CHECKPOINT POETRY
ANTONIO SPAGNUOLO
 

 

 

Falsetto

 

Spesso riaccendo i segni fuggitivi

della giovinezza, fuggitivi e contorti,

in questo lento sconforto che pretende

nuovi abbandoni.

Altra stagione si affaccia sospettosa

e fra i giochi, impaurito, ho abbandonato

l’ultima cadenza della luce.

Forse inseguendo le piccole alchimie

dei racconti, delle leggende aggredite,

raccolgo il fruscio di strani aromi,

che aggiungono ferite al solito  nirvana.

Dicevi lacerazioni nell’affondo

a segnare l’aria di brusii senza più aroma,

capace di intrecciare più cellule

per alcuni sussulti che si stringono

al brusio del falsetto.

 

 

Ritorni

 

Resta in fondo l’immagine dell’incedere

in fuga per fantasmi e il calpestio

spaventoso quasi incredibile  nel segno di un riflesso,

fibra dell’antica potenza del tuo respiro.

Ha consistenze il tempo,

linea nel senso del cucciolo: 

il colore è splendore, rapido e abitato

in questo mondo di roventi inganni,

sfumando il grembo con il gioco di nuvole.

Riesci a riportare la dolcezza profumata

del tuo abbaiare docile,

e nello specchio hai il coraggio di fissare

la  forma, sicuro di un fedele guaito.

Vorticando il sapore delle corse,

da fare invidia alla luna, esattamente

perderti e ritrovarti ogni sera nell’incisione

della tentazione o per la luminosità degli occhi.

Forse ritorni, affiancando gli dei nel cammino

vagabondo, senza mai latrare,

scodinzoli leggero, senza sbagliare un pegno,

unico a riconoscere l’eroe nel cenno

fluida tensione della fantasia in difesa.

 

 

Scintilla

 

Forse il mio sogno riparte dagli inganni,

dall’insensato segno del fiorire,

per arcuarsi nel bagliore, in lontananze,

e ripercorre parvenze di irreali promesse.

Nell’ascolto della nostre radici,

che comprendono e sconvolgono le fughe,

il vorticoso frastuono del prodigio

è nella speranza coltivata alle penombre.

L’indifferenza scotta fra le pagine

per la sostanza strana del terrore,

per le incredibili mosse della solitudine.

Noi, soltanto noi, l’impetuoso contatto

che adesso inizia a credere

nell’essenza stessa dell’amore.

Ora che il richiamo è forza della unione,

dagli antichi tepori, ed aggroviglia il cuore

altri silenzi ammaliano certezze.

A volte torni nel colore del fuoco,

ed intagli lacrime al perdono,

in contraddizione dell’anima invaghita.

Ho abbattuto l’istante di abbandoni

proteso al segno della tua scintilla,

alle parole sussurrate in frammenti,

alla solitudine, ove l’insonnia indugia

per riscoprire il dono  fuor della nebbia,

in un magico sogno

che vuota il tempo e della stanza è spazio.

 

 

Nuda 

 

Ebbra!

                          Alle tue cosce,

divaricando i piccoli sussulti,

abbandoni il languore, mescolando

prudenze irresolute e gli abbagli

che fissano il sopracciglio, dilatando

pupille e scommesse del sesso,

anch’esso,

dissociato alle tempie, nel conforto

dell’ennesima imprudenza,

sbanda  in vertigini ambrate!

Inerme la memoria sfratta gli archi sbilenchi,

per gemiti che qualcuno accenna tra gli embrici,

al di là della porta,

ove lussureggia feconda la vigna

dai grappoli che il sole indora.

Tutte le nostre notti oscillano nel nettare

che inocula gavotte,

già la corda freme per le variazioni:

tu nuda e invereconda offri nei sorsi guizzi,

e scomponi spazi per il nettare.

Rincorrendo il mio amplesso impazzisci di gioia.

Incompiuta Psiche sbanda tra i granelli

e scuote le più belle storie,

libando coi nappi luccicanti, e concavi,

l’amore che è rugiada,

e per la profondità dei silenzi

si accresce nel calice indifeso.

 

 

Ombra

 

Il richiamo oscuro della civetta

ritorna al mio segno intimidito.

Oh, se fossi ancora con i piedi in terra

in questo slancio fremente, tra i singhiozzi,

oltre il richiamo delle telefonie,

oltre il contrasto di una ottusa bramosia,

accidentato al di là dei sorrisi,

nel flusso, in dono tra  ritmo e sostanza.

Ogni minimo accento che consola

è l’indice di azzurri, è un solo pensiero

sottratto alle illusioni

lo strappo che si offre

per le difficili assenze in cui il pallore

dissimula occhi di vetro.

Siamo melissa da scoprire, in procinto

di mostrare altre mutilazioni.

Aspetto ancora l’esplosione della giovinezza

tra le rughe sconnesse, dove una strada

decida finalmente l’ombra del mio corpo

 




Scarica in formato pdf  


 
Sommario
Checkpoint Poetry

Il contatore dei visitatori Shiny Stat è attivo da dicembre 2006