Da
Strad(i)ario di viaggio (Campanotto Editore, 2011)
SICILIA
Ti
odio Sicilia mia
ed odio il tuo
mare blu
le tue coste
antiche
il tuo profumo
di limone
Ti odio, non
posso far altro,
ed odio la tua
acqua cristallina
i tuoi delfini
sullo stretto
le tue onde
fresche di sera
Ti
odio Terra mia
odio la tua
pancia fertile
l’ostello che mi
ha ospitato
il castello che
mi ha visto nascere
E
se riuscissi a non accontentarmi più
del giorno
infinito che ritorna lo stesso
della stretta
morsa dei miei calzoni
e di quel
bugiardo treno volante
allora
forse
di nuovo
ti amerei!
VAFFANCULO
Vaffanculo
a te che credi sia una sola la realtà
o a te che pensi non esista
Vaffanculo a te che credi e nessuna prova contro ti
basta
a te che sottostai con una busta sulla testa
a belar lieto all’inganno di chi ti mette le mani in tasca
Vaffanculo a te che mangi sui piatti vuoti della
gente
che, ignorante, ti tiene come un Dio onnipotente.
Fanculo, Fanculo a te che
di fronte alla mia morte
(o di mia madre, tranquilla è uguale)
ti fingi amica e vai a mignotte
pensando, come fossi il tuo diario,
a pulir, se necessario, le tue lacrime d’inchiostro.
Vaffanculo a te che ti schieri per partito preso
quando cazzo mai t’ho offeso?
E a te che non vuoi sentir ragioni,
che pensi che i miei bisogni siano solo mie opinioni
Fuck you se non sai con chi
sfogarti
e sputi sopra al mio rispetto
e il mio fare oro lo usi e basta
e mi soffi insieme all’altra merda
o almeno ci provi
anda ne la mierda.
Autosodomizzati sparlatore falso e vuoto
che ti fai le tasche piene con il cuore offeso della gente.
Vaffanculo – claro? – vaffanculo,
il mio cazzo sarà per te una verga
che, sulla tua testa
– che definirla di cazzo sarebbe un offesa al pene –,
farà scorrer molto sangue, ma non il mio.
Mio sarà l’acquario
tuo il fiore del male
e sarai vittima anale
della tua stessa onazione...
… e quando sperma di necrofili
– presto, molto presto – riscalderà
le tue fredde
ossa
io sarò lì, vittorioso,
a pisciarti sulla testa.
FENO-TIPO
SI-CULO
Sinceramente
generose le tue
strade fiorite
per cortesia
Mostrate fiere
con umile e sana
poesia isolana
Isolata
la grazia alla
madonna con devozione
illustri le
grazie, puledra da corsa:
contemplazione
Si-culo
che vengo lì nel
tuo castello
normanno
Fiori neri
attorno, vento caldo
uno spasmo
Tipicamente
coppe regali in
mano
vossia
gratifica me e
non mente
al pastore
fedele
ad un’ostia
assente
E
dopo? Niente
preservativo e
soltanto..
un figlio in
arrivo
qualche rimorso
un vestito più
largo
una croce
pentita
cento arancini
e più vasta la
fica
*
Giuseppe Stefano Biuso nasce a Paternò, provincia di Catania nel 1984. Conseguita
la maturità scientifica, svolge il servizio militare a Rimini e a 20 anni si
trasferisce a Roma, dove si laurea in psicologia Dinamica e Clinica nel 2010. Durante
gli anni universitari svolge i lavori più disparati per mantenersi gli studi,
specie nel settore dell’animazione, dello spettacolo, dell’organizzazione
eventi e dei servizi alla persona. Coevamente si
dedica con passione a studi letterari e frequenta assiduamente i circoli
letterari della capitale in cui incontri significativi stimolano in lui la
passione per la lettura, lo studio e la pratica della poesia.
Strad(i)ario di viaggio, prefato da Lidia Riviello, è la sua opera prima.