Testi scelti da: IL
TEMPO NECESSARIO
Dialoghi Poetici
(Edizione La Città e le Stelle, Roma 2010)
Dalla sezione: SCRITTI DI VIAGGIO
fly zone
diez años
breve
intermittente incessante
volo
quotidiano
sterminio
di raccolti di
ricchezze
di lavoro
dominio
incontrastato
de los
compañeros americanos
fly zone
le grida delle
donne
le tane
intarsiate di mosaici
e di ori
dove le sette
sataniche
sembrano meno
innaturali
delle ali
metalliche rivolte
al controllo dei
territori
dove si prega
persino lucifero
pur di pregare
dead zone
cada año
vuoto inghiotte
in vhs
i sorrisi i baci
la festa i
neonati
la musica raj
e tutti noi
inghiotte il
vuoto devastante
arabi alla corte
del petrolio
suicidi coloni
degli states
imbracati en un
embargo total
fiumi di liquidi
proibiti
inonderanno le
macerie
giovani
guerrieri del rap
a che vale
parlarne
scriverne
la nostra notte
insonne
dopo tempeste
dopo gli amori
di ognuno
amori a termine
qui la terra
sprofonda
c’è chi si
permette
goffe esibizioni
di crisi esistenziali
noi progettiamo
noi esploriamo
ogni angolo
camminando
prendendo treni
perdendo treni
senza filmati da
proporre
solo con un
bagaglio leggero
forse senza
nemmeno più quello
Ivana Conte
Santiago
de Compostela
Questo
luogo lontano,
lontanissimo,
brucia di tappe
antiche.
E proprio
non
importa come
si
arrivi, qui. Sono
quei
fiori
poveri
di campo
piovuti
a
fare bella
mostra
di sé già
pure
estinti sul nudo
pavimento,
nel santuario
chi
li ha deposti certo
non
ha fretta è l’indizio
nascosto,
che ancora
ricomincino
in
mèsse
di colori
a
primavera, che inizio
e
fine concorrano all’eterno seppur
giammai
fu dato, a sé
medesimi,
un limite non darsi
vidi,
così, l'antico
monumento
di pietre
nude,
pallidi muschi ed erbe
peregrine:
il campus stellae donde
risuonano
grida
di
Oceàno e di
gabbiani
amici
e
intrepide cicogne i loro
nidi,
incontro, al
lume
del crepuscolo.
Paolo Gaspari
Dalla sezione: DEDICHE
Gente
in cammino
nei
deserti armati delle guerre
occhi
nel vento persi
senza
che alcuna ragione
appaia
ragionevole
continenti
polverizzati e di granito
nei
villaggi solo ombre
tende
da campo e solitudini
moltitudini
di cui nemmeno il nome
pare
abbia posto nella storia
del
civilissimo occidente
moltitudini
divenute sterminio
interminabili
file di profughi
in
marcia verso inconoscibili sentieri
gli
strateghi a tavolino
le
prostitute africane
iniettano
virus e sesso a quattro soldi
mentre
il colore del sale
copre
di bianca morte il passaggio
dei
figli il racconto dei vecchi
le
memorie delle donne
mentre
si muore un po’ al giorno
tutti
anche qui di inerzia
di
passione di libertà apparente
mentre
mi prendi per mano e taci
osservando
le sequenze di un secolo
infamato
e corrotto
mentre
i palazzi ci crollano intorno
e
rinasciamo all’amore anche oggi
senza
potere senza ausili
solo
con l’arma della denuncia
della
resistenza del desiderio
Ispirata a Salgado in cammino
Ivana Conte
A
Friedrich Hölderlin
Un relitto di
nido, abbandonato
ad un ultimo
ramo, sotto il cielo
è abbracciato
alla luce che si scema.
Alcune poche
foglie accartocciate
superstiti
sospese
estremo baluardo
che resiste
ai confini del
tempo
tra passato e
presente
Paolo Gaspari
Dalla sezione: TEATRO
su ACHILLEIDE – spettacolo
di Carmelo Bene - novembre 2000
un palcoscenico
cosparso di sculture scomposte, arti, teste, busti di gesso
materiali di uno
studio sull’ in-vulnerabilità
un microfono
dei veli
un libro,
grande, con una copertina bianca, rigida
sale il sipario
taglia fuoco
dopo qualche
secondo, le luci abbassate, entra l’Attore
barcolla
leggermente e non è un vezzo, è un leggero impaccio forse dato da un busto, in
cui sembra costretto.
