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TEATRO E COOPERAZIONE SOCIALE
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Nuovi modelli di cittadinanza che nascono “Tra le generazioni”
Si è sviluppato a Roma un progetto sperimentale legato al centro servizi “viaTerninove” per ‘l’orientamento e il benessere’ delle persone anziane. Tra le attività qualificanti della struttura quella rivolta alla visione e alla discussione di spettacoli teatrali, con la presenza di formatori e mediatori culturali della Casa dello Spettatore. Un’esperienza preziosa e fortemente partecipata che rischia di finire per il taglio dei finanziamenti pubblici.
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di Ivana Conte e Carla Malatesta
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JUDITH MALINA (1926-2015)
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CLAUDIO FORTI
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L’attrice come rivoluzionaria permanente
Un ricordo della cofondatrice con Julian Beck (nel 1947) e direttrice (fino al 2013) del Living Theatre, forse la più celebre compagnia dell’avanguardia scenica occidentale del secondo Novecento. Lei stessa, nata in Germania e trasferitasi negli Stati Uniti, era un mito vivente ed è stata fino all’ultimo la garante di quella visione utopica del Living intesa a fondere integralmente arte e vita e ad affermare valori anti-sistema di impronta anarchico-libertaria e pacifista non-violenta. In Italia si rammentano le sue importanti partecipazioni attorali a “Maudie e Jane” (1994) di Luciano Nattino e a “The Plot is the Revolution” (2011) del gruppo Motus.
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di Marco Palladini
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Resistenza e serendipità di un teatro ‘pro-vocante’
Pubblicata quest’anno da Caissa Italia Editore, è andata in scena lo scorso marzo a Marsala al Teatro Sollima “Senza fine”, un’opera drammaturgica-letteraria che fa i conti in modi complessi e criticamente acuminati con le dinamiche biopolitiche del sistema di potere vigente. Si sviluppa così una ‘commedia’ in cui l’opposizione e la ribellione, per stimolare una contro-tendenza utopica, devono impegnarsi simultaneamente sia sul piano della riflessione (pensiero) che dell’azione (prassi) reattiva.
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di Antonino Contiliano
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A PROPOSITO DI LOUIS ALTHUSSER
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JON FOSSE
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GABRIEL GARCIA MARQUEZ
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Una pièce sul filosofo uxoricida
È uscito presso Campanotto, in edizione bilingue italiano e francese, il testo di Piero Sanavio “La seduzione”. Una ‘azione teatrale in tre quadri’ che esplora in modi assai critici la personalità autocentrica e disturbata del pensatore marxista e i motivi profondi che lo sospinsero nel novembre del 1980 a strangolare la moglie Hélène Rytmann, per quasi quarant’anni sua compagna di vita e di militanza politica nel partito comunista d’oltralpe. Pubblichiamo qui la prefazione al volume.
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di Simona Cigliana
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La morte è il tormento di chi resta
Presentato a Roma al Teatro India un trittico di lavori del drammaturgo norvegese in odore di Nobel. “Suzannah” per la regia di Thea Dellavalle e l’interpretazione di Bruna Rossi è dedicato alla vita di Ibsen e in filigrana richiama il suo famoso testo “Spettri”. “Io sono il vento” per la regia di Alessandro Greco inscena il dialogo para-beckettiano tra due personaggi maschili su una barca in mare, uno dei quali si annegherà. Qui prevale un negativismo di superficie, troppo lineare e senza ambivalenza nel conflitto esistenzial-filosofico disperato e sentimentale tra essere e disessere.
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di Marco Buzzi Maresca
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Molte parole, ma senza corpo e sangue
“Diatriba d’amore contro un uomo seduto” è un testo teatrale del grande autore colombiano, premio Nobel per la letteratura nel 1982. Lo ha portato in scena e interpretato al Teatro Palladium di Roma l’attrice Maria Rosaria Omaggio. Ma lo spettacolo non sorprende né emoziona, rimane teatralmente inerte. Si rianima soltanto nel finale, quando la protagonista esce dal suo bozzolo scenico.
