CHECKPOINT POETRY
MARCO BUZZI MARESCA
 


 ‘ …fecemissoriamente….’   ( flusso  prosetico )                  

 

 

 

stordito di multifecale ansiosa ariosità  fecemissoriamente rintronato nella portapertica falla

 

dell’essere   all’invasione giustizialistica del me spossessato da torridi tribunalizi non me

 

deneganti me    trituranti l’imperfettibile infelicità   mea culpa      radicata nell’inezia

 

dell’inettitudine gigantescamente giganteggiata nelle misure dello smisurato    

 

viaggiando fantasmizzando la gogna su spirali marasmatiche  a ripetizione mitraglianti

 

orizzonti angosceiaculanti slanci in percorsi autosoffocantisi in preconfezionata impossibilità

 

depotenziantesi nel deflusso antifideistico declinante a merdosità liquamica di disarticolata

 

sussultoria larvalità e informità nel nulla decotto della quotideradente dissolvenza  mentre

 

tutti altrimenti

 

nessun risultato abolendo l’azzeramento algebrico del deflusso fecale procedendo a perdere

 

nel delirio della efficienza robotica visuodeficiante alluciviolenza megadiluviante

 

in particelle angiocostrittive dell’areocerebro espansione conduttante

 

così così nell’aria tersa d’un irredento irresistibile sempre   sempre eiaculando

 

rimonte energo compressive nel catafranare del tempo in compressioni slabbrate e sdilinquite

 

bave nauseo producenti per contrapposta coincidenza degli effetti

 

da multifattoriale provenienza      stante la forma unica del collettore a perdere

 

così  così muoventesi il non mosso  ma mosso sussultoriamente nell’immobilitante terrifica 

 

paralesaltazione spettacolare del terreo sé 

 

palpitazione psichevidente dello sfinterio cacatorio    in costante pulsazione dello stimolo

 

e dunque  cacopresenzialità cocciutamente eiaculativa dell’emozione

 

in introversione di viscere estroverse      anima in merde  desostanziate in segnale di percorso

                                                                                                                                                    

stordito  rintronato  viaggiando

 

nessun risultato abolendo   così    sempre  eiaculando  così muoventesi

 

così sdipanantesi  l’essere liquamico al liquevulso esistere desistenziato

 

in desostanziale disossata sosta di mosse   nell’acefalo muscolare

 

brivido catechizzante eroici furori

 

in afrore di vellicate nuvole di fumo all’arrivo terminale del nulla e dunque

 

ancora del nulla nelle tappe  stappando il vortice delle tempeste  nelle feste

 

abortita  cacofrenetica frenesia senza vertici  intestinalmente prolungantesi

 

così le feci fecero la strada la loro

 

fecescendo fetenti fecalizzata  felicità fecale

 

e fatale fetalità di ritorno   ritornando ogni giro all’interno  e intanto

 

a tanto le merde dilagando improvvise

 

a lacustre confessionalità della spinta al basso di ogni brivido ascensionale

 

mentre il merdisterio  fecalisterio  istericamente giganteggiando

 

liquamico  transduttorio

 

ad estasi oceaniche

 

la folla invadente  baccanalante

 

nel  nostro  dentro fuori    irreciso  di confini

 

nell’irresoluta disputa  se di stato di tratto l’ansia

 

stronzologicamente  autauteggiando in galleggiamenti irrisolti

 

declinati al plurale delle sostanze

 

liquamicamente pervasive

 

nel brivido anìmico  animellico

 

a freddo   videoputrescente in putrelle d’immobilità

                                                                                                                                       

attonita videomatica consulta d’anime

 

in   una  nessuna    delocalizzata località

 

di tratto digerente     batteriologicamente

 

parlando

 

il nulla transustanziale

 

 

e così  così   andando   il percorso …

 

 

(maggio  2003)

 

 

******

 

 

pedalando nella fogna dei sogni ho visto

 

Cristo in disdetta la merda il liquame il letame che accatasta

 

la foresta del potere ho visto che si stanca la materia  arranca

 

il ventre molle della cecità i licheni fiorendo batteri

 

cristalli di cancrene luccicanti inconsunte pigrizie

 

e mi dissi, e non si disse mai invano, vieni

 

vieni con me per mano e venne la mia mente

 

e non vide, guarda, parla piano, il mostro

 

che si mostra, che ride di sé nel pianto dell’abitudine,

 

guarda che non ti sfugga, mentre voltavo il volto alla catena

 

unta tra le ruote molle dentata pronta mordente

 

le natiche dolenti e l’acume volto al ventre del liquame

 

ho visto di non vedere andando e poi

 

dominante il ventre catafrangere a miraggi

 

lo spettacolo della volontà mentre fecale

 

l’universo stellava la struttura e smottando

 

l’acqua e il viscido il pulviscolare nella germinalità

 

sorprendono l’identico nell’immemore

 

pulsando percolati del collettivo sugli insetti ideali

 

frenevortice del disordine vitalistico delle torri frananti

 

splendidi   nuvolarî   di   polveri silenti

 

nella luminescenza digitale  e  le dita

 

le dita che giacciono sudate  nello spasmo neuronale

 

vagare   e vaga nel vago la bicicletta le sue pulsioni

 

e le natiche e il piede e il ventre  mentre il tubo

 

stringe carezze fecali sul velluto del cranio

 

della testa curva sull’impulso della schiena

 

illusa e fidente  di resistere in avanti                                              

 

 

(maggio 2011)

 

 




Scarica in formato pdf  


 
Sommario
Checkpoint Poetry

Il contatore dei visitatori Shiny Stat è attivo da dicembre 2006