La
solitudine
Chiudo le
palpebre con il suo fiato sulla nuca
e le riapro incontrando il suo sguardo,
la paura s’impossessa dei miei sensi.
Gli occhi di
ghiaccio mi fissano a lungo,
mi regala un sorriso, una boccata di gelo,
sono una foglia spazzata nel vuoto.
Tremo, cerco il
sole, ma è pallido e lontano,
mi aggredisce il vento, il suo servitore,
senza pietà spezza i raggi che bramo.
Frugo nei
ricordi in cerca di una fiamma,
mi rifugio nella fantasia folle,
vento vuoi portare via anche l’illusione?!
Lei tristemente
splende nel suo grigiore,
mentre mi trascina sulla pista da ballo
sulle note della nostalgia.
Mia debolezza
segue il ritmo della delusione,
intorno a noi sbiadiscono i ricordi,
ogni nota è scritta con una lacrima.
Non riesco a
liberarmi dal suo abbraccio,
il freddo penetra fino al fondo dell’anima,
mi sfiora i capelli con il palmo della mano.
Mi confonde
dolente illuminazione
Lei sussurra nel
mio orecchio:
non opporti, eri tu che mi cercavi.
E se fossimo noi?
Qui dentro
sotto il
trucco, c’è strappo
sfoggio il
graffio
come fosse
una carezza
Come fossi una bambola di pezza
trucco il
vuoto
sotto il
quale batte
un cuore
vivo
Schivo
i colpi,
gli stolti, le bolle di parole
di pupazzi
pazzi
incapaci
di capire, incapaci di nutrire
I miei sfregi
leggi, qui
c’è scritto:
batto,
sono un cuore
vieni
pure, anche se ho paura
Tocca ma rimani, oppure rimanda
eternamente
– fa niente
non perdo
essendo
tento,
tanto
Accendi, la luce
e spegni
le menzogne
forse sono
i sogni
o forse
siamo specchi
http://youtube/gry392aaK44
http://collettivoalma.wordpress.com/2013/02/25/manuale-dellimmigrato-modello/
http://www.tornogiovedi.it/index.php/2013/04/le-madriterre/
* Duska Kovacevic è originaria di Rijeka,
Croazia. Vive in Italia da molti anni. Scrive. Ha pubblicato il romanzo L’orecchino di Zora (Eks&Tra,
2007); la raccolta di poesie Un seme di
luce (LietoColle, 2013); nonché poesie e racconti
presso diverse antologie, raccolte, riviste, blog. È attiva nell’ambito
teatrale, sociale, multiculturale.