Trent’anni fa, il 19 gennaio 1980, moriva a Roma
a soli 45 anni, per un cancro alla gola, Piero Ciampi. Vogliamo, così, fare un
doveroso tributo di memoria al poeta-cantautore livornese, artista irregolare,
inquieto, anarchico, esistenzialmente ‘maudit’, fuori dagli schemi
dell’industria culturale e discografica, amico di
Carmelo Bene e di pittori come Mario Schifano, Aldo Turchiaro e Mario Ceroli. Figura
di assoluto rilievo nel saper proporre quella che il suo co-compositore Gianni
Marchetti definiva “poesia cantabile”.
Livorno (Ciampi-Marchetti) > ascolta il file mp3
Ma che buffa che sei (Ciampi Marchetti) > ascolta il file mp3
Il Natale è il 24 (Ciampi-Pavone-Marchetti) > ascolta il file mp3
***
Livorno
Un pianto che si scioglie,
la statua nella piazza,
la vita che si sceglie,
è il sogno di una pazza.
La sera è già calata,
comincio a camminare
sperando di incontrare
qualcuna come te.
Triste triste
troppo triste è questa sera,
questa sera, lunga sera.
Ho trovato
una nave che salpava
ed ho chiesto dove andava.
Nel porto delle illusioni
mi disse quel capitano.
Terra terra
forse cerco una chimera,
questa sera, eterna sera.
*
Ma che buffa che sei
Sei come un purosangue
che non ha mai perso una corsa,
sei tu che vieni avanti,
sei rara come una sorpresa.
Ma che buffa che sei,
ma che buffa che sei,
il denaro per te
è un giornale di ieri.
Ma che buffa che sei,
ma che buffa che sei,
ogni cosa che fai
ha troppi strani motivi,
tranne una, e la sai: l’amore
Ma che amore che sei,
ma che cara che sei,
quando dici
“son due le anime mie”.
Quel pugno che ti detti
è un gesto che non mi perdono,
ma il naso ora è diverso:
l’ho fatto io e non Dio.
Ma che amore che sei,
ma che cara che sei,
quei ragazzi laggiù
sembrano noi.
*
Il Natale è il 24
È Natale è il 24,
non riesco più a contare,
la vita va così.
Ho una folle tentazione
di fermarmi a una stazione,
senza amici e senza amore.
Mio fratello è all’ospedale,
sono giorni che sta male,
la madre non l’ha più.
Anche Pino è separato,
Elio al gioco si è sparato,
mi stupisco sempre più.
Io vado,
quando sono abbandonato
vado in cerca di una donna,
senza danni.
Sento
quelle volte che non pago
che rimane pure amore,
ed allora.
Ma il mattino mi consegna
Francescangelo drogato,
non mi conosce più.
Per vederci un poco chiaro
bevo un litro molto amaro,
sono dentro un’osteria.
Il Natale è il 24,
Gianna ha un cuore molto
strano,
la vita va così.
Ho una folle tentazione
di rifermarmi a una stazione,
senza amici e senza amore.
Il Natale è il 24.
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