è vestito di grigio, sembra
sempre più un Attore del teatro giapponese,
con quella
solennità scarna e meravigliosa che danno l’esperienza e
la
consapevolezza
molti gesti
preparano l’arrivo della parola
l’Attore cerca
di comporre ripetutamente una figura umana femminile,
partendo da un
piccolo busto e creando, di volta in volta, sproporzioni paradossali:
grandi gambe su
un piccolo tronco, piccole mani su
grandi braccia, testa enorme
su un piccolo
busto...
poi le parole, i
versi poetici, i versi teatrali, i poemi eroici
il poema
dell’amore, Pentesilea, Achille, l’eroismo dell’amore
un montaggio di
versi che scivolano uno sull’altro, inavvertitamente,
forma un poema
unico, nuovo
Attore-coautore-poeta
pause
strappi e
lacerazioni di una garza, di un velo come quello delle spose,
che vengono
accompagnati da un suono altrettanto lacerante
leggeri sguardi
da bambino che gioca con il suoi fantasmi
sfugge
commozione a questo Attore malato e grande
Ivana Conte
A
Leo de Berardinis
Ricordi,
anima mia, quella sera
lontana?
I
nostri passi sul selciato presso i portici
lenti,
i baci ed il silenzio.
E
poi la cena: le
dolcezze,
le risa (se l’anima
ne
uscisse).
Ripassai,
non è
gran
tempo l’hanno
chiuso
il teatro, definitivamente: il giorno
e
l’ora, ancora li ricorda
il
cartellone dell’ultimo
spettacolo
su Celan: le sue
mani e le
nostre.
Paolo
Gaspari
Dalla sezione: FANTASIE
il luogo dove il
tempo
il tempo
imperfetto
il tempo senza
tempo
il tempo
dell’attesa
del viaggio del
ricordo
della conoscenza
del conflitto
della guerra
dell’emergenza
dello scambio
degli sguardi
del silenzio del
flusso ininterrotto
delle parole dei
gesti necessari
della fortuna
dell’oblio
dell’astinenza
della passione
del ritrovamento
delle soluzioni
del tempo donato
sottratto cercato
del tempo delle
verità celate
del coraggio del
tempo che ci vuole...
ci vuole tanto
tempo
Ivana Conte
S’indugia, un
poco, il tempo
ora più vero il
frutto si assapora
strappato alla
matrice
dalla mano
protesa.
E gracile su un’acqua si riposa
cuore di verde
tenero, una foglia.
Gli alberi richiamano
voci di uccelli
i calanchi ci
mostrano le ferite
ma resistono
e fan le carte
al tempo.
E un uomo può vedere
nelle spume del
mare disperdersi
la propria vita
e gli oceani
annegare, in
baobab di
silenzi.
Paolo Gaspari
DUE INEDITI
ecatombe rock
decatrombe stop
davanzali sui
fori imperiali
angeli infilzati
negli spiedi
bretelle di luce
defibrillatori
tascabili
beniamino corre
a raccogliere i suoi occhiali
passacarte della
storia
raccoglitore di
olocausti
preveggente
senza occhiali
un sorriso
signorile
proponevi un
doppio sogno
senza riuscire a
immaginarne
neanche uno
attaccato alla
tua nota di latta
e mangiavamo
solo mais
i più poveri del
mondo
stupidamente
felici
Ivana
Conte
a
J. Baudrillard
strategie di violenze:
la realtà già
finita (fare che
non esista)
noi finalmente
immensi
irraggiungibili
superfetazioni
dell’io
consumatori
insaziabili
di prede
(filetti e frattaglie)
cosa bolle in
pentola?
noi
definitivamente tutte
le realtà
possibili
(e impossibili?)
o invece:
la cura
dimagrante dell’io ●
i roghi
d’infinito
(universi che
esplodono)
Bruno Eckart
Spinoza
(i profeti della
Gioia)
e
le cose da poco:
un gabbiano che
posa
a pelo d’acqua
pappagalli che
ritornano
all’albero di
casa
il merlo e la
cornacchia
affratellati
i gatti come
amici
(scene di
paradiso?)
● da Non essere Dio
di Gianni Vattimo
Paolo Gaspari