‘ …fecemissoriamente….’ ( flusso prosetico )
stordito di multifecale ansiosa
ariosità fecemissoriamente rintronato
nella portapertica falla
dell’essere all’invasione giustizialistica del me spossessato
da torridi tribunalizi non me
deneganti me trituranti l’imperfettibile infelicità mea culpa radicata nell’inezia
dell’inettitudine
gigantescamente giganteggiata nelle misure dello smisurato
viaggiando fantasmizzando la
gogna su spirali marasmatiche a
ripetizione mitraglianti
orizzonti angosceiaculanti
slanci in percorsi autosoffocantisi in preconfezionata impossibilità
depotenziantesi nel deflusso
antifideistico declinante a merdosità liquamica di disarticolata
sussultoria larvalità e
informità nel nulla decotto della quotideradente dissolvenza mentre
tutti altrimenti
nessun risultato abolendo l’azzeramento
algebrico del deflusso fecale procedendo a perdere
nel delirio della efficienza
robotica visuodeficiante alluciviolenza megadiluviante
in particelle angiocostrittive
dell’areocerebro espansione conduttante
così così nell’aria tersa d’un
irredento irresistibile sempre sempre
eiaculando
rimonte energo compressive nel
catafranare del tempo in compressioni slabbrate e sdilinquite
bave nauseo producenti per
contrapposta coincidenza degli effetti
da multifattoriale
provenienza stante la forma unica
del collettore a perdere
così così muoventesi il non mosso ma mosso sussultoriamente nell’immobilitante
terrifica
paralesaltazione spettacolare
del terreo sé
palpitazione psichevidente
dello sfinterio cacatorio in costante
pulsazione dello stimolo
e dunque cacopresenzialità cocciutamente eiaculativa
dell’emozione
in introversione di viscere
estroverse anima in merde desostanziate in segnale di percorso
stordito rintronato
viaggiando
nessun risultato abolendo così
sempre eiaculando così muoventesi
così sdipanantesi l’essere liquamico al liquevulso esistere
desistenziato
in desostanziale disossata
sosta di mosse nell’acefalo muscolare
brivido catechizzante eroici
furori
in afrore di vellicate nuvole
di fumo all’arrivo terminale del nulla e dunque
ancora del nulla nelle
tappe stappando il vortice delle
tempeste nelle feste
abortita cacofrenetica frenesia senza vertici intestinalmente prolungantesi
così le feci fecero la strada
la loro
fecescendo fetenti
fecalizzata felicità fecale
e fatale fetalità di ritorno ritornando ogni giro all’interno e intanto
a tanto le merde dilagando
improvvise
a lacustre confessionalità
della spinta al basso di ogni brivido ascensionale
mentre il merdisterio fecalisterio
istericamente giganteggiando
liquamico transduttorio
ad estasi oceaniche
la folla invadente baccanalante
nel nostro
dentro fuori irreciso di confini
nell’irresoluta disputa se di stato di tratto l’ansia
stronzologicamente autauteggiando in galleggiamenti irrisolti
declinati al plurale delle
sostanze
liquamicamente pervasive
nel brivido anìmico animellico
a freddo videoputrescente in putrelle d’immobilità
attonita videomatica consulta
d’anime
in una
nessuna delocalizzata località
di tratto digerente batteriologicamente
parlando
il nulla transustanziale
e così così
andando il percorso …
(maggio 2003)
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pedalando nella fogna dei sogni ho visto
Cristo in disdetta la merda il liquame il
letame che accatasta
la foresta del potere ho visto che si stanca la materia arranca
il ventre molle della cecità i licheni fiorendo batteri
cristalli di cancrene luccicanti inconsunte pigrizie
e mi dissi, e non si disse mai invano, vieni
vieni con me per mano e venne la mia mente
e non vide, guarda, parla piano, il mostro
che si mostra, che ride di sé nel pianto dell’abitudine,
guarda che non ti sfugga, mentre voltavo il volto alla catena
unta tra le ruote molle dentata pronta mordente
le natiche dolenti e l’acume volto al ventre del liquame
ho visto di non vedere andando e poi
dominante il ventre catafrangere a miraggi
lo spettacolo della volontà mentre fecale
l’universo stellava la struttura e smottando
l’acqua e il viscido il pulviscolare nella germinalità
sorprendono l’identico nell’immemore
pulsando percolati del collettivo sugli insetti ideali
frenevortice del disordine vitalistico delle torri frananti
splendidi nuvolarî di
polveri silenti
nella luminescenza digitale e le dita
le dita che giacciono sudate nello
spasmo neuronale
vagare e vaga nel vago la
bicicletta le sue pulsioni
e le natiche e il piede e il ventre
mentre il tubo
stringe carezze fecali sul velluto del cranio
della testa curva sull’impulso della schiena
illusa e fidente di resistere in
avanti
(maggio 2011)