Tre poemi
strategici: da Mappamondo
(& altri luoghi infrequentabili), Campanotto editore, 2006
> 01 Te
absolvo (ascolta il file mp3)
> 02 Ki
parla? Ki ascolta? – Poema pesce
(ascolta il file mp3)
> 03 Eurobond Europa (ascolta il file mp3)
***
3 POEMI STRATEGICI
Te absolvo
Il
mio dèmone era stato in gabbia a lungo:
venne fuori ruggendo.
R.L.
STEVENSON, Lo strano caso del dottor
Jeckill e di mister Hyde
1.
ai
piani superiori, n’est-ce pas,
si
gradirebbe che –
si
apprezzerebbe insomma, si vedrebbe di buon occhio, lassù, durante il volo
a
15.000 mt. sopra i capricci delle nubi, effimeri, & attraverso
le malattie infantili dei mercati –
enfin,
riuscirebbe oltremodo gradito, per così dire, a tre passi
dalla
paura (margini sottili, borse sull’orlo del pànico): mentre
la
vecchia Europa, arazzo dimenticato, strappato, forse superfluo,
perde bave & trippe
allagando
acque
& terre delle sue feci brune, in un be bop sgangherato
incancrenito
nel marciume, in questa fragorosa malinconia, in questo
rosa
intestinale che illividisce il cielo, ne fa una distesa di frattaglie
&
accresce turbamento
alle
anime belle (amnesia, busillis, in
diebus
illis: et alia, alia multa)
- anzi,
rettifichiamo: riuscirebbe oltremodo gradito che –
2.
o,
per meglio dire: assolutamente necessario, indispensabile, magari
obbligatorio
(flamenco flambé: verso lo zenit)
realizzare una più corretta
gestione
& digestione
dei
disordini incongrui, delle
dinamiche
scomposte, del caos, della sporcizia, dei fetori sociali,
degli
spurghi, lerciumi, umori, rumori, grida, rimorsi, rimozioni, etc. –
(che
paiono, laggiù, oltre i miraggi & i “Mirages”,
caratteristiche
delle cosiddette creature umane – patrimonio
genetico
della specie, suo stupido stigma): (condanna
secondo
alcuni, secondo altri
semplicemente
motivo di
compatimento, compassione, pilosa pietas
&
non si sa bene cos’altro). id est.
3.
una
storia di scimmie, en tout cas:
tutta da
dimenticare, lassù, ai piani
superiori
– 15, ormai 25.000 mt. sulla bambagia delle nubi
-
durante il volo & il suo moltiplicarsi dentro
una
spirale esaltante, nella luce, il sonno, i sogni maledetti
maledettamente interrotti
(prostituzione & riso dietro
le porte,
sperma & marrons glacés).
tacere.
acconsentire. le lingue non vanno tagliate, vanno solo
tenute
in giova, please:
& -
detto tra noi – non si capisce, in effetti, cosa
si
pretenda laggiù, oltre l’inferno.
a cosa si
aspiri, a cosa mai: &
in
base a quali mai disposizioni, o utopie dissennate – non si parli
di
diritti, ovviamente. (impura prassi, stop).
Europa
numismatica (siamo professionali & innovativi). l’etica
del
predatore non ci è estranea, onestamente. Il pianeta
gira
male, da un po’: cosicché ai piani superiori, vero, non
riuscirebbe
sgradito che –
(ma la
cupola di San Pietro, oggi, ora,
è
visibile esclusivamente dal buco del portone dei Cavalieri di Malta
all’Aventino,
& da quassù, dove c’è solo pace, silenzio & un disperato
profumo
di petunie misto a effluvi di tabacco dolce,
nella
sera
del dì di
festa, & sempre,
(magari
noiosamente): embolo letale, il continente stia in guardia.
ai
piani superiori, come già detto, darebbe molto fastidio che –
4.
