CHECKPOINT POETRY
ROSARIA DI DONATO
 

 

 

Dal libro LUSTRANTE D’ACQUA  (Genesi Editrice, 2008)

 

 

 

città

 

a volte viene

il desiderio di rifugiarsi

nella città di dio

celeste gerusalemme

di diaspro e lapislazzuli

fatta d’amore e sogno

con la porta stretta

un piccolo varco

per cui passano i giusti

quelli come bambini

fatti a somiglianza

resi semplici

qui viviamo invece

nel caos prolifico

a volte sfiorati

a volte assaliti dal male

a volte annientati

consumati dal nulla

fantasmi riempiono la mente

delitti impuniti

delitti perpetrati contro la vita

nulla vale l’essere umano

dal niente schiacciato

dal niente

qui viviamo costretti

consumiamo il non-pensiero

la folla ci opprime

chiederà mai qualcuno

ragione del senso

 

 

a pierpaolo pasolini

 

pierpaolo non posso

stasera scrivere di te

ora devo dire

dei clandestini che affondano nel mare

commercio disumano

vite-mercescaduta scempio

genti condannate a non esistere

dall’abisso divorante di sabbia ed acqua

ma più abissale ancora

in questo tempo

di sviluppo tecnologico globale

la contraddizione

che uniti vede gli aggettivi

global e diseredato

che opposti vede i sostantivi

libertà e perduto

la morte non è sempre assassina

un angelo protegge i senzavolto

affondano nel mare clandestini

ma diseredati alla coscienza

tornano seppur sconfitti

la storia è loro

 

 

forse le parole

 

forse le parole potranno

donare un senso ai giorni

ravvivare l’imbrunire

forse le parole potranno

scandire il tempo dei ricordi

circondare il presente di attenzioni

forse le parole potranno

sciogliere il nodo che attanaglia

che soffoca in gola le questioni

forse le parole potranno

circoscrivere il diluvio

arginare la deriva dell’io

forse le parole potranno

vincere il timore

scardinare la resa

forse le parole potranno

accendere il giorno

adescare la vita

 

 

inquieto sentire

 

costa fatica la poesia

fatica d’essere

fatica d’esistere ogni giorno

rannicchiati alla vita

sospinti dall’inquieto sentire

illuminati da una luce

che altri non vedono

eppure c’è

si mostra

si manifesta

questo filo di parole

questo tessuto di volti

questo tappeto di cose

 

 

il paese oscuro

 

il paese oscuro te lo ritrovi dentro

è un labirinto di pensieri impenetrabili

le numerose cadute non servono

per imparare a districarti

quando nasci è già lì

col tempo vi accendi delle piccole luci

è come un presepe dell’anima con cui convivi

ma non ci sono angeli che annunziano la buona novella

l’aurora ne avvolge i confini

circonda la sua cupa aura ma non la penetra

unica salvezza lasciarlo

abbandonarlo per fabbricare il presente

 

 

confini

 

il tempo non cancella i ricordi li acuisce

sottende un filo che può anche soffocare

se l’alacre inventiva non si fa operosa

e pia seguace del flusso inarrestabile dei passi

giunti al bivio di un fatale compromesso

sospesi tra l’essere ed il morire

amletica questione si può dire

se non fosse che il cranio è andato infranto

in un pulviscolo sottile

che la vendetta non paga il dubbio esistenziale

consunto nelle viscere contratto al tatto

ma a pieno reso nel respiro

sospinto ogni momento nell’impatto quotidiano

con la vita e col silenzio

l’accendersi dei giorni e delle ore

come appoggiate sopra una ringhiera

balaustra senza fiori né uccellini

che corre lungo il bordo dei confini

muri-recinti e inesplorati varchi

di un orizzonte incerto e poco chiaro

mancanza d’essere diresti

eppure anche il vuoto è vano

 

 

vedi che vedi non vedi

 

laggiù il canto ha il dolce sapore di un tempo

e non si avverte quell’afono vuoto d’essere

che incombe d’intorno crepe e dirupi invadendo

di sé ma non l’anima che preme d’amore

di grazia rinata rifulgente al mattino e dimora

diviene del nuovo e tempio d’inviolato futuro

vedi che vedi non vedi

è dio che ti ha preso per mano ti ha portato

in un paese lucente dove non costa il perdono

è fatto di alberi e terra e mille leprotti affannati

saltellano intorno le orecchie appuntite drizzando

prestando attenzione e giocando a sentire l’odore

del mondo profumo di semi calore di corpi vicini

vedi che vedi non vedi

è sull’orlo di un baratro che l’uomo cammina

eppur danzando riesce a star fuori dal branco

abbraccia i vicini e acclama alla vita che grida

con stormo di uccelli festosi che lesto si posa

di spazio vitale in cerca di riparo e di feconda

radura in cui nuovi nidi porre a dimora

vedi che vedi non vedi

 

 

solo luce

 

                  a Vittorio Gassman

                  nel giorno del suo funerale*

 

le parole taceranno

in canto muteranno

i gesti cesseranno

solo luce

l’eterno interlocutore

t’accoglie

di candore ti veste

solo luce

non più dolore

solo luce

all’empireo

diversamente intendi

paradiso e mondo

teatro e vita

non più mistero

solo luce

taumaturgo il santo

in tua mano porge ulivo-ramo

muto-adori l’abisso

trapassi silenzii

luce traboccante

di un re

che t’incorona di pace

platee di stelle

solo luce

solo luce

 

 *  S. Gregorio al Celio”, 1º luglio 2000.

 

 

ricordo di anna

 

bellissima

di furore

scintillante

coperta di polvere

e piume

un volto una donna

un’attrice una madre

ma per sempre sarai

una che cade gridando

sotto il fuoco nemico

una che inciampa e s’accascia

nel ventre di roma

donna che a volte cantava

a volte taceva

sempre un guizzo negli occhi

prorompente bellezza ironia

magnetismo magia

forza intensa vitale

sei rosa che non muore

fiore che non si è spento

nella lotta

 

 

* Per il centenario della nascita di Anna Magnani.

 

 

eroismo + dinamismo = fascino abissale

 

futur futur

futuroso

futuribile

futurevole

senza parole

solo colori

per definire universi

città dell’uomo

spazi cosmici

dinamismi-pulsioni

simultanee esplosioni di senso-frammenti

dall’alto contemplare mondi

come frecce veloci-proiettili

risate di infinito elicoidale

strumenti dell’uomo per dire

sognare rappresentare

tenerezze e fulgore

eroismi macchine

fascino abissale

l’istante dilatato-contratto

nel gesto-stato d’animo

che nella tela irrompe

il mondo mutando in nuovo splendore

sintesi-grafica

segno semprefuturo

+ bellezza + ardore

l’arte non muore

futur futur

futuroso

futuribile

futurevole

oggi-futuro

ancora domani

 

 

 

*  Rosaria Di Donato è nata a Roma dove vive e insegna in un liceo statale. Laureata in Filosofia ha pubblicato quattro raccolte di poesia: Immagini, Ed. Le Petit Moineau, Roma 1991; Sensazioni Cosmiche, id. 1993; Frequenze d’Arcobaleno, Ed. Pomezia-Notizie, Roma 1999; Lustrante d’acqua, Genesi Editrice, Torino 2008 Collabora a riviste di varia cultura e i suoi volumi si sono affermati sia in Italia sia all’estero, con giudizi critici, tra gli altri, di Giorgio Bárberi Squarotti, e traduzioni di Paul Courget e Claude Le Roy (riviste Annales e Noreal). Vincitrice di diversi premi di poesia.

 

 




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