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di Alfio Petrini
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PROPOSTE TEATRALI
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“Il canto d’amore e di morte dell’alfiere Christoph Rilke”
Al Teatro Porta Portese di Roma è stato presentato lo scorso febbraio il testo di Rainer Maria Rilke per la scrittura teatrale e la ‘mise en espace’ di Massimo Giannotta. Ne sono stati interpreti gli attori Titti Cerrone, Filippo Nanni e Dino Ruggiero. Musiche originali di Andrea Amendola. Pubblichiamo qui l’adattamento del racconto rilkiano, unitamente a una breve nota introduttiva.
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ILONA FRIED
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SU PIPPO DI MARCA
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La scena nazionale tra crisi e cambiamento nell’era fascista
La studiosa ungherese, fine conoscitrice della letteratura italiana, ha di recente pubblicato il volume “Il Convegno Volta sul teatro drammatico. Un evento culturale nell’età dei totalitarismi”. In cui ricostruisce una importante assise, piena di importanti nomi di artisti internazionali, promossa nel 1934 dalla Reale Accademia d’Italia, nel quadro di quel piano di fascistizzazione della cultura fortemente voluto da Mussolini a partire dai primi anni Trenta. Tra i protagonisti dell’incontro Massimo Bontempelli, Luigi Pirandello e Silvio D’Amico.
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di Simona Cigliana
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La carne, la morte e il diavolo nel teatro di ricerca
Una elogiativa disamina di “Sotto la tenda dell’avanguardia”, il notevolissimo libro dell’autore, attore e regista catanese-romano, che è una sorta di rapinosa elegia critico-aristotelica sulla scena sperimentale italiana dagli anni Sessanta ai giorni nostri. Un volume di alto profilo che intreccia con grande naturalezza la rievocazione del proprio personale percorso teatrale con l’acuta osservazione del paesaggio artistico circostante, privilegiando alcuni ‘fratelli maggiori’ come Carmelo Bene e Leo de Berardinis. Richiamando la creatività di una Roma di circa mezzo secolo fa che era ‘una sorta di laboratorio a cielo aperto’, tra cantine e teatrini, librerie e gallerie d’arte, spazi fantasiosamente inusitati.
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di Mario Lunetta
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ROMEO CASTELLUCCI
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SGUARDO DAL SUD (18)
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Dall’antiteatro ad una scena museale
Presentato all’Argentina di Roma l’ultimo lavoro del regista cesenate, “Go down, Moses”. Ispirato in modo assai traslato ad alcuni momenti della vita del Mosè biblico, lo spettacolo si offre come una epifanica confezione di sicuro magistero tecnico ed espressivo, ma anche fortemente compiaciuta e a rischio di maniera. Teatrante-star delle ribalte europee, ha rigettato l’etichetta di avanguardista e imboccato la strada di una formula estetizzante di montaggio delle visioni, che garantisce il consenso internazionale, ma mostra anche l’esaurimento di un linguaggio innovativo e realmente eversivo.
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di Marco Palladini
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La drammaturgia di Evald Flisar calata negli abissi dell’essere
Un paio di anni fa Multimedia Edizioni ha pubblicato il volume “Tre Drammi” del 69enne autore sloveno, assai apprezzato e ampiamente rappresentato sui palcoscenici stranieri. Le opere incluse – “Domani sarà meglio”, “E Leonardo, allora?” e “Nora Nora” – ottimamente tradotte in italiano da Diomira Fabjan Bajc, mostrano una scrittura teatrale la cui crudeltà espressiva è impastata di utopia, di poesia e di mordace ironia. La carica dialettica che ne deriva è frutto di una sapiente architettura tematica e stilistica.
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di Anna Santoliquido
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ALESSANDRO FERSEN
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DRAMMATURGIA CONTEMPORANEA
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RICCARDO REIM (1953-2014)
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Prolegomeni a una “Critica del teatro puro”
Il libro del regista e pedagogo, morto a Roma quasi novantenne nel 2001, è una summa del suo pensiero teorico e didattico sull’arte teatrale incentrato sul rito e sul gioco scenico inteso anche come esperienza sciamanica, processo sottile di mimesi e di catarsi. L’indubbia importanza del volume pure in chiave storico-interpretativa suscita però anche numerosi interrogativi sul tema dell’immedesimazione dell’attore-personaggio, mancando una riflessione circa il ‘lavoro sulle azioni fisiche’ in funzione dei ‘processi organici’ sviluppato nel secondo ’900 da Grotowski e Barba.
