LETTURE
GIOVANNA ROSADINI
      

Il numero completo dei giorni

 

Torino, Nino Aragno Editore, 2014, pp. 158,
€ 12,00

    

      


di Ugo Piscopo      

  

Le (lontanissime) vicinanze di Giovanna Rosadini

 

L’ultima raccolta di poesie di Giovanna Rosadini, Il numero completo dei giorni, con una nota di Davide Brullo, è una non-raccolta di testi, ma un libro pensato e realizzato con documentazione di testi sulla possibilità oggi di contattare e auscultare una poematicità di grande dignità, di densa semanticità e allegoricità e, insieme, di estrema immediatezza. È un esercizio spirituale e mentale, che accetta la sfida di passare attraverso le porte strette, se non la cruna dell’ago, della letteratura di alto profilo. Quella del decoro e del confronto con la lontananza, come direbbe Gian Luigi Beccaria.

L’impostazione strutturale è dell’itinerario proprio dei libri di preghiera, su suggerimento, anzi sotto cogente riverbero del Libro per antonomasia, la Bibbia, o meglio, del Pentateuco, il complesso dei primi, fondativi cinque libri (Genesi, Esodo, Levitico, Numeri e Deuteronomio) detti in ebraico Torah (la Legge). Significativo è che il titolo citi espressamente la parola chiave, che è nel titolo del penultimo libro dei cinque, e significativo è il marcare la scansione delle stazioni dell’itinerario con prelievi dal Pentateuco: Bereshith, Nòach, Lech-Lechà, Va-Jerà, Chajjè Sarà, Toledòth, Va-Jetzè, Va-Ishlàch, Va-Jèshev. Questi sono solo i titoli riportati dal Genesi. Seguono, quindi, gli altri ricavati dagli altri quattro libri.

 

Ciò è di avvertimento, se non di ammonimento anche nei confronti del lettore laico, a seguire il percorso non con disinvoltura o con la fretta del turista di massa, ma con la consapevolezza dei viaggiatori che sanno di doversi confrontare, nella ricezione, con una figuralità storicizzata, ramificata nel tempo e rivissuta in maniera attualizzante da parte di chi ha osato scrivere, cioè rappresentare. E bisogna sottolineare quest’ultimo termine, rappresentare, perché il libro della Rosadini è sì un libro costituito innanzitutto e fondamentalmente sulla cifra della scrittura, che però si apre tanto alla verbalità, quanto alla visualità, tanto al detto, quanto al non detto, che talora è più agonico di quello che è nominato esplicitamente.

 

Questa figuralità si articola e si coniuga per icone, proprie della cultura biblica. Centrale in esse è l’icona dell’esilio, cioè della lontananza dal luogo di origine, e dell’esposizione alla vita su spiagge aride e pietrose, da predeserto, in sofferenza solidale con l’intera umanità, tutta discendente da una comune origine e tutta segnata dall’esperienza straniante del distacco e del sacrificio di riparazione, senza pregiudiziali certezze di un esito positivo. Su tutti circola un’aura di malinconia e di trepidazione, se non anche di tremore, di fronte a una realtà avvolgente e stupefacente, a double face, quella della provvisorietà e della rudezza senza sconti, e quella dell’enigmaticità e dell’allusione ad altro e all’altrove. La corporeità in tutta la sua rudezza e immediatezza e l’istintività, come appunto sempre nelle narrazioni bibliche, diventano opportunità preziosissime e inestimabili nella relazionalità col mondo e fanno da collante realistico. Si conferma, così, per testimonianza in diretta, più che per informazione di letture, la tesi ineccepibile sostenuta da Eric Auerbach in Mimesis sull’origine del realismo in Occidente connessa agli effetti di ricaduta della conoscenza e della metabolizzazione degli insegnamenti della Bibbia.

 

Ma tutto questo apparato concettuale e figurale non si pone in essere per sé stesso: in Rosadini fa da terreno di germinazione e di legittimazione di una poiesi dagli umanissimi accenti comunicativi, di rispecchiamento dell’autenticità e dell’imprevedibilità dell’esistenza, di rinvio a una totalità e una coralità che sorgono e si allargano in precisi tempi e luoghi. Per tale via, la parola si riscatta nella sua fragilità e volatilità, per funzionare da tracciato insostituibile di rivelazione degli smarrimenti e dei coraggiosi gesti di accettazione dell’esistente, di partecipazione a una vicenda universale sempre nuova e, insieme, sempre identica, puntualmente plasmata e proposta dal Medesimo. Ed entro questo giro di proposizioni e di riproposizioni si lascia intravedere in controluce non questo o quell’aspetto, non questo o quel dettaglio, ma la verità che quotidianamente ci sta di fronte e che noi stentiamo a riconoscere, forse per autorizzarci a fuggire e ad andare per digressioni. Per poi tornare al punto di partenza, e ritrovarci reduci, perché così ci piacciamo di più.

 

Questa defaticante, tormentata esperienza, che è di tutti e che Rosadini verifica innanzitutto su sé stessa come in corpore vili, non è osservata per scenari generali o per assunzioni definitive, ma diventa in Il numero completo dei giorni il filo rosso a cui tenersi per non smarrirsi nelle lande dell’inesistenza e dell’irrealtà, un filo da far vibrare per intermittenze e pause addensate di silenzio, per interrogazioni veloci appena accennate, per allusioni di garbo e di eleganza, per echi e risonanze in fuga, dove la poesia si riconferma sempre nuova e sempre sé stessa, come in questi versi di Natura morta (p. 139):

                            

                             “Ricominciare da questa distanza,

                             dal fumo che dilegua nello spazio

                             nudo dove tutto è rimbombo, suono

                             rimbalzato all’infinito; qui abiterà

                             una più fredda calma, la scansione

                             riflessa degli oggetti, la fragile

                             precarietà delle forme, nei colori

                             pensati col buio. Lo sbieco della luce

                             farà il resto, risalire le superfici crude,

                             le animerà di tepori, sfumature, volumi.

                             E ogni cosa sembrerà essere”.

                                                                              




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