TAUTOLOGIE
Arte è tutto ciò che si crede essere tale.
Arte è tutto ciò che alla lunga appartiene al mondo dell’arte.
Arte è lo spazio che appartiene all’illusione.
Arte è la progenitrice del bisogno di crearne ad ogni costo.
Arte è la finalità di qualsiasi manufatto.
Arte è un mestiere con la pretesa di ascendere alle alte vette del
sapere.
Arte è il contrario del tutto o niente.
Arte è un miscuglio di parole e suoni.
Arte è la finalità di ogni artista.
Arte funge da paradigma e da parafulmine.
Arte come ludus per i bambini e rovello per i grandi.
Arte come fine e come mezzo.
Arte come immagine del proprio ego riflessa in un qualsiasi specchio.
Arte come scudo contro la malinconia e la tristezza.
Arte come essenza vitale per sopravvivere alla caducità.
Arte con finalità museale quella cui si dà un valore epigrammatico.
Arte come frutto del genio di persona ritenuta geniale.
Arte è tutto ciò che disobbedisco all’ordine costituito.
Arte come stravaganza con la pretesa di stupire.
Arte come contenitore di angosce irrisolvibili.
Arte come voluptas nel pieno della fibrillazione.
Arte affine alla vita se vi si avverte la vitalità dell’autore.
Arte furibonda quella creata in stato confusionale e senza freni.
Arte magnetica quella che l’autore crea servendosi di un magnete.
Arte ribelle quella che sfugge al controllo dell’autore.
Arte stracciona quella che si serve di stracci per realizzare un’installazione.
Arte povera quella di chi si serve di poco e spera molto nei critici di
mestiere.
Arte longeva quella che resiste al tempo anche quando sia pieno di
intemperie.
L’arte non si capisce senza i critici d’arte.
L’arte continua ad essere un mistero avvolto nel mistero.
L’arte può fare a meno di tutto meno che di se stessa.
L’arte si rifiuta di credere in ciò che a tutta prima non capisci.
L’arte non ha più bisogno dei pennelli e dei colori ma nutrirsi
apoditticamente di ciò che non conosci.
L’arte è appena un pizzicotto nella carne di un gradasso.
L’arte come medicamento e come cura.
L’arte come funambolia tra nobile e ignobile.
L’arte come mimesi del bello da trasformare artificiosamente in brutto.
L’arte del dicere eloquente come retaggio sociale e familiare.