco mi dà sicurezza

Riscalda la pace smarrita.

Ritorno con gli occhi a fissare

La fiamma tremula e fiera

La lingua che arde e sostiene

Il semplice passo dell’ora

E offre al futuro una fola

Un quando un come un perché

Staccammo foglio per foglio

Le rosse date dell’anno

Correnti libellule in volo

Frammenti di tempo avvizzito.

 

4.

 

La cenere vedi residua

Nel nero cerchio del fuoco.

Una buccia d’arancia riposa

Somiglia a una scheggia d’amore

Deposta da mano distratta

Un povero segno lasciato

A parca memoria d’un gesto.

Sì è spento il vigore del fuoco

Freddo s’è fatto il braciere

Un fiore è sbocciato nel petto

Ai falò di San Benedetto.

 

 

[26 dicembre 2014]

 

 

 

Vulcano

 

1.

 

Fu fuoco e sensi insieme.

Convennero alla bocca del Duemila

Spargendo braci, ledendo muri,

Versando in terre ormai infelici

La lava di densi sentimenti.

 

Due vite e un inferno ben aperto

Al centro di piccole ossessioni

Cucito come un abito di Nesso

Capace di rompere la pelle.

Bastò poco per capire di che stoffa

Era il buio sentiero delle serpi

Il perfido richiamo degli abissi

E il miele che tramano le api.

Un solo istante e vinse quello squillo

Con l’uso articolato della lingua

Quando il sole indugia sulle svolte

E pare annichilire le tue forze.

 

2.

 

In dieci anni corrono due incendi

E il tempo in fuga ne lascia solo ceneri

Come a dirmi che la notte segue il giorno.

Vano è sfidare l’avvenuto

E vana la scintilla che l’accese

Ora è solo un braciere muto

La briciola d’un pane rinsecchito.

 

(Vedi, però, non è ch’io non potessi

Soffiare sul suo fuoco stesso

Lasciarne il limite più aperto

Sondarne gli angoli più certi).

 

3.

 

Avvenne dopo ogni altro prima

Nel fondo inenarrabile dei sensi

Nei gangli reconditi dei nervi

Dov’è il perno all’anima saldato

Col sole più alto del solstizio

Quando la luce appare come inganno

E il sentiero preciso taglia gli occhi.

 

4.

 

Anche i sogni ora dormono stanchi

Al tepore di labili fiammelle.

S’alza un velo di tenui vapori

Un vocìo di lontane risonanze.

È la vita che torna più assopita

con in mano un’affabile carezza.

 

 

[1 gennaio 2015]

 

 

 

 




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