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di Alfio Petrini
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Operette amorali
A Roma, presso la Casa dei Teatri, si è svolto un seminario sulla scrittura drammaturgica che ha avuto per protagonista Paolo Puppa, docente universitario e noto studioso di teatro, stavolta nelle doppie vesti di drammaturgo e performer. Due sono i testi che ha presentato – “Saturno a Mestre” e “Abramo a Borca di Cadore” – sul filo della riattualizzazione di miti antichi, considerati come delle patologie circolanti in un’epoca in cui ‘Dio è morto’.
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di Alfio Petrini
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Il teatro di un libertino umanista
Un personale ricordo dell’attore, regista e drammaturgo romano, morto lo scorso dicembre, che era anche poeta, narratore, traduttore (dal francese), copioso antologista, saggista e critico letterario con le competenze più varie. Un’artista molteplice dai gusti fantasiosi ed eclettici che lo portavano ad inscenare col medesimo slancio Carolina Invernizio e il Marchese de Sade. Intellettuale gay militante aveva debuttato nel 1972 con la pièce “Ragazzo e ragazzo” diretta da Dacia Maraini e, poi, nel 1997 aveva allestito “I Mignotti”, tratto dall’omonimo libro scritto con Antonio Veneziani sulle vite dei prostituti omosessuali.
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di Marco Palladini
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RICORDI
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Dominot, Vinicio, Alessandro: le ì'otres dames des fleurs' dell'underground teatrale romano
È morto poco tempo fa a 84 anni Antonio Iacono (detto Dominot), mitico attore-caratterista-cantante en travesti della ribalta capitolina, scoperto da Fellini nella “Dolce vita”. La sua memoria si allarga a quella di Vinicio Diamanti e Alessandro Vagoni 'sorelle' d’arte e di travestimento, protagonisti dell’avanguardia scenica con Giancarlo Nanni e l’autore di questo articolo. Figure 'genetiane' tra miseria e nobiltà, traversie e splendore a cui si aggiunge Ettore Pecorari, che poi si operò, divenne donna e la fece finita col teatro.
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di Pippo Di Marca
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LA SCENA DIETRO LE SBARRE
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“BelVedere”: fare teatro a Rebibbia
Dopo aver proposto la prima tappa dell’inchiesta su alcune esperienze di Teatro in Carcere con “Viaggiatori”, spettacolo di Gianfranco Pedullà realizzato nella Casa Circondariale di Pistoia, questa volta presentiamo un progetto pilota realizzato nella Sezione Femminile con Nido della Casa Circondariale romana. Una significativa iniziativa in cui sono stati impegnati vari operatori teatrali, tra cui gli attori Jacob Olesen e Amandio Pinheiro, esperti di tecniche di narrazione e clownerie.
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di Ivana Conte
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SPIGOLATURE
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La vita dei teatri e i teatri della vita
Cinquantotto capitoletti di un saggio in forma di ragionamento frammentato e variamente ramificato, per tornare a riflettere sul senso e sulle urgenze che dovrebbero muovere chi fa teatro. Inseguendo l’idea di una scena totale dove le trascoloranti figure dell’autore, dell’attore-performer e del regista convergono in una unica dimensione che dovrebbe rappresentare la ‘messa in esistenza’ di pulsioni profonde che hanno a che fare con la ‘substanzia’ ultima dell’uomo, e dove si possano produrre forme organiche etico-estetiche capaci di dominare il corpo/mente piuttosto che essere dominate da questo.
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di Alfio Petrini
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VIDEOCULT: “KING LEOR”
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Leo de Berardinis alle prove di “Re Lear”
Segnaliamo un
documento video di notevole importanza culturale, uno dei pochi in grado di
contrastare la dimenticanza che ha colpito il lavoro di Leo de Berardinis. Si
tratta di “King LeoR”, un documentario girato nel 1996 durante le prove
dello spettacolo “King Lear n° 1” e fatto circolare su YouTube, sotto
licenza Creative Commons, dal produttore Raffaele Rago e dal gruppo di registi (Emiliano
Battista, Patrizia Stellino, Silvia Storelli) che lo ha realizzato.
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