Ti odio mellifluo che
appari sconnesso
di
felicitazione grotta
come all'annaspo
al dessert che lasso
ameni spazi
guasconi
oh speziali
faccende affaccendato
come musicare a
moscardino
che placet
ignifugo
sapore nostro
squilibrato
in anamnesi
piatta
come surrogati
d’addio
come arrostiti
dal guado
come blasoni
ammassati
a diporto in
stabilita
come all’ammasso
d’ere
e la ricerca
poetica
è vera
ricerca
quando chissà dove
piroetta
estrema traducesse
vuol dire
marasco
plumbeo acquatico
straccivendolo in rimari
quotidiani in stato
d'arresto
che poi nulla
sarà di noi
parapiglia et astratta
verba
al bagnasciuga
procinto d’essere
in
prospettiche parapendio inerte
in vertebre
assolate
in milligrammi
vertigini
a latere
laterizio scosceso
in duplice
folgore ancora
al bagnasciuga
a latere
cuspide de
ignominia sua
in stesura
magna ispida lassa
iperbolica et
parallattica
ammina in loco
scosceso
filamenti ombrosi
scaglionati
e in fuga a
bruscoli di sabbia
come ancorati in
assolo
frequentabili et sine
consolazione
in graffiti d’epoca
da quel
saliscendi gettonato
in triplice
copia
come ad
ascendere
in allocazione
multipla
ma senza
ingegno
riottoso e come
incarnato
in svoltolate
stravolte
et come
rivolte
imprescindibile
nicchia d’affari
ripopolanti schiantati
per discesa
ipocondriaca
et come
insufflate
da poca
svettante
di tempo
officiato
dal suo reagire
in perenni
strati d’argilla
et come
oscurati
da iperboli
late
et come
smagrite
per incuria o
altro.
Amen.
Ti odio dunque come
duo di bisca
ed altro ancora
a correre per
gelato
ovvie perversi
glamour
adocchianti bagnasciuga
polimorfo piantagrane
obelisco slabbrato
in salmodianti
cariatidi
all'accusatoria o
acquasanta
in reticoli
assegnati con cura
dalla sorte in
accumuli d’ere
acciottolati a ritroso
annaspo
a rimirare le
spoglie taciturne
et come
insabbiate di resti
sepolti stagliati
all’orizzonte
a riveder
andazzo cromati
per sciogliere
fauci adombranti
silenzi cartacei
in melmosi
ritratti adocchianti
snocciolati riserbi
o riverberi
d’acquaiole
globuli scatenati
inoculi
martirizzati
scilinguagnolo natante
bellicoso melanzana
paracadutato improvvido
riciclo sconsolato
blatta ignominia
scordata storica
genia
insaporita prole
all’insaputa sciaborda
marezzata in erta
boschiva
et come
prataiola
scoscesa
ma come in
salita
declinante
figura sospesa
sonnecchia ma poi
mica tanto
sferraglia
in ostica buca
abissale et come
starnazzante
ma forse
straniata
praticamente contusa
in fondo
pervicace
vociante per come
deride protervia
ammannita in ostacoli
blesi
in cinghie
scordate
a palanche
insabbiate
per vincola
trama
et come
farsesca
sepolta
in strabilia
moresca
cum simula
abrasa
in astice
assalto pervinca
affluente in dorsali
di fumo
in pennacchi
tornanti di rene
volante per aspera ad astra
et come
dorsale basita
accasciata et anca
perdente
et come
pervinca
spirale sorgente
di niente
ammansito
e abbuffato
se come il
cervello è fatto
resta quindi come
fottuto
di neuroni
comanda l’azione
intercetta micro selve
d’anioni
non c’è
salvazione
arrota palanche
in piattaforme
ondulate
pertanto sommerge
l’hic
temporale
immerge lo spazio
in un caldo
termale
da tali
partenze
animose attracca
ogni cosa
che pur non s’accorga
irretito per sempre
su base
neurale
strabiliare per tempora
nostra
per
labirintiche glosse
et come
forbice
in salmodiante
mossa