POESIE 2012
Letale
Secondo
suggerisce il sociologo Zygmunt Bauman
stiamo
vivendo vite “che non possiamo permetterci”
ovvero
l’umanità vive al di sopra dei suoi mezzi
e,
come celiava per sé Oscar Wilde, finirà pure per morirci.
Spendendo
e spandendo valore-vita in eccesso
siamo
una specie vivente in bolletta, insolvente,
in
debito permanente, che corre e si agita
ora
allegramente ora drammaticamente
e
freneticamente verso il crac del mondo,
un
crac antropologico non meno che economico.
Ecco il punto, ecce homo, ecce tràgos
l’andare
a fondo (perduto) dopo avere sperperato
di
tutto e di più: terra, acqua, aria,
bruciando
ogni ricchezza materiale e finanziaria.
Appare
allora l’humanitas un virus impazzito
proteso
a distruggere l’habitat che lo nutre,
è
un paradosso la sua sopravvivenza oramai a scadenza.
Se
l’istinto generale è suicidale, dunque soltanto
l’immaginare
di disumanarsi, di transumanarsi
può
far sperare di non essere al passo finale,
plausibilmente
e irresponsabilmente prossimi
all’esito
fatale. Di un fato letale.
Diversità
1.
Chi naviga nel mare della diversità
abbandona
l’isola della sua identità
affronta
le tempeste della pluralità
Come
un capitano coraggioso percorre
il
periplo insidioso e turbolento del mondo
onde
approdare a una multiversale fraternità.
2.
Si cantava la civiltà delle macchine
oggi
si decanta l’inciviltà dei computer
che
ci inchiodano di fronte ai monitor
a
rimirare la vuotità del nostro chaos
Il
tuttoniente di ciò che chiamiamo
civil
consesso, un bucospecchio
che
inghiotte e riflette la surdeformità
di
vite tanto sature quanto superflue.
3.
Abyssos come un ponte sospeso sul nulla
laddove
il normale scorrere verso la morte,
dicono
i cinesi, è precisamente l’esiliarsi dalla vita
Abyssos
ovvero la notte senza fondo,
per
sempre sfondata sul confine del mysterium
4.
Il senso di Nietzsche per l’eterno ritorno
mi
fa pensare all’incompiuto disegno
di
un angelo dell’Apocalisse che non arriva mai
a
fornirci l’agognata Rivelazione
Forse
perché dietro la filosofica ossessione
c’è
una sempiterna verità
che
non può essere conosciuta.
5.
I contemporanei smart boys
sono invero
cani
fragili minacciati dai duri corvi del futuro,
assumono
come un ‘must’ tutte le droghe dell’anima
spacciate
da psicoterapeuti mendaci nonché
da
veraci (e dissennati) teorici del kuoreamore
6.
Adoravano le canzonette tutte
magone & sentimento
mentre
noi andavamo a lezione di tenebre
tra
una rabbia solare e una buiosa tranquillità
avevamo
già fatto la nostra scelta.
Avulsi
C’era in loro desiderio di pregiudizio
Voglia assertiva di rigore non
negoziabile
Forte
brama di intransigenza
Volontà
di incomprensione fino all’arroganza
C’era l’esaltazione dell’ignoranza
Il disprezzo della conoscenza
La
beanza della totale disinformazione
La
basica ripulsa della comunicazione
Percepivo
l’istanza antidialettica (sì sì, no no)
E un’assoluta mancanza di solidarietà
L’assenza
di pietà e misericordia
Nel
trionfo e tronfio del manicheismo
C’era estraneità, avulsità,
autoesclusione
Proclamando il tempo della separazione
C’era
la rivendicazione della dissomiglianza
L’orgoglio
del non voler essere capiti
C’era in loro la folle purezza dei
crociati
Il sentirsi denudati e immuni, incontaminati
C’era
la chiarezza che accresce l’oscurità
Il
tenace combattere in primis se stessi
C’era una plenitudine di idee
preconcette
E l’avida fame che si nutre di
non-pensiero
C’era
l’onda della negazione totale
e
la contro-onda di un fideismo abissale
Esposti agli orrori della cronaca
E alle infamie ricorrenti della storia
Sventolavano
le bandiere dell’iconoclastia
Ma
l’homo sacer è, poi, la Via (o la disvia?)
* Pensando
alla Soc. Raffaello Sanzio d’antan
Commiato
Lagrime
finte che versavano nel 1994
i
loffi coccodrilli del potere planetario
mentre
i satanassi Hutu in Ruanda
sterminavano
a colpi di machete
qualcosa
come 800mila fratelli Tutsi
Occhi chiusi ovvero pure ciglia asciutte
e
impassibili nel biennio 1998-2000
mentre
si consumava nella Corea del Nord
una
carestia non comunista
epperò
catastroficamente comune
con
circa due milioni di vittime per fame
compresi
episodi multipli di antropofagia
Indifferenti mutrie pure quando si
scatenava
l’inferno
in Cecenia e anche nel Darfur
Tutti poi a fare gli indiani nel 2008
quando
gli osseti del sud guerreggiavano
con
i georgiani, con le truppe dei primi
a
lasciare lorde scie di sangue assassino,
ben
spalleggiate peraltro dal Kremlino
Ora
è la Siria di Assad che non si perita di compiere
aerei
bombardamenti tra Damasco, Aleppo e Homs
facendo
stragi tra i propri stessi connazionali
che
tanto non c’è petrolio in quella terra
e
dunque non c’è pericolo di interventi esterni
Così
il giuoco del carnefice non risulta un reato
e
il mondo civil-democratico sollevato
dalla
sua coscienza prende commiato
agosto 2012