CHECKPOINT POETRY
STEFANO DOCIMO
 

 

 

Ti odio mellifluo che

appari sconnesso

di felicitazione grotta

come all'annaspo al dessert che lasso

ameni spazi guasconi

oh speziali faccende affaccendato

come musicare a moscardino

che placet ignifugo

sapore nostro squilibrato

in anamnesi piatta

come surrogati d’addio

come arrostiti dal guado

come blasoni ammassati

a diporto in stabilita

come all’ammasso d’ere

e la ricerca poetica

è vera ricerca

quando chissà dove piroetta

estrema traducesse

vuol dire marasco

plumbeo acquatico

straccivendolo in rimari

quotidiani in stato d'arresto

che poi nulla sarà di noi

parapiglia et astratta verba

al bagnasciuga procinto d’essere

in prospettiche parapendio inerte

in vertebre assolate

in milligrammi vertigini

a latere laterizio scosceso

in duplice folgore ancora

al bagnasciuga a latere

cuspide de ignominia sua

in stesura magna ispida lassa

iperbolica et parallattica

ammina in loco scosceso

filamenti ombrosi scaglionati

e in fuga a bruscoli di sabbia

come ancorati in assolo

frequentabili et sine consolazione

in graffiti d’epoca

da quel saliscendi gettonato

in triplice copia

come ad ascendere

in allocazione multipla

ma senza ingegno

riottoso e come incarnato

in svoltolate stravolte

et come rivolte

imprescindibile

nicchia d’affari

ripopolanti schiantati

per discesa ipocondriaca

et come insufflate

da poca svettante

di tempo officiato

dal suo reagire

in perenni strati d’argilla

et come oscurati

da iperboli late

et come smagrite

per incuria o altro.

Amen.

Ti odio dunque come

duo di bisca

ed altro ancora

a correre per gelato

ovvie perversi glamour

adocchianti bagnasciuga

polimorfo piantagrane

obelisco slabbrato

in salmodianti cariatidi

all'accusatoria o acquasanta

in reticoli assegnati con cura

dalla sorte in accumuli d’ere

acciottolati a ritroso annaspo

a rimirare le spoglie taciturne

et come insabbiate di resti

sepolti stagliati all’orizzonte

a riveder andazzo cromati

per sciogliere fauci adombranti

silenzi cartacei

in melmosi ritratti adocchianti

snocciolati riserbi

o riverberi d’acquaiole

globuli scatenati

inoculi martirizzati

scilinguagnolo natante

bellicoso melanzana

paracadutato improvvido

riciclo sconsolato

blatta ignominia

scordata storica genia

insaporita prole

all’insaputa sciaborda

marezzata in erta

boschiva

et come prataiola

scoscesa

ma come in salita

declinante

figura sospesa

sonnecchia ma poi

mica tanto sferraglia

in ostica buca

abissale et come starnazzante

ma forse straniata

praticamente contusa

in fondo pervicace

vociante per come

deride protervia

ammannita in ostacoli blesi

in cinghie scordate

a palanche insabbiate

per vincola trama

et come farsesca

sepolta

in strabilia moresca

cum simula abrasa

in astice assalto pervinca

affluente in dorsali di fumo

in pennacchi tornanti di rene

volante per aspera ad astra

et come dorsale basita

accasciata et anca perdente

et come pervinca

spirale sorgente

di niente ammansito

e abbuffato

se come il cervello è fatto

resta quindi come fottuto

di neuroni comanda l’azione

intercetta micro selve d’anioni

non c’è salvazione

arrota palanche

in piattaforme ondulate

pertanto sommerge

l’hic

temporale

immerge lo spazio

in un caldo termale

da tali partenze

animose attracca ogni cosa

che pur non s’accorga

irretito per sempre

su base neurale

strabiliare per tempora nostra

per labirintiche glosse

et come forbice

in salmodiante mossa

 




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