con
moderato spargimento di sangue, questo è certo. bizzarrie
cannibaliche,
previste in percentuale trascurabile, con metodo,
con
pazienza scientifica, dissenso, dissenteria. non alteriamo irresponsabilmente
i
metabolismi, il mondo
è un
laboratorio: perché dovrebbe
essere
diverso? perché? perché mai?
in nome di
che cosa?
nessuno,
crediamo, ama essere terra di conquista: ma c’è chi lo è
naturalmente
& naturaliter, forse per volontà
di –
ai piani
superiori, durante
i
voli angelici più efferati, vivendo di trasparenze, morendo
di
troppa vita & troppa luce, non lo si nega: i controlli sui cambi
non
mordono i grandi: è necessario quindi che popoli & razze
si
adeguino, imparino a respirare sott’acqua, o sottoterra:
fisime, olé!
&
che, surtout, entrino
volentieri
nelle regole: sintassi fondamentale, la natura si libera
all’interno
degli schemi, delle strategie produttive – il resto
è sentimentalismo. (il cappotto di
legno
non ha
tasche). così sia. così è.
te
absolvo.
Ki parla? Ki askolta?
Poema pesce
E tuttavia
sedevamo ancora dietro la porta in rovina
deliberando i destini del mondo.
BERTOLT BRECHT
L’artista
non è qualcuno che trascrive il mondo,
quanto
piuttosto il suo rivale.
ANDRE’ MALRAUX
La
liberazione dei morti avviene al rallentatore.
HEINER MULLER
1.
Ki mi parla? Ki mi paràbola,
parabellum paradossale, ki mi parla all’orecchio,
all’erta, orakolare, alors,
allegro, allegorico alibi maldestro, ki, ki,
ki mi sussurra, susssss, ki
mi grida, ki urla, ur, ur, Ur dei Kaldei, hurrà! Là in quelle
lingue antikissime perdute,
ikiissime, eeerdute, kon èki kissà kome
pieni di frenesia, di
freee, free klimber, di freeesko vento
kolossale
fra le kolonne, i rokki, i
rock ‘n roll, rollando, rockkettando,
nel pap, nel papillon, nel
padiglione, nel kondotto, mentre porgea
gli orecchi
al suon della tua voce?
Ki mi grida, ki urla, ki
sussurra? Mi susssss? Mi sugge, mi suggella?
Ki tace invece? & kome?
& in base a kuali disposizioni, a kuali
regolamenti, dérèglements,
regaglie, regalìe? In base
a kuali ordinanze del
maxiracket, akkà, stasera o stamattina, akkà nisciune,
stabat, stamme, sotto nu
ciele ke vommita eskrementi, ke vooommita, reggae
giamaikano, già? & ness,
nessuno se ne akkorge, se ne akkkkk
(o finge di)? – kontinuando a
ko, kontinuando a kooovare nel kovile
le sue proprie amarezze &
amaritudini, arezze, itùdini agrodolci, ascoltando
più niente ke non sia kuesto
rhum (giamaicano ank’esso, forse), kuesto rumore
profondo di rovina, kaduta,
precipizio delle kose, delle koske dello spirito
- spiritosamente?
La burocratizzazione
dell’ass, dell’assassinio: kuesto
sì ke è, peut-etre, un
problemino non da poko: pur se non
da moltissimo, per vero –
magari da moooooltiplikare
in silenzio, mentre mi kie,
mi kiedo ki mi grida, ki urla, ki
mi susss, susssss, mi
sussurra nel timpano, sursum korda, nella tu, nella tuba
di Eustakio, mi kie, kiedo,
ki insomma ki è mai, ki sia stato
in kuel momento svanito in un
singhiozzo, ki sarà domani, ke è sempre
un altro giorno,
komme on dit, nulla di nuovo, nulla, nihil
sub sole novi,
nel mutamento delle forme, delle formule del ka,
del kaaapitalismo: della
sostanza sua sempiterna, se non vo, se non vado
errato (ma lo potrei, lo
ammetto, hamm, dash:
in kuesto Grande Sonno).
