Da: MADREPERLA (LietoColle,
2013)
MISTICA
DEL VENTO
Mistica
del vento
nel
segreto detto all’albero
a
fior di labbra,
con
antica dolcezza.
Incantagione
sul
fiore del ciliegio.
Cosa
sa il frutto che io non so?
Ne
mangio con avidità
e
sono ebbro del suo mistero.
Mordo la polpa di un arcano.
Il
mio solo tempio
è
questo bosco sacro:
la
divinità ha rami come le mie vene,
e foglie verdi che
disegnano il mio profilo,
e
corolle in tutto simili
alla
natura della madre mia.
Ho
fede nel colore del frutto,
fiducia
nella bontà del suo profumo,
credo
nella sua bellezza innocente,
nella
sua audace tenerezza,
credo
nella durezza del nòcciolo,
credo
nel suo sapore di vita
e
professo la difesa della sua purezza,
che
è la mia stessa ineffabile purezza.
Non
sono forse frutto, io?
L’amore
solo io prego:
mordimi
piano, dico,
ho
labbra di ciliegia.
SILENZIO
DI SIRENA
Silenzio
di sirena
nella
perla che ho sulla lingua.
Silenzio
di corallo,
sulle
labbra della sirena.
Io
le bacio, quelle labbra di fiore,
fermando
un’acquorea danza.
Giocano
con la dura perla
le
nostre lingue accese.
Luce
di madreperla,
luce
bianca di conchiglia,
sul
volto tuo di sirena.
Aura di mare e tempesta
sulla
malìa del tuo canto muto,
una
pena antica negli occhi,
un
alga di sale avvinta al cuore.
Con
te amo tacere, sirena.
Io
non ho che parole di medusa.
Dammi
la tua bocca, ne ho sete.
Per
il silenzio di un bacio io grido.
Sulle
note del nostro tacere,
su
un melodico silenzio marino
danzano le mie lucenti meduse.
ISOLE
Mi
ammala di bellezza
sapere
che il mare
custodisce
un tesoro mio.
*
So che col tempo
mi si scrollerà di dosso
la
luce che i tuoi occhi adesso
posano
dolcemente su me.
Per lungo tempo
non ti toccherò,
né la mia pelle avrà memoria di te.
Forse dimenticherò
la tua voce.
La tua vita mi
sarà straniera.
Sei qui ancora un
po’.
E non sappiamo
dircelo
se
questo è un addio.
Quest’attimo cede
al futuro.
Non possiamo
fermarci qui.
Guardami di più
negli occhi.
Siamo qui un poco
ancora.
IO
SONO LO STRANIERO
Io
sono lo straniero.
C’è
il mio sigillo su queste parole.
A
voi, a te: straniero.
Il
mio sigillo su parole perdute.
Sono
senza città, io.
Delle
strade quanto del vento.
Neppure
le ossa sono il mio confine.
Abito
la vita.
E
vado.
Comunque
voi mi amiate,
comunque
voi mi odiate,
io
vi sono straniero.
E
straniero sono a me stesso.
Non
c’è malvagità in questo,
né
solitudine, in questo, credete.
Solo
misteriosa vita.
TORNO SUBITO
“Torno subito”,
lasciava scritto all’uscio della sua bottega
di spezie,
quando si
allontanava.
“Torno? Dubito”,
scriverebbe oggi il vecchio gobbo,
allontanatosi per
sempre dalla bottega e dal mondo.
* Davide
Cortese è nato
nell’isola di Lipari nel 1974 e vive a Roma. Si è laureato in Lettere moderne
all’Università degli Studi di Messina con una tesi sulle “Figure meravigliose nelle
credenze popolari eoliane”. Nel 1998 ha pubblicato la
sua prima silloge poetica, titolata ES
(Edas, Messina), alla quale sono seguite le sillogi: Babylon Guest House (Libroitaliano,
Ragusa, 2004), Storie del bimbo ciliegia
(un’autoproduzione del 2008), ANUDA (Aletti
Editore, Roma, 2011) e OSSARIO
(Arduino Sacco Editore, Roma, 2012). I suoi versi sono inclusi nelle antologie 200 giovani poeti europei in nove lingue
(Edizioni CIAS, CLUB UNESCO),
Poliantea (Edizioni
Mazzotta), A cuore aperto (Accadueo) e in varie riviste cartacee e on line, tra cui
“Poeti e Poesia”, la rivista internazionale diretta da Elio Pecora. Le sue
poesie nel 2004 sono state protagoniste del “Poetry
Arcade” di Post Alley, a Seattle. È anche autore di una raccolta di racconti, Ikebana degli attimi (L’Autore Libri,
Firenze, 2005) e di un cortometraggio, Mahara (2004), che è stato premiato dal Maestro Ettore Scola
alla prima edizione di EOLIE IN VIDEO.