Una doppia
dedica in versi a Federico Fellini a due decenni dalla morte.
FELLINESCA
Scribacchiando
sul Block-notes di un regista
Annotavi
le immagini del tuo personalissimo Amarcord
O
schizzavi il costume dello Sceicco bianco
Tra
fumetti e fantasia scorreva La dolce vita
Ma dolci
non erano Le notti di Cabiria
Notti
amare, perturbate, notti oscene
Come Le
tentazioni del dottor Antonio
Questa
città, Roma, appariva il luogo ideale
Per
perdere la testa e l’anima, tu sognavi
E I
vitelloni sogghignavano e ti preparavano
Spietati Il
bidone, perché correva diritta La strada
Laddove
invece la vita era storta e complicata
Come una Prova
d’orchestra mal riuscita
I tuoi
veri amici erano I Clowns tristallegri
E scalcagnati,
ma sempre pronti a rilanciare
Il più
beffardo Satyricon, a incasinare gli addetti
Dell’Agenzia
matrimoniale che peraltro si rifiutano
Di far
sposare Giulietta degli spiriti.
Si
affollavano sul tuo set i fantasmi di Toby Dammit
Che
passeggia nel delirio e finisce per incontrare
Il Casanova erotomane
e ormai invecchiato
Che più
non riesce a ottenere il ‘passi’ per La città delle donne
Se la
ridono quei due ballerini, Ginger e Fred,
mentre tu dai
una ennesima Intervista e ti chiedono:
E la nave va, maestro?
E tu sai che il naufragio è prossimo
E
replichi: ormai penso all’infinito leopardiano
Con La
voce della luna. Qui la sera non di festa
Si
avvicina e si accendono Le luci del varietà
E battezzano
un ultimo struggente girotondo
8 ½ è il voto che ti dai abbandonando il
mondo.
Marco Palladini
* Ottobre 2013, per il
ventennale della morte di Federico Fellini
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La
babilonia dello sguardo
Nespole di vento i tuoi
seni
Ruggina sulla città
il
sudore della pioggia.
Lo sfarzo, nell’Ade
delle foglie,
degli
ombrelli in progetto di danza
nelle
mani delle puttane
vestali
sedute al fuoco
nella belletta di novembre.
Sogni di mani i maschi
atleti
tra i fari di un oggetto
con le gote che
tenaglia
la terrazza degli
occhi
astri
di fuliggine
la
babilonia dello sguardo
che
nel rosso dei morti
vive
il cordolo di desiderio
la
farmacia sempre aperta
di
un abbraccio andante
sulle
gardenie sciolte
nelle
vie. Consolari d’amore.
Paolo Carlucci
(2013)
* Per
Federico Fellini, omaggio a “La strada”