Assumere l’indispensabilità,
ta ta ta ta ta, & in parallelo
la necessità inderogabile
inkommerciabile inkontestabile indubitabile
indomabile (& pratikabile
palpabile respirabile instankabile immutabile
socializzabile spiegabile
inspiegabile insurrogabile) - & dimostrabile kontra,
della politika: opposizione
kategorika al lib, al liber, al libeeerismo
(ke è lirismo specializzato
in allestimenti sempre ult, ultrà, sempre ulteriori
di sistemi karcerari, guerre
senza konfini di spaaaaazio & teeeeempo,
amori militari & raffike
di piombo sotto il disgusto della lu, il disgusto
della luna)…
Extra, in esergo estrapoliamo
gli effetti katastrofici, katarifrangenti,
magari kàtari o katarì (anke in kueste misere strofe, si vous voulez)
& rimettiamoci
all’askolto, sia pure senza, senza aver decifrato
la vox, le voci (& il
senso) di ki ci parla, ci paràbola, parabellum,
ci sussurra, susssss, sussi
& biribissi, ci allaga di sangue i kondotti auri,
auricolari, & memoria
& meningi: & non ci dice il suo nome.
2.
Ki askolta nelle tene, nelle
tenebre del senso, della Sensucht, ki
si naskonde sotto kave di
granito, dentro le nu, le nuages ke sono kavalli
& sono kavoli, kavilli
& kave, appunto, kome già detto, o caveaux,
nel cielo o nell’inferno del
business universale, dove il verso
non ha korso, & la per,
la pertinace peeerversione della specie
s’impingua & si skatena?
Ki, kuando, dove mai sempre semper
insiste nella sua opera pia
innocentemente kriminale, pragmatismo
selvaggio, idealismo
retoriko, oro nero oro bianko, petrolio, akkua,
aria, ke se la respiri muori,
ki kome kuando & perché poi
- ki è pa, patron, patriota,
padrone insomma nella partita di kuesta
passatella globale senza
inizio
& senza konklusione?
Oh lo sviluppo integrato, lo
sviluppo sostenibile, soste,
viluppo, atti, attività
prometeica & multiforme
ora ke la nato, la natura
ride di sé per non piangere, nell’oskuro
intestino del senso del
nonsenso mentre
trema la terra, vogliamo
forse fa, forse diesis, forse fare
un’inkiesta rigooooorosa su,
per esempio, les Nouveaux
Maitres du monde, per dirla kon l’illustre prof.
il kui nome si può leggere,
si può, su… su… (ma dove? Dove mai?)
prima ke tutto sia divorato
dall’incendio ke si vede
avanzare dalla fo, dalla for,
dalla foresta: ke si vide avanzare
- ke si vide,
kuando già – vekkia fissazione dell’impero –
Woodrow Wilson buonanima
aveva diffuso lo slogan
“Rendere il mondo più
demokratiko”?
Ma ora finalmente, ora ke
kue, ke kuesti tempi benedetti
da God & da Godot (dal dog di God & di Godot) hanno
portato
benessere & libertà su
kua, su kuasi tutta la terra, è giusto
konoscere grazie a kuale
motore sia avvenuto
il mirakolo: & il motore,
il General Motor, è kuesto, è quì,
& ci ama & ci arma ci
sokkorre ci governa con ange, con angelika
sollecitudine
Banka Mondiale è
il suo nomignolo
in kod, in kodice: ma in realtà il suo nome di battesimo
è World Bank Group, ke
impiega poko più
di 10.000 funzionari, ed è
pro, probabilmente, fra tutte
le organizations
interstatali, kuella ke fornisce
all’opi, all’opinione pubblika
le informazioni più komplete
sulle proprie stra, sulle
proprie strategie, stragi, progetti
& aktivities – un flux and fluxus kuasi ininterrotto
di stati, di statistike, di
opuskoli esplikativi & di analisi
teo, teorike: & tutto,
per grazia di Dio, si di, graziosamente si diparte
dalla sua fortezza in
vetrocemento, al 1818
di Northwest
Street, Washington, sorry.
3.
