CHECKPOINT POETRY
UGO PISCOPO
 

 

 

Una cosa che tutte le altre non

 

 

      una cosa che tutte le altre    non sono niente proprio niente cose

      così succose così golose    che devi leccarti bocca e baffi

      una cosa che non ci credi    niente non pare quasi niente

      ma se cadi nella sua acchiappanza   anche solo con tre quattro denti

      è fatta amico caro sei fatto    sei out sì fuori amico bello

      a spirale il cervello sale    molle auretta in alto in alto

      di te ti scemi e nella clessidra    la renella tua tutta tutta

      sc sc ilare scivola e si adagia    nella coppa dell’opposto polo

 

 

 

 

      non c’è niente da fare o da dire    questa cosa altrui non è siamo noi

      noi in sospensione in discesa là-bas    dove tendono i gravi anche lievi

      quelli come noi e noi con essi    noi impuri carne annodati e sogni

      atroci desideri e memorie    folli saggezze e lucide follie

      noi affacciati dall’alto a chiamare    le guizzanti anguille del tempo

      cori a intrecciare ariette barcarole    nel profondo seno del teatro

      dove sfondano gli ampi loggiati    delle ebrietudini senza hashish

      al rappel d’una cosa che tutte     l’altre non sono niente proprio niente

 

 

 

***

 

 

      il punto di partenza è sempre quello    quello sempre il bordo dell’abbrivio

      l’ingresso cioè negli accampamenti    degl’innumeri greggi a sé ignoti

      in quanto tali ma di sé sì vaghi    quali signori di Sua Schiavitù

      fervidamente sparsi in ogni dove    di questa la Fiera in assoluto

      dove ogni altra fiera si tira    per la corda o sui carretti a mano

      a esporre ogni merce anche il sesso    anzi il sesso innanzi tutto

      quello però certo è un’altra cosa    una delle cose che sono cose

      ma non così no no per niente    quale una cosa che tutte le altre non

 

 

 

 

      in tal consesso privo di sesso    se il sesso è in vetrine laminate

      perché qui siamo nel Grande Palazzo    fiore all’occhiello dell’Olocene

      un palazzo unico e solo come    il libro del Giudizio Universale

      di qual che sia epoca luogo e cultura   nel labor intus del Grande Palazzo

      tutto nodi di superfetazioni    e neoformazioni a pigne a incastri

      una cosa che tutte le altre    sbiancano e tremano solo a sentire

      nutre il germe del sospetto d’altro    altri fremiti altre albe altre danze

 

 

***

 

 

      sempre principio è il punto di contrasto    di cammini controcorrente

      di insonnie fiorenti in palle di neve    di rugiade di giovani sguardi

      anche ora che nel Grande Palazzo    il rigor mortis rigato di ruggine

      le fessure sigilla con resine   là dove preme il soffio del Non-noto

      il vento invece di questo contrasto   soffia il delirio delle erbe tagliate

      delle lenzuola notturne in attesa d’amplessi    e a cercare spinge sempre più dentro

      a interrogare sempre lo Stesso   se esso suoni come per l’innanzi

      o si declini per scarti e varianti   anche una cosa che tutte le altre non

 

 

 

 

      sempre stessa è la chiave anche qui   dove fabbrica e sfabbrica il delirio

      i contatti accecanti col Non-noto    per cesure varianti e altre crepe

      su ri ri ri ri ri-cominciamenti   e re re re re re-interrogazioni

      come da manuale dell’Oulipo   intorno agli usi accorti dell’Hi-fi

      anche una cosa che tutte le altre non    va a bussare proprio alla stessa porta

      e batte batte batte il gong lì accanto   in timore e tremore che s’apra

      orsù via perché girarci attorno      e non balzare sul ring a sfidarlo

      l’Angelo guardiano della Porta    che l’urger nostro saggi di passare?

 

                                                                                               




Scarica in formato pdf  


 
Sommario
Checkpoint Poetry

Il contatore dei visitatori Shiny Stat è attivo da dicembre 2006