CHECKPOINT POETRY
NADIA CAVALERA
 

 

 

 

Il puttaniere

 

C’è chi infatuato in cima ad un lago
di pesche fresche a finestre aperte

(: impotente l’orizzonte delle verdi coperte)

monche l’ali

spaccia per amore

la mania di considerazione

l’urgenza demenza di seduzione

sottomissione dominazione

(: gelido palamito l’amo fisso gramo)

Per sfamare un ego ingordo lemuro

un tricche e tracche sferico

per pompare vele coniugali spente

da amor’indigente ner’arida semente

Per garantirsi l’autoerotismo seriale

da suggerito confessionale cellulare

quando non va a puttane che si può sempre fare

col carico almeno di due lesbiche e qualche transessuale

(: la moglie giù a calci per le scale o fidanzata ufficiale irreale

in un teatrino improvvisato: bianco mulino ammuffito da sottoscala incallito)

l’evoluzione nei più (non ci sono naturae gratias solo Belzebù: prodotti di scarto mal riusciti da infarto)

è stata etica involuzione egemone perversione

col sesso unica ossessione

 

Gennaio 2011

 

 

 

Il beghino

 

Ha tutta la scocca

la gola le corde vocali

la lingua la bocca

ma comunica a gesti segni ammiccamenti

è lesso mica fesso a lasciare precedenti

scritti documenti

tutto segreto il suo bordello minareto

da convinto manipolatore

si gioca il sole con le suole

piroetta sullo zoccolo monco

spiega il fondo al suo volere

di miele fuori dentro fiele

Saranno loro a parlare

Nelle retate programmate

un circo di donne strane

giovani vecchie

per lo più puttane

nane pronte a farsi plagiare

all’occorrenza lesbiche

politeistiche fricchettonistiche

(: fiche cistiche)

 

Novembre 2010

 

 

 

Totò

 

L’intruglio di scudiscio alla rosa di cosa

era solo un puntiglio di pepe al miglio

seguìto da lei con bianco sbadiglio di tisana al tiglio

 

Luglio 2010

 

 

 

Non vantarti uomo

 

Non vantarti uomo

come d’un dono solo per te

L’anima è cuspide cerebrale

sovrintendenza

ad ogni funzion’attività corporale

La possiede ogni animale

in intensità variabile

e capacità proporzionale

alla necessità dell’esistenza

 

(: la piazza non impazza il rumore è la ramazza)

 

Non vantarti uomo

L’anima non è una tua prerogativa

Né la garanzia d’un’altra vita

 

Se un paradiso c’è

Tra i meli le liane i petali e le rose

incontrerai il pesce l’elefante il cane il gatto e la mosca tse-tse

 

(: la voce imbuca la luna spunta cera la vera pantera)

 

Ora rispetta il cospetto

pur nella lotta alla sopravvivenza

costruisci con loro

un’iride convivenza

di colore resistente

Bandisci i costumi di scena rena

E possa tu averne la giusta guida

Per un tempo odierno che conosce solo l’inferno

 

Luglio 2010

 

 

 

Per il bimbo ignoto

 

Avevo una famiglia

avevo una stanza una casa la mia biglia

avevo un città

il mio parco giochi gli amici la bici

e il mondo che mi girava intorno

facondo macondo

tutto mio nonno

Ora mi trascino tra loculi e tendopoli

siamo tutti sradicati

cassati

siamo tutti molossi soli di scoli

 

Aprile 2010

 

 

 

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