Poi c’è la psike, c’è la psi,
questa mia psike
ke non è più mia, non è più
di nessuno, labile
più di un gas, più
suppliziata di un supplì. Sarebbe bene, diko,
rivestirla di un giubbotto
antiproiettile
antiruggine antiuomo
anti-igieniko antiallergiko
antikongelante antikonformista
(da animista blasé),
nella speranza disperata di
un kam, di un kambiamento
non di status ma di specie:
diventando
- metamorfosi zoologika &
metallika –
prima un kammello attraverso
la kru, la kruska di un ago,
di un’agorafobìa, poi un
karrarmato, me voilà! – per vincere magari
kuesta guerra infinita,
kuesta infinita
batrakomiomakìa gordonflash,
kuesta gran fiera
di bistekke al sangue,
sciakkuandomi le mani
kon un tokko di sapone
Marsiglia, fiskiettando
anke sotto la pioggia la Mars, la Mars, La
Marseillaise enfin:
mentre lo spe, lo spek, lo
spekkio va in frantumi , & la mia faccia
ride, kome kuella immortale
di Buster Keaton, please, ke
non ride mai.
1 aprile 2004
Eurobond Europa
De
Tubingue à ma rencontre
Se portent les
jeunes Kepler Hegel
Et
le bon camarade.
ANDRE’ BRETON
Quello che
rimane dell’Europa è la solidarietà internazionale
del capitale
contro la miseria… A questo punto non capisco
quale possa
essere il contenuto spirituale dell’Europa, a meno che
non si voglia
attribuire un’anima al denaro.
HEINER MULLER
In pochi, mi pare, si sono
accorti che l’Europa è a Gaza,
a Gerusalemme, a Giaffa (dove
anche i pompelmi
sono bombe a orologeria).
Che l’Europa è a Baghdad,
nella nuova Mesopotamia
delle Mille & una Morte
& di “Antica Babilonia”,
sorry.
Che è in America Latina, la
maledetta Europa.
Che è in India, in Cina, in
Australia, in Canada,
nelle Antille, laggiù, verso la Florida
piena di patrioti strafatti
di coca, & di contras
che aspettano solo l’ordine
di attacco.
Che l’Europa si chiama anche
Africa, okay, dove la Comare
allestisce ogni giorno
dell’anno
il Festival del Sangue
& milioni di marmocchi
fanno da concime gratis
prima di essere inscatolati
come Dio comanda.
Oh sì, la gente è distratta,
& non ha
troppo tempo da perdere.
Appunto in pochi si sono accorti
che l’Europa è negli Stati
Uniti, okay,
& gli Stati Uniti sono
qui, anche quando dormiamo, cullati
dai nostri sogni sognati da
altri.
Facciamo sì che questi pochi
siano sempre meno pochi, fino
a diventare
maggioranza, popolo
sterminato,
pianeta.
In pochi sanno, ancora,
che troppi sono stati i
rapimenti d’Europa, & che i suoi ratti
non sono favole mitologiche,
ma rapine
& spoliazioni, ladrocinio
& borseggio
a cielo aperto.
Facciamo sì che finalmente
non solo gli europei marcati
come bufali
con le impronte digitali
comincino a saperlo.
Facciamo sì che lo sappiano
anche i morti, che continuano
a abitare
questo mondo di orrori &
di dolcezze possibili
- & lo diffondono ben
oltre i loro cimiteri,
le loro fosse comuni, i loro
mattatoi, in quelle lingue
silenziose & cifrate che
sempre più
somigliano alle nostre.
Non vorremmo, no, che in
Europa
ci fosse meno Europa che in
tutti gli altri luoghi
della terra. (Fate
attenzione).
E’ un progetto a cui lavorano
alacremente
i suoi assassini, che non di
rado
vi sono nati & ne parlano
gli idiomi truccati
perché il loro vero idioma
è l’esperanto della
sopraffazione
& del dominio, che
conosce soltanto
il colore dell’oro, il peso
leggerissimo
della carta moneta
& il sorriso del teschio.
20 maggio 2004
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