> Dal volume Navigatori a vista (Fermenti Editrice, Roma 2009, pp. 82, € 12,00)
Rave
Bum bum bum bum
Bum burn bum bum
Bum bum bum bum
Bum
bum bum bum
Luci seriali
Suoni seriali
Danza seriale
Movimenti seriali
Macchina di carne
Ketamina
Ketamina
Ketamina
Ketamina
Cinque euro un grammo e
mezzo di MD
Trip e speed
Sguardi sconvolti
Nasi che colano bianco
Bum bum bum bum
Si parte già calati
Si arriva telepaticamente
Scenario inumano
Si alza la torretta dal furgone
E i laser fendono il buio
Il kick inizia martellante
180 bpm
Bum bum bum bum
La macchina umana parte in
sincro
Un due un due
Un due un due
Una funerea danza
Che evoca i morti
Bum bum bum bum
Bum bum bum bum
Bum bum bum bum
Bum bum bum bum
Mattino
Ore dieci
ll kick si ferma
Bum
Trova un po’ di roipnol!!!
Ciò che rimane:
Graffiti e macerie
*
Costretto
Estasi è stato il mio nome
Nella danza frenetica,
Tra polvere, laser e colla di un Rave party
Inferi il mio cognome
Trasportato d’urgenza in
SPDC
E io che credevo di andar a studiar magia
Dentro: “Volontario?”
Mi presero in tre
Mi fecero un siringone nel culo
E mi legarono a letto
Coscienza la ripresi dopo
tre giorni
Ma tra i neon freddi di quella terra di nessuno
Conobbi gente sicuramente interessante
Arcangelo detto “pippanera”:
Un omaccione con un anello con quattro teschi
Che cercava sempre di imbastire un ramino
E noi che, pieni di Entumin,
Ci alienavamo dopo trenta secondi.
Luigina che, povero
uccellino, vedeva i fantasmi
Rosaria che mi aveva preso
in simpatia
E mi ripeteva: “Me l’hanno cavato!”
Mentre aspettava la visita quotidiana del marito
Giancarlo
E Mary transessuale, la piu simpatica:
Arrivò una mattina
Portata dai carabinieri
Con indosso solo una canotta e un costume.
Era un marzo gelido!
Si vestì, si truccò vistosamente,
Iniziò a benedire tutti i pasti
E a farci divertire, soprattutto Pippanera,
Cantandoci canzoni napoletane
Di quel luogo
Spesso mi torna alla mente l’odore dei termosifoni
*
Vorrei
Vorrei
Tirar giù questo muro
Senza recarti offesa
Che questi spigoli spinosi
Velenosi si smussassero un po’
Quel tanto almeno
Per sfiorarti senza dolerti
Vorrei
Che questa carne viva sputata al giallo
Trovasse riparo
Che queste albe dolenti
Partorissero non solo il pianto
Ma un respiro di ballata
Vorrei
Amare senza odiare
Fiorire senza svilire
Crescere senza invecchiare
Maturare senza marcire
Sollevarmi senza cadere
Vorrei andare in vacanza
Senza perdermi però
*
A bit of tranq
Tramonto
Quasi le sette
È l’ora del Tavor
A bit of tranq
La fronte è fredda
Le telecamere sono dappertutto
Io sono dappertutto
Ho bisogno di fermare un istante il gioco
Eccolo che cala
Passano i secondi
I minuti
E piano piano
Piano
Piano
Il respiro si fa più lungo
I riflettori si spengono
Le comparse vanno a casa
I mostri di cartapesta vengono riposti
I tecnici dal camice bianco smontano
E l’attore
Sveste i pesanti panni obbligati di scena
*
Il cristo pazzo
Prese la clozapina
La spezzò e rese grazie
La mostrò al pubblico e disse
Guardate tutti
Questo è il mio corpo
Offerto per la vostra moralità
Poi prese l’Entumin
Lo versò nel bicchierino di carta, rese grazie e disse
Questo è il mio sangue
Versato per voi
A lavarvi dai sensi di colpa
*
Santino
Santino
agli arresti psichici
Santino
coi denti di plastica
Che
raccoglie cicche nella casa delle mosche
Che
ride solitario in una nuvola di fumo
...
sai da quando mio padre...
Con
voce flebile, una voce in ginocchio alla luce
Santino
che barzellette ti raccontano gli angeli?
Quali
fantasmi ti tengono compagnia?
Santino
forse sei Santo davvero
Eremita
in prigione
Che
scegli tra hamburger o fettina
Il
tuo unico desiderio della giornata
Della
settimana
Del
mese
Degli
anni che passano identici
Ma
i tuoi occhi brillanti portano in grembo
Sogni
che superano le sbarre
Che
saltano l’alto cancello della casa delle mosche
E
urlano fino al cielo
Oltre il cielo
*
Il cinema
Pago
il biglietto
Compro
coca e pop corn
Il
film inizia
La
stessa riedizione da tanto tempo:
“Il
fiume di cadaveri e veline”
Ormai
non ci faccio più caso
Ci
sono avvezzo
Vedo
la morte senza cupo velo e mannaia
Ma
vestita coi colori sgargianti
E
attillati delle ballerine
Sono
seduto qui
Ho
comprato coca e pop corn e guardo
Questo
grottesco scempio senza senso
Il
cui senza senso crea il senso
L’impassibilità
La
desensibilità
Il
guaio è
Che
quando dal cinema esco
Ritrovo
lo stesso film davanti ai miei occhi:
“ll
fiume di cadaveri e veline”
E
nessuno o quasi
Ci
fa più caso.
*
Noi non siamo di qui
Quale
patologia?
Quale
disturbo?
Noi
non siamo di qui e basta!
Parliamo
una lingua diversa
E
se ci dite che siamo malati
Lo
siamo davvero
Ma
del male più bello
Il
troppo amare
Noi
siamo Isacco
Noi
siamo Cristo in croce
Il
vostro specchio più sincero e limpido
Senza
di noi voi non avreste nome
Udiamo
gli strilli dei demoni
E
i canti estatici degli angeli
E
deliriamo come improvvisazione di Coltrane
Urlando
per il richiamo del respiro di madre terra
Che
ci faccia riposare sul suo seno finalmente
Riposare
Riposare
Riposare
Sì,
questo è quello che più desideriamo
Ma
non nell’ipnosi del farmaco
Soldatini
metafisici sputati a sminar la via
Per
l’arrivo della fanteria
Quanto
vi serviamo!
Quanto
vi serviamo!
A
chi vomitereste sennò le vostre colpe
Che
piangiamo in silenzio
E
redimiamo procurandoci ferite
Tutto
per voi
tutto
per voi
Che
senza noi non avreste nome
* Tommaso Putignano è nato a Urbino il 5-11-1972,
vive e lavora a Roma. Ha frequentato il Conservatorio S. Cecilia per diversi
anni, per lo studio di pianoforte e composizione. Ha conseguito la maturità
classica e frequentato la facoltà di Lettere e Filosofia, corso di Lingue e
Letterature moderne straniere presso l’Università “La Sapienza”. Ama la musica
e la letteratura.
tommasoputignano.